5 mag 2014

Non piu' o non solo il voto epistolare per le politiche ma soprattutto per le amministrative per gli italiani all'estero ?



 Proviamo a ragionare sulla opportunita' di poter esercitare effettivamente il diritto di voto alle  amministrative  in  Italia essendo esso stato esercitato finora solo in via teorica, in quanto   pochi sono  coloro che hanno tale possibilita'.

 A tal fine e' indispensabile tuttavia  riflettere sul potere ed il valore politico ed amministrativo rappresentato  dal diritto di voto degli  italiani all'estero nonche'  sulle sue modalita' di esercizio e sui suoi effetti. 


 Il voto epistolare di cui siamo titolari permette l'esercizio effettivo del voto alle  politiche,  consentendo   una rappresentanza reale e diretta  attraverso la  elezione dei  nostri rappresentanti in seno alla Camera e al Senato. Essi hanno la facolta' e il potere   di intervenire su tutte le decisioni parlamentari e governative,  sia che esse  coinvolgano la vita degli italiani residenti in Italia sia di quelli  residenti all'estero,  consentendo loro, in primo luogo,  di promuovere   e salvaguardare  gli interessi del loro elettorato.

Diversa   e' invece la situazione per quanto attiene il voto amministrativo. Esso trova dei forti condizionamenti, per le ovvie difficolta' a poterlo effettivamente esercitare,  determinandone quasi la  nullita' dei suoi effetti. Un voto svuotato del suo potere effettivo, relegato a  valore  meramente simbolico.  Ne consegue che il coinvolgimento e la partecipazione degli italiani all'estero a livello decisionale territoriale  sia  quasi nulla,   come anche la loro rappresentanza. Quanti sono in effetti i connazionali che si recano ai seggi elettorali in Italia per esprimere il loro voto e quanti coloro che fanno parte di organi territoriali? Pochi, anzi pochissimi o nessuno.  La politica territoriale e la  sua gestione   trova in pratica, quindi, l'assenza a livello sia  propositivo che  gestionale   da parte di quattro milioni di cittadini italiani residenti all'estero che debbono sottostare   ai  criteri di gestione  di  organi territoriali e  di   amministratori locali  scelti senza il concorso da parte dei loro amministrati, i cui interessi sul territorio sono  pari a quelli dei residenti a cui questa possibilita' e' invece garantita.

 Proprio nel momento in cui il Parlamento italiano e' orientato sempre piu' verso una politica  di  progressivo  decentramento,  lasciandone  ai Comuni il compito di attuazione ,   questo aspetto assume un'importanza vitale  se si vuole favorire   la partecipazione democratica alla vita pubblica  di tutti, indistintamente,  i cittadini; partecipazione che, come innanzi detto, oggettivamente, viene preclusa ai cittadini residenti all'estero, rilegandoli ad un rapporto di subalternita' non scevro da atti discriminatori e speculativi   con il loro territorio di appartenenza. Significativo in tal senso e' il fatto che  a noi cittadini italiani all'estero , non in possesso della cittadinanza del Paese ospitante, venga, proprio in questa ottica, garantita , nei Paesi piu' democratici, la partecipazione alle amministrative.

 Basti considerare gli effetti  della politica fiscale operata finora nei confronti degli immobili degli italiani all'estero, che  ha favorito e  determinato  l'imposizione di decisioni amministrative territoriali penalizzanti,  in assenza di una legittima rappresentanza  dei propri interessi da parte di tutti, ma solo dei residenti, i cittadini contribuenti, per capirne la sua importanza e le sue conseguenze.  Essa costituisce il cardine su cui si estrinseca  il rapporto tra il territorio ed i suoi cittadini all'estero. Questioni di capitale importanza come l'Imu e i criteri di ripartizione degli oneri relativi ai servizi sugli immobili degli italiani all'estero non possono, per la loro portata ed incidenza, non trovare il coinvolgimento diretto dei contribuenti.

Per ovviare a questa situazione di disparita' e di ingiustizia sociale non conforme ad una pratica di gestione  veramente democratica,  le strade da percorrere potrebbe essere  :

a)   l'estensione del voto epistolare anche a livello amministrativo per gli italiani all'estero
b)  il Parlamento si assume l'onere di regolamentare (si potrebbe anche far ricorso  ad uno Statuto speciale) direttamente il regime fiscale  e tutto quanto concerne gli oneri relativi ai servizi territoriali  sugli  immobili , ed altro, degli italiani all'estero. In quest'ultimo caso, il voto amministrativo,  potrebbe anche essere abolito.

Il centro di interesse maggiore per gli italiani all'estero in Italia  e' costituito in primo luogo dal  rapporto diretto con il territorio di appartenenza, da cui essi , per le considerazioni di cui sopra,   vengono esclusi pur concorrendo con la loro presenza , con i loro investimenti e come  contribuenti  al loro sviluppo economico ed alla loro crescita sociale.
 L'importanza dell'espressione del  voto amministrativo e' determinata  dalla validita' delle stesse motivazioni alla base della richiesta e alla concessione del diritto di partecipazione alle politiche. Esso  potrebbe trovare le stesse modalita' di esercizio,  od  altre.

Affido queste mie considerazioni ai lettori, con  la preghiera di farne oggetto di riflessione.


Nello Passaro- Germania

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