28 giu 2011

150 anni di storia d’Italia- Italia in Movimento


La docente dell’università di Jena Luisa Conti ed i suoi studenti presentano i risultati del loro seminario.
Presente a tale evento il Presidente del Comites di Hannover Dott. Giuseppe Scigliano


Jena 25 giugno – Nell’ambito del seminario " Storia della cultura italiana, storia di migrazioni", del semestre estivo 2011 gli studenti dell’università di Jena, sotto la guida della loro docente Dott.ssa Luisa Conti hanno presentato i risultati della loro ricerca sui 150 anni dell’unità d’Italia al Presidente del Comites di Hannover Giuseppe Scigliano che è rimasto soddisfattissimo del lavoro svolto ed ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a sostenere questo studio sulla nostra storia. Il tutto sarà pubblicato in lingua tedesca in una broschüre che sarà stampata in questi giorni grazie anche al sostegno economico dato dagli imprenditori Cosimo De Lucia (Italspar) – Arcangelo Tomasello (La Piazza) e dello studio legale Elena Sanfilippo.
Verranno prodotti otto tabelloni formato A 1 che insieme ad una valigia di oggetti vari verranno esposti alla mostra itinerante che partirà dall’universitá di Jena il giorno 6 luglio e continuerà in autunno presso il Consolato Generale di Hannover, il Municipio di Hildesheim, il municipio di Wallenhorst ed una località da stabilire ad Osnabrück. Queste mostre saranno possibili grazie agli aiuti che il Comites riceverà dagli sponsor tra cui: le società italo tedesche di Hannover, Hildesheim ed Osnabrück, l’amministrazione Comunale di Wallenhorst ed Hildesheim.
La stampa dei tabelloni sarà possibile grazie al sostegno dato dal Consolato Generale di Hannover.
La Dott.ssa Conti, che ha diretto questo gruppo di studenti del suo seminario egregiamente, si è ritenuta molto soddisfatta di questo seminario e dei risultati ottenuti. Sarà presente a tutte le aperture delle mostre e illustrerà quanto emerso da questo seminario veramente interessante . Gli studenti, divisi in gruppi di lavoro, da parte loro hanno mostrato tantissima partecipazione ed hanno analizzato ed approfondito alcuni aspetti della nostra unità con passione .
Per dare la possibilità a tutti di conoscere la nostra storia, Tutte le presentazioni saranno in lingua tedesca.

Festival der Philosophie Hannover 2012

Vom 12. bis 15. April 2012 findet in Hannover das 3. Festival der Philosophie statt. Es ist ein einmaliges Event auf deutschem Boden, ins Leben gerufen im Geist des „Festival di Filosofia“ von Modena. Schulklassen aus ganz Niedersachsen werden eingeladen zu den verschiedenen Veranstaltungen im Theater, im Künstlerhaus, im Rathaus - aber auch, sich Schulprojekte auszudenken und sowohl in der Landeshauptstadt, als auch im Rathaus ihrer Gemeinde zu präsentieren. Die Philosophie bringt uns nicht nur zu neuem Denken, sondern auch zur praktischen Handlung, zur Teilnahme an politischen Prozessen. Die geeigneten Orte dafür sind die Piazza oder das Rathaus.

Motto: Wie viel Vernunft braucht der Mensch?

Ein paar Provokationen für kleine und große Menschen, die sich nicht zufrieden geben mit dem Dosen-Futter der heutigen Bildungspolitik, lieber ihre eigenen Gehirn-Zellen zur Suche bemühen und die Ergebnisse ihres Denkens zum 3. Festival der Philosophie präsentieren möchten, mit Hilfe ihrer Philosophie/Werte und Normen LehrerInnen



Vernunft ist ein sehr wandelbarer Begriff, von Natur aus sucht jede Generation einen neuen und findet vielleicht einen noch älteren, mit Hilfe der Sprache anders verpackt, vermarktet und verkauft. Nur die Philosophie kann uns helfen, alte Tricks zu entpuppen und die individuellen und sozialen Folgen der Akzeptanz eines Vernunft-Begriffes zu durchschauen.

Vernunft hat mit Verstand aber auch mit Willen zu tun, und soll zum guten Leben von uns und den anderen führen.

Nach der Vernunft des Schönen und des Gemeinsinns rutschen wir immer stärken in die Diktatur des Möglichen und des Machbaren. Nach den vier Aristotelischen Gründen landen wir mit Leibniz bei einem einzigen „zureichenden Grund“ und kommen zum heutigen Tag, wo die Handlung allein vom ökonomisch Möglichen begründet und gerechtfertigt wird.

Aber sind das Unmittelbare, die einfachste Lösung und die einzige sichtbare Möglichkeit wirklich die vernünftigste? Sollten wir uns nicht die Mühe machen, in einem längeren Zeitraum unseres Lebens zu denken? Haben wir die Welt nicht zur Umwelt heruntergestuft? Genügt es uns, passive Individuen zu sein oder suchen wir nach einer aktiven Teilnahme an der Geschichte?

Welche Vernunft? Vernunft wozu? Das ist die erste notwendige Frage, um dann nach einer vorurteilslosen Analyse der Geschichte ihre Spuren ans Licht zu bringen und die Frage des 3. Festivals der Philosophie beantworten:

Wie viel Vernunft braucht der Mensch?

So viel wie möglich? Da die Vernunft des Herzen eine noch höhere Stufe als die intellektuelle Vernunft ist ...

Ist der Spielraum der Vernunft in jedem Mensch anders? Gibt es Menschen, die vernünftiger in einigen Feldern sind als in anderen? Gibt es eine weibliche Vernunft und eine männliche Vernunft? Es gibt auch eine Vernunft des Verlierers und eine des Gewinners, es gibt Leute, die akzeptieren mit Vernunft zu verlieren (Sokrates, Hypatia), anstatt gegen die Vernunft zu gewinnen.

Wenn der Mensch ein vernünftiges Wesen ist, warum gibt es angeborene Herren- und Sklaven-Typen? Wenn das der Fall wäre, könnten sich die Krankenkassen viele Therapie-Stunden ersparen ... Und wenn es Herren- und Sklaven-Typen gibt, haben sie die gleiche Rolle in jedem Handlungsfeld oder tauschen sie in anderen Situationen? Seit den Amerikanischen und Französischen Revolutionen ist die offene Sklaverei von Mensch zu Mensch abgeschafft worden, aber die versteckte Sklaverei gegenüber Institutionen und Märkten ist gewachsen, ... wo auch Menschen sind.

Eigentlich fällt, wer sich für ein Opfer-Täter-Modell entscheidet, auch leichter in die Gegenrolle.

Kann man dem Kampf der Gegensätze, dem Agon (Heraklit), der dialektischen Vernunft, die Gewissheit einer Vernunft in der Geschichte entgegen stellen? Leben wir anders als in dem Kampf der Frösche gegen die Mäuse von Homer und Leopardi?

Die Logik und die Vernunft stoßen im Leben auf Paradoxe: die List der Vernunft, fast wie eine Mutation in der Genetik, lässt uns Menschen uns genau so entwickeln, wie durch eine regelmäßig aufsteigende Linie. Wie steht die wachsende Vernunft in der Geschichte, wie steht unsere Identitäts-Bildung zu den Paradoxen und den verschiedenen Listen der Vernunft?

Gab es Modelle von hoch vernünftigen und hoch künstlerischen Menschen in der Vergangenheit, die uns immer noch als Modelle helfen können? (Pascal, Shakespeare, Madame Meck zwischen Tschaikowsky und Debussy, ...)

Assunta Verrone

27 giu 2011

LE REGOLE DI SCHENGEN PER I CITTADINI EXTRACOMUNITARI

A seguito delle feroci polemiche sorte in Italia, ma non solo, sugli sbarchi di immigrati a Lampedusa i media hanno citato, e continuano a citare, molto spesso, le “regole di Schengen”. Regole che, tuttavia, non tutti conoscono.
Ebbene, le norme che regolano l’ingresso dei cittadini di Paesi terzi nell’Area Schengen sono contenute nell’articolo 5 del regolamento 562 del 2006, detto "Codice delle frontiere Schengen" che, per quanti fossero curiosi di conoscere, riportiamo qui di seguito.

Articolo 5
Condizioni d’ingresso per i cittadini di Paesi terzi

1. Per un soggiorno non superiore a tre mesi nell’arco di sei mesi, le condizioni d’ingresso per i cittadini di paesi terzi sono le seguenti:
a) essere in possesso di uno o più documenti di viaggio validi che consentano di attraversare la frontiera;
b) essere in possesso di un visto valido, se richiesto a norma del regolamento (CE) n. 539/2001 del Consiglio, del 15 marzo 2001, che adotta l’elenco dei paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso del visto all’atto dell’attraversamento delle frontiere esterne e l’elenco dei paesi terzi i cui cittadini sono esenti da tale obbligo, salvo che si sia in possesso di un permesso di soggiorno valido;
c) giustificare lo scopo e le condizioni del soggiorno previsto e disporre dei mezzi di sussistenza sufficienti, sia per la durata prevista del soggiorno sia per il ritorno nel paese di origine o per il transito verso un paese terzo nel quale l’ammissione è garantita, ovvero essere in grado di ottenere legalmente detti mezzi;
d) non essere segnalato nel SIS (Sistema Informazioni Schengen) ai fini della non ammissione;
e) non essere considerato una minaccia per l’ordine pubblico, la sicurezza interna, la salute pubblica o le relazioni internazionali di uno degli Stati membri, in particolare non essere oggetto di segnalazione ai fini della non ammissione nelle banche dati nazionali degli Stati membri per gli stessi motivi.

2. L’allegato I comprende un elenco non esauriente dei giustificativi che le guardie di frontiera possono chiedere ai cittadini di paesi terzi al fine di verificare il rispetto delle condizioni previste al paragrafo 1, lettera c).

3. La valutazione dei mezzi di sussistenza si effettua in funzione della durata e dello scopo del soggiorno e con riferimento ai prezzi medi vigenti nello o negli Stati membri interessati di vitto e alloggio in sistemazione economica, moltiplicati per il numero di giorni del soggiorno.
Gli importi di riferimento fissati dagli Stati membri sono notificati alla Commissione a norma dell’articolo 34. La valutazione della disponibilità di mezzi di sussistenza sufficienti può basarsi sul possesso di contanti, assegni turistici e carte di credito da parte del cittadino di paese terzo. Le dichiarazioni di presa a carico, qualora siano previste dalle legislazioni nazionali, e, nel caso di cittadini di paesi terzi che vengano ospitati, le lettere di garanzia delle persone ospitanti, quali definite dalle legislazioni nazionali, possono altresì costituire una prova della disponibilità di mezzi di sussistenza sufficienti.

4. In deroga al paragrafo 1:
a) i cittadini di paesi terzi che non soddisfano tutte le condizioni di cui al paragrafo 1 ma sono in possesso di un permesso di soggiorno o di un visto di ritorno rilasciato da uno degli Stati membri o, se richiesto, di entrambi i documenti, sono ammessi ad entrare nei territori degli altri Stati membri ai fini di transito, affinché possano raggiungere il territorio dello Stato membro che ha rilasciato il permesso di soggiorno o il visto di ritorno, a meno che non figurino nell’elenco nazionale delle persone segnalate dallo Stato membro alle cui frontiere esterne essi si presentano e che tale segnalazione sia accompagnata da istruzioni di respingere o rifiutare il transito;
b) i cittadini di paesi terzi che soddisfano le condizioni di cui al paragrafo 1, salvo la lettera b), e che si presentano alla frontiera possono essere ammessi nei territori degli Stati membri se è stato loro rilasciato un visto alla frontiera a norma del regolamento (CE) n. 415/2003 del Consiglio, del 27 febbraio 2003, relativo al rilascio di visti alla frontiera, compreso il rilascio di visti a marittimi in transito. I visti rilasciati alla frontiera sono riportati in un elenco. Se non è possibile apporre un visto sul documento, esso è apposto, in via eccezionale, su un foglio separato inserito nel documento. In tal caso viene utilizzato il modello uniforme di foglio per l’apposizione di un visto istituito dal regolamento (CE) n. 333/2002 del Consiglio, del 18 febbraio 2002, relativo ad un modello uniforme di foglio utilizzabile per l’apposizione di un visto rilasciato dagli Stati membri a persone titolari di un documento di viaggio non riconosciuto dallo Stato membro che emette il foglio;
c) i cittadini di paesi terzi che non soddisfano una o più delle condizioni di cui al paragrafo 1 possono essere autorizzati da uno Stato membro ad entrare nel suo territorio per motivi umanitari o di interesse nazionale o in virtù di obblighi internazionali. Qualora il cittadino di paese terzo interessato sia oggetto di una segnalazione di cui al paragrafo 1, lettera d), lo Stato membro che ne autorizza l’ingresso nel suo territorio ne informa gli altri Stati membri.

Dino Nardi

Zurigo, 27.6.2011

26 giu 2011

Rete consolare: al via l’indagine parlamentare richiesta da Micheloni e Narducci

Comunicato

L’Ufficio di Presidenza della Commissione esteri della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica si è riunito, oggi, in seduta congiunta per definire l’agenda dei lavori relativa all’indagine conoscitiva sulla "Riorganizzazione della rete diplomatico-consolare e sull’adeguatezza e sull’utilizzo delle dotazioni organiche e di bilancio del Ministero degli affari esteri". Come noto, fino ad ora vi è stata una sola audizione, quella del Sottosegretario Mantica nella Commissione esteri del Senato, dopodichè era stato deciso proseguire l’indagine conoscitiva in congiunta con la Commissione esteri della Camera, che nel frattempo aveva deliberato in tal senso.

Il sen. Claudio Micheloni e l’on. Franco Narducci, promotori di questa indagine, hanno chiesto, in seno all’ufficio di presidenza delle due Commissioni esteri riunite, una calendarizzazione delle audizione più stringente per quanto riguarda i tempi per cui si è deciso che a decorrere dalla prima settimana di luglio si effettuerà un’audizione a settimana.

I Presidenti delle due Commissioni, il sen. Lamberto Dini e l’on. Stefano Stefani, hanno ribadito l’importanza degli obiettivi dell’indagine e la necessità della presenza dello Stato all’estero per garantire i servizi alle comunità emigrate, promuovere il sistema Italia nel mondo e assistere le imprese italiane che operano nel quadro dell’internazionalizzazione del nostro sistema economico.

Appuntamenti

08.07.2011 | 38. Sommerbiwak "Orient & Okzident"| Stadtpark am HCC
Am 08.07.2011 findet das 38. Sommerbiwak unter dem Motto “Orient & Okzident” statt.

Ein Show- und Varietéprogramm mit interessanten Artisten, viel Musik und Tanz erwartet die Gäste auch in diesem Jahr, natürlich wie immer mit zahlreichen Gästen aus Politik, Wirtschaft und Gesellschaft. Der Höhepunkt ist die klassische Serenade, die mit einem musikalisch untermalten Feuerwerk abschließt.

Karten sind für 49,00 € erhältlich. Weitere Informationen dazu finden Sie unter: www.sommerbiwak.com




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Sonntag, 10. Juli 2011, ab 14 Uhr| Deutsch-Japanisches Sommerfest Natsumatsuri | Stadtpark am HCC
Die Deutsch-Japanische Gesellschaft Chado-Kai e.V. lädt gemeinsam mit dem Kulturbüro, dem Fachbereich Umwelt und Stadtgrün der Landeshauptstadt Hannover und dem Hannover Congress Centrum zum beliebten Deutsch-Japanischen Sommerfest ein, anlässlich des Bestehens des 150-jährigen Freundschaftsvertrages zwischen Japan und Deutschland. Das Sommerfest beginnt um 14.00 Uhr am Teehaus mit Taiko-Trommeln und einem Konzert des Swingorchesters Hannover unter Leitung von Volker Schulz. Neben den traditionellen Kulturtechniken wie Ikebana, Kalligraphie, Origami, Keramik werden die japanischen Kampfsportarten (Iaido, Kjudo, Aikido, Karate, Kendo) vorgeführt. Stände mit Bonsai-Pflanzen, Bambusgewächsen und ihren Produkten, Mangas (japanische Comic-Kunst) und Schmuck runden das Japanbild ab. Die traditionelle Teezeremonie wird mehrfach am Teehaus dargeboten. Selbstverständlich werden auch japanische kulinarische Köstlichkeiten den Nachmittag verschönern.

Nähere Informationen erhalten Sie bei der Deutsch-Japanischen Gesellschaft Chado-Kai e.V. , Renate Schaadt, Tel. 4581328 oder im Kulturbüro, Gabriele Ciecior, Tel. 168-45589.


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Am 23. und 24. Juni 2011 findet der von Niedersachsens Ministerpräsident David McAllister eröffnete nifbe-Kongress „Auf dem Weg zur KiTa 2020“ statt.
Im Fokus des Kongresses stehen die pädagogischen und strukturellen Herausforderungen für die KiTa der Zukunft sowie wichtige Ansätze und Konzepte aus Forschung und Praxis in Niedersachsen. So stellen die vier nifbe-Forschungsstellen ihre neuesten Ergebnisse vor und werden in zehn Themenforen zentrale Handlungsfelder wie die Sprachförderung und Inklusion, der Übergang von der KiTa in die Grundschule sowie das Querschnittthema der Professionalisierung jeweils aus Forschungs- und Praxis-Perspektive vorgestellt und diskutiert. Auf einer begleitenden Messe werden sich nifbe-Forschungs- und Transferprojekte mit ihren Ergebnissen und Konzepten ebenso vorstellen wie Stiftungen, die in der Frühpädagogik aktiv sind.

Im Sinne eines konstruktiven interdisziplinären Diskurses richtet sich die Tagung an die Praxis, aber auch an Wissenschaft, Politik, Ministerien sowie an VertreterInnen der KiTa-Träger und der Aus- und Weiterbildung.





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27.06.2011 | 09:30 Uhr| Beethovensaal |Validation mit Naomi Feil
Die amerikanische Gerontologin Naomi Feil kommt dreimal im Jahr nach Europa, um ihre Methode Validation vorzustellen. Validation – eine neue Form des verstehenden Umgangs mit alten, dementen Menschen, die darauf basiert, die Lebensumstände des dementen Menschen zu akzeptieren. Für Naomi Feil reagiert ein dementer Mensch im täglichen Leben nur nach Gefühl und nicht nach logischer Vernunft. Hierauf geht die Validation direkt ein.

Download: Flyer | Download: Anmeldeformular | Weitere Informationen unter:www.step-congress.de


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Geschichten und Geschichtliches | Das japanische Teehaus Deutsch-Japanische Gesellschaft Hannover Chado-Kai e.V.
Die Deutsch-Japanische Gesellschaft Hannover Chado-Kai e.V. führt im Teehaus im Stadtpark Teezeremonien durch. Die Einheit von Teehaus und Teegarten sind laut Japan Magazin "wohl einmalig in Deutschland". Die Teezeremonie kann auf verschiedene Weise zelebriert werden. Sie hängt zum einen von der Schule ab, der der Gastgeber angehört, zum anderen ist der Anlass und die Jahreszeit maßgeblich. Aber in ihren wesentlichen Bestandteilen gleicht eine Teezeremonie der anderen. Chado bedeutet "der Teeweg". So gleicht die Teezeremonie für den Besucher, aus dem Alltag kommend, einem Weg zur Ruhe und Meditation. Bevor die Gäste den für die Teezeremonie vorbereiteten Raum betreten, gehen sie durch den Garten und reinigen Mund und Hände aus einem mit Wasser gefüllten Steinbecken (tsukubai). Hierdurch reinigen sie symbolisch Herz und Seele und befreien sich von allen unreinen Gedanken. Danach begeben sich die Gäste in den Teeraum. Hierbei handelt es sich um ein kleines Haus mit 4-5 Tatamimatten, das speziell für die Teezeremonie konstruiert wurde und als "senshintei" (Reinigung der Seele und der Gedanken) bezeichnet wird. Es ist geschmückt mit einem Rollbild (Boku-seki) in der Wandnische (Tokonoma), in der ebenfalls ein Blumenarrangement (chabana) aufgestellt ist. Da der Tee sehr bitter ist, werden vor dem Genuss des grünen Tees kleine japanische Süßigkeiten gereicht. Die Teezeremonie macht eine Schale Tee zum Mittelpunkt einer frohen geistigen Einheit von Gästen und Gastgeber. Man heißt die Gäste mit aller Herzenswärme willkommen und genießt unter Ausschluss jeglicher Ablenkung das traute Beisammensein. Auch dass der Tee vor den Augen der Gäste zubereitet wird, hat nur den Zweck, die Freude am Geschmack des guten Tees zu erhöhen.

Gleichzeitig bewirkt die Teezeremonie eine Kommunikation aller Teilnehmer untereinander, in die der Gastgeber oder Teemeister eingeschlossen ist: alle Rangunterschiede sind aufgehoben. So präsentiert die Cha-no-Yu-Gesellschaft das Modell einer idealen Gesellschaft, wenn auch nur für kurze Zeit.

IMMIGRATI, EVERYONE SI APPELLA ALL’UE

“Una caccia all’uomo estesa su tutto il territorio nazionale

(GRTV) - I co-presidenti dell’organizzazione umanitaria EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, in una nota affermano che il varo del nuovo decreto legge del Governo italiano in materia di immigrazione che consente l'espulsione coattiva immediata per tutti i migranti irregolari e un tempo di permanenza nei CIE prolungato fino a 18 mesi, rappresenta solo una caccia all’uomo estesa su tutto il territorio nazionale. I co-presidenti sostengono che le forze dell'ordine rastrellano migranti e Rom, li identificano, li denunciano per ogni ipotesi di reato, portando le prefetture a comminare espulsioni per “pericolosità sociale”. “Diciotto mesi in un CIE – affermano - è una punizione lesiva di ogni diritto fondamentale, visto che dopo poche settimane la maggior parte dei migranti ivi detenuti compie atti di autolesionismo e progetta o realizza il suicidio”.

Il Gruppo EveryOne ha inviato un messaggio urgente ai membri del Parlamento europeo, del Consiglio d’Europa e della Commissione Ue: “A questi drammi – continuano - va aggiunto il fenomeno della sottrazione di bambini alle famiglie straniere povere, senza possibilità di contraddittorio, che vengono poi affidate a case di accoglienza e quindi, spesso, dati in adozione a famiglie italiane. E’ ormai necessario - proseguono Malini, Pegoraro e Picciau - che l'Unione europea eviti di cadere nella stessa indifferenza che permise l’Olocausto e altre persecuzioni nella storia contemporanea, organizzando una commissione di inchiesta che verifichi, percorrendo ogni città italiana, le condizioni di persecuzione di massa cui sono realmente soggetti i migranti e i profughi, nonché lo spreco di fondi europei a essi destinati, il diffondersi di ideologie intolleranti promosse da politici e media e la mancata attuazione di programmi che combattano razzismo, neonazismo, antiziganismo, antisemitismo e ideologie razziali”.
GRTV/Redazione

Presentato a Roma il VI Rapporto italiani nel mondo 2011 della Fondazione Migrantes, presente l’on. Franco Narducci.

"1861-2011:Centocinquant'anni di unita' e di emigrazione" è questo il tema al quale è stato dedicato, quest'anno, il "Rapporto Italiani nel mondo 2011", promosso dalla Fondazione Migrantes.

I Rapporto, giunto ormai alla VI edizione, è stato presentato oggi a Roma nella sala conferenze della Cisl di via Rieti, presentazione alla quale ha partecipato anche l'on. Franco Narducci, Membro del Comitato scientifico del Rapporto Migrantes e autore di importanti contributi nelle cinque precedenti edizioni.

Secondo il VI Rapporto della Migrantes, che rappresenta un prezioso strumento di lavoro per gli operatori dell'emigrazione ma anche un contributo importante per comprendere l'evoluzione della società italiana nel tempo, in un contesto di vita globalizzato, sono 4.115.235 gli italiani all'estero, di cui il 47,8% donne (1.967.563), aumentati di quasi 90 mila unità nel corso di un anno. I cittadini italiani emigrati, presenti praticamente in tutti i Paesi del mondo, si concentrano soprattutto in Europa (2 milioni e 263 mila) e in America (1 milione e 629 mila), anche se non vanno dimenticate per consistenza le comunità che si sono insediate in altri contesti, come in Sudafrica e in Australia.

Nel volume presentato oggi si ha una fotografia dell'emigrazione italiana che è un utile strumento anche nella prospettiva delle politiche dell'immigrazione e delle urgenze che esse pongono sull'agenda istituzionale, un tema che ha sottolineato anche il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato alla Migrantes nel quale afferma che " è importante, nell'attuale contesto, ripercorrere la lunga e sofferta stagione delle emigrazioni in diversi continenti di cittadini italiani che ha scandito, a piu' riprese, la vicenda dello Stato postunitario. Dalla storia di queste esperienze occorre trarre gli strumenti per una piu' accurata lettura del fenomeno migratorio, soprattutto in rapporto ai flussi attuali, dal Sud al Nord del mondo, di cui siamo stati testimoni e in misura crescente destinatari e ai quali i recenti avvenimenti nei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente hanno conferito un'indubbia accelerazione”. Affermazioni che testimoniano l'importanza di una sinergia da attuare con quanti hanno vissuto le vicende dell'emigrazione per meglio affrontare le emergenze dell'immigrazione, sinergie alle quali possono dare un contributo importante i parlamentari eletti all'estero. L'esperienza dell'emigrazione confrontata con quella dell0immigrazione è stato un tema sotteso anche nell'intervento conclusivo di Mons. Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes, che ricordando che bisogna tendere a rinnovare l'Italia nell'incontro-scambio tra immigrazione ed emigrazione ha sottolineato che quest'anno “è l'anno del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, alla quale l'emigrazione ha fornito un grande apporto nel passato e uno ancora più grande potrà darlo nel futuro” concludendo che “è evidente che l'attuale presenza italiana nel mondo e la sua storia si presentano come una miniera inesauribile che non esaurisce il suo filone e invita ad andare avanti”.



Roma 21 giugno 2011

LE GRATUITE POLEMICHE REFERENDARIE SUL VOTO ALL’ESTERO

Servizio a cura du Dino Nardi


Tutti noi che, anche all’estero, seguiamo le vicende politiche italiane siamo stati testimoni delle roventi polemiche, vecchie e nuove, emerse sul voto all’estero in occasione dei recenti referendum. Polemiche legate, soprattutto, al rischio che non si raggiungesse il quorum proprio per la scarsa partecipazione al voto da parte degli elettori nella Circoscrizione Estero. Meno male che ciò non è accaduto e così ogni polemica è poi svanita nel nulla, altrimenti ne avremmo viste, lette ed ascoltate delle belle.
In ogni caso si deve riconoscere che questa vicenda ha quantomeno fatto parlare e scrivere del voto all’estero e degli emigrati italiani i grandi media nazionali. Un evento veramente raro! Certamente in modo negativo, ma questo è ormai un classico per gli italiani all’estero che già si è verificato ai tempi dell’altalenante senatore Pallaro che con il suo voto condizionava il governo Prodi, poi con l’arresto del senatore Di Girolamo e, infine, con il salto della quaglia dell’on.le Razzi che, insieme ad altri onorevoli così detti “Responsabili”, ha consentito la sopravvivenza dell’attuale governo Berlusconi. D’altra parte in passato i media italiani si occupavano degli emigrati solo in occasione di grandi tragedie nelle quali venivano coinvolti (Marcinelle, Mattmark, ecc.). Quindi meglio così e, forse, dovremmo esserne anche contenti perché, come afferma un mio conoscente esperto di comunicazione, sia per qualcosa che per qualcuno, vale sempre il detto “parlatene male, ma parlatene!” anziché esistere nell’anonimato più assoluto!
Tuttavia a questi commentatori (ma anche a qualche politico) andrebbe ricordato che il problema del quorum aggravato dagli elettori italiani all’estero è sempre esistito e non è certamente sorto con la così detta Legge Tremaglia. Anzi! Infatti, prima di questa legge innovativa, gli italiani all’estero erano già elettori che, tuttavia, per esplicitare il loro voto, dovevano ogni volta rientrare in Italia al loro Comune di iscrizione all’Anagrafe Elettorale. Pertanto sappiamo bene che erano poche migliaia quelli che lo facevano. Mentre oggi, con il voto per corrispondenza, sono perlomeno diverse centinaia di migliaia gli elettori che in tutto il mondo si avvalgono di questo loro diritto, sia pure con tutte le difficoltà ed i problemi che ben conosciamo e riportati dai media italiani. Quindi la Legge Tremaglia ha sicuramente reso meno grave il problema del voto degli elettori italiani all’estero per il raggiungimento del quorum in occasione dei referendum.

CRITICHE VECCHIE E NUOVE ALLA LEGGE TREMAGLIA

Ciò premesso, vediamo comunque quali sono i problemi che ogni volta emergono con il voto all’estero (purtroppo in modo ripetitivo senza che trovino soluzione tra una tornata elettorale e l’altra!) e sbandierati ai quattro venti dai soliti e noti personaggi che da sempre sono stati e restano aspramente critici nei confronti della Legge Tremaglia conquistata nel 2001 dagli emigrati italiani dopo decenni e decenni di lotte e probabilmente ottenuta con diversi lustri di ritardo rispetto alle attese, ma comunque sempre attuale e necessaria se è vero, come è vero, che annualmente continuano ad emigrare per lavoro dall’Italia più di cinquantamila giovani.
Da un lato si lamenta il perdurare di un forte disallineamento tra l’Anagrafe elettorale (gestita dal Ministero dell’Interno) e l’Anagrafe consolare (gestita dal Ministero degli Affari Esteri) con la conseguenza che nel mondo, anche in occasione dei recenti referendum, vi sono state centinaia di migliaia di persone che non hanno ricevuto le schede elettorali ed altre centinaia di migliaia di schede che sono tornate indietro ai consolati poiché i destinatari erano inesistenti (a fine 2010 il disallineamento riguardava complessivamente ben 943'989 nominativi!) Dall’altro lato si lamentano le disfunzioni operative di gran parte degli Uffici consolari italiani irraggiungibili telefonicamente e con orari di apertura al pubblico inadatti ed insufficienti. Senza, poi, dimenticarci le presunte furbate, lecite e meno lecite, di cui spesso si ha notizia e che riguarderebbero traffici di plichi elettorali, in occasione di elezioni politiche con i vari candidati interessati al voto di preferenza!

I DUBBI

Ma siamo veramente sicuri che il disallineamento dei dati si possa risolvere con una maggiore e migliore interazione tra le due Anagrafi (MIN/MAE) finora invano perseguita nonostante il contributo di internet? Non sarebbe meglio essere onesti con noi stessi e riconoscere che non c’è internet che tenga sapendo benissimo: a) che molti nostri emigrati quando trasferiscono la residenza, per negligenza o per non perdere tempo, non sempre informano il loro consolato di riferimento del cambio di indirizzo; b) che molti emigrati non risultano iscritti all’AIRE per interessi convergenti con le rispettive Amministrazioni comunali in quanto loro evitano di dover altrimenti pagare l’ICI sull’abitazione posseduta ed il Comune, avendo un maggior numero di cittadini stabilmente residenti, si avvantaggia di posti di lavoro e finanziamenti regionali.

Ma siamo veramente sicuri che le disfunzioni nella gestione e distribuzione dei plichi elettorali da parte degli Uffici consolari siano facilmente risolvibili, con il degrado in cui versa oggi la rete diplomatico-consolare a causa delle ricorrenti ristrutturazioni subite negli ultimi anni, degli ingenti tagli alle spese di gestione ed al personale ormai ridotto, in tante sedi, al di sotto della soglia di guardia? Un degrado che, già in condizioni normali, causa grandi problemi nell’erogazione dei servizi richiesti dagli utenti, figuriamoci quando si sovrappongono impegni di lavoro straordinari come la gestione di un evento elettorale. Con i tempi grami che sta vivendo finanziariamente lo Stato Italiano ed i campanelli d’allarme delle Agenzie internazionali di rating, si può onestamente credere che il MAE, nei prossimi anni, possa avere maggiori risorse di uomini e di mezzi per funzionare meglio anche nella gestione dei plichi elettorali?

Ma siamo veramente sicuri che il problema del presunto traffico dei plichi elettorali (e la segretezza del voto) possa risolversi sostituendo il voto per corrispondenza con le cabine nei consolati? quando sappiamo benissimo l’impraticabilità di una simile soluzione, considerato che gli italiani all’estero sono sparpagliati in ogni angolo del mondo anche lontanissimi da un Ufficio consolare? Perché gli elettori italiani non dovrebbero avvalersi (meritarsi?) del voto per corrispondenza già in uso da anni in molti altri Paesi e senza che ciò sia fonte di polemiche?

IL VERO PROBLEMA

Le criticità emerse finora sul voto all’estero e fonte di polemiche, a mio avviso, sono in gran parte la conseguenza della legge italiana sulla trasmissione della cittadinanza ed dell’automatismo esistente, ovviamente, tra l’essere cittadino italiano ed aver diritto di voto. Quindi nel fatto che, oggi, nel mondo, per via della trasmissione della cittadinanza italiana attraverso lo “Jus sanguinis”, abbiamo oltre 4 milioni di cittadini italiani dei quali ben 3'300'496 elettori. Gran parte di loro, discendenti di emigrati e con doppia cittadinanza, di italiano spesso hanno solo l’origine: non ne conoscono la lingua e non seguono neppure l’attualità sociale, economica e politica dell’Italia. Pertanto è ovvio che difficilmente questi cittadini italiani ed elettori (il cui numero, peraltro, è destinato a crescere sempre di più) possono essere interessati ad avvalersi del loro diritto di voto in Italia se non, magari, su sollecitazione di questo o quel candidato in occasione delle elezioni politiche. Per cui il plico elettorale destinato a questi disinteressati elettori, nella migliore delle ipotesi, verrà gettato via (una delle cause della bassissima partecipazione) o, nella peggiore, sarà invece oggetto di regalia a chi dovesse richiederlo!

LA SOLUZIONE

Come fare allora per superare questi problemi senza gettar via il bambino con l’acqua sporca, ovvero lasciare comunque il diritto di potersi esprimere con il voto per corrispondenza a tutti quegli italiani all’estero, soprattutto di prima generazione (vecchia e nuova), che sono invece interessatissimi a quanto accade in Italia e con la quale, magari, mantengono stretti legami affettivi ed economici?
A mio modesto parere basterebbe modificare l’attuale legge stabilendo che i cittadini italiani iscritti all’AIRE possano godere del diritto di voto per i referendum e le elezioni politiche attraverso il voto per corrispondenza unicamente a condizione che ad ogni elezione (oppure preventivamente ad inizio di ogni anno) chiedano di registrarsi all’Anagrafe elettorale dell’Ufficio consolare di pertinenza. Con una soluzione di questo tipo si supererebbero le problematiche sorte in questi ultimi dieci anni (indirizzi errati, elettori inesistenti, disinteresse al voto, ecc.) e, con i risparmi così ottenuti, non dovendo più spedire probabilmente milioni di plichi elettorali, lo Stato si potrebbe permettere perfino di inviare per raccomandata i plichi elettorali agli elettori che si iscriveranno, di volta in volta, nelle anagrafi elettorali dei Consolati. Si ridurrà drasticamente la base elettorale nella Circoscrizione Estero? Quasi sicuramente, ma dove sta il problema? Questa mi sembrerebbe una soluzione semplice e di buon senso e forse proprio per questo non soddisferà i più, sia dentro che fuori del parlamento italiano!

CHI HA TEMPO NON ASPETTI TEMPO

In ogni caso va evitato assolutamente, come si è fatto in questi dieci anni, di dimenticare le polemiche sul voto all’estero che puntualmente scoppiano ad ogni tornata elettorale, per ultimo nei recenti referendum, salvo poi ritrovarsele tali e quali alla successiva votazione. Come recita un vecchio adagio “chi ha tempo non aspetti tempo” e quindi la riforma della legge sul voto all’estero (459/2001) è un’urgenza assoluta (altro che la riforma dei Comites e del Cgie!) e va discussa ed approvata al più presto dal parlamento italiano per correggere le criticità emerse nella sua applicazione.
Se ciò non accadesse sarà meglio che, quantomeno, i politici ed i parlamentari della maggioranza di centrodestra, in primis, tacciano tutti alla prossima (2013?) scadenza elettorale!






Zurigo, 21 giugno 2011

PRIMO DIZIONARIO DELL'EMIGRAZIONE ITALIANA, VIENE PRESENTATO ALLE OFFICINE GRANDI RIPARAZIONI

(GRTV) - Dopo il successo della presentazione in conferenza stampa alla Camera dei Deputati e l’anticipazione al Senato della Repubblica nell’ambito delle Giornate dell’Emigrazione, approda a Torino il primo Dizionario dell’Emigrazione Italiana edito da Un Mondo d’Italiani, quotidiano internazionale, alle Officine Grandi Riparazioni della città che è stata la prima capitale dell’Italia Unita. Il progetto culturale-editoriale è stato ideato dalle giornaliste e studiose di emigrazione, Mina Cappussi e Tiziana Grassi Donat Cattin, ed ha trovato una vetrina speciale nelle. 20.000 metri quadrati di Esperienza Italia 150, un calendario di eventi, manifestazioni, appuntamenti, 250 giorni di mostre, esposizioni tematiche, convegni e spettacoli. La presentazione è stata programmata per il 22 giugno alle 17. Esperienza Italia 150 nella Prima Capitale d’Italia, è dedicata non solo ai cittadini italiani, ma a tutti coloro che nel mondo amano e sono legati al Belpaese. In particolare la mostra "Fare gli Italiani" è composta da isole tematiche sui temi che hanno aiutato a aggregare e disgregare l'Italia. Non poteva mancare un’isola dedicata all'Emigrazione, che ha costituito una pagina importantissima della nostra Storia.

GRTV/Redazione


21 giugno 2011

Il circolo “Neuchàtel” festeggia l'anniversario




Ventesimo anniversario del circolo “Neuchàtel” presieduto dal cav. Valeria Generoso alla presenza di autorità cantonali elvetiche e dalle rappresentanze Italiane.
I Gioppini di Bergamo sono stati chiamati a rappresentare la città e la sua provincia in occasione della simpatica celebrazione.

La festa ebbe inizio in tarda mattinata con l' arrivo del celeberrimo gruppo internazionale dell' arte popolare bergamasca presso la Citè Universitaire accolto dal past-president Giuseppe Medolago e da altri membri del direttivo del circolo.
Dopo uno squisito e abbondante pranzo a base di specialità locali ed aver indossato l'abito tradizionale, iniziò la rumorosa sfilata con tamburi, chitarre, fisarmoniche trombe di latta, attraverso le vie principali facendo esibizioni in tutte le piazze nel gioiellino della franco-svizzera, accompagnati dal pubblico entusiasta , incredulo e felicemente sorpreso dai colori e dalla frizzante euforia dell’ ensemble che danzando alcuni dei loro balli hanno poi coinvolto in Place des Halles il pubblico nel “bal mesciat” che ha apprezzato e partecipato con entusiasmo.
Guidato dalla fisarmonica di Fabrizio Cattaneo, il corteo si spostò poi nei meravigliosi giardini della Esplanade du Mont-Blanc, aprendosi hai loro occhi uno scenario stupefacente tra il lago luccicante e la ridente collina, percorrendo il lungo lago fra colori e profumi si accinsero attraverso la zona portuale fino alla Place du 12 Septembre dove vennero accolti da famiglie con bambini che li accompagnarono fino alla conclusione della sfilata fra canti e balli.
Con la solita puntualità svizzera ebbero poi inizio le celebrazioni dell'anniversario nella sala addobbata per l'occasione con gli interventi delle autorità fra cui: il presidente della Provincia di Bergamo Ettore Pirovano, dal Presidente del circolo Valeria Generoso, dal Sindaco di Alzano Lombardo Roberto Anelli, don Pietro Natali ora parroco di Castelli Calepio e co-fondatore del circolo che per 16 anni fu missionario alla Missione Cattolica Italiana, Madame Ory Giselle Presidente del consiglio di Stato del cantone di Neuchatèl che ha elogiato l' impegno dei bergamaschi della comunità, Catherine Loetscher presidentessa consiglio generale del cantone vede nella forza di coesione dei Bergamaschi un esempio per tutte le altre comunità di immigrati presenti nella comunità eelevetica , il presidente dell' ente Santo Locatelli ha ripercorso questi vent'anni di attività e ricordi esprimendo note di cordoglio per i soci scomparsi, il vicepresidente dell'ente Carlo Personeni ha ricordato i numeri che mettono in risalto l'efficacia dell'attività associativa dei bergamaschi nel mondo con oltre cinquantamila soci suddivisi in trentatre circoli e venti delegazioni presenti in tutti i continenti.
Hanno contribuito inoltre Don Gianfranco Falgari, missionario d’Yverdon Les Bains, Don Flavio Gritti della Missione cattolica di la Chaux-de-Fonds, il Presidente del Circolo di Aarau Pescali Zaccaria , Onorevole Franco Narducci , Senatore Claudio Micheloni, Thomas Facchinetti, il Presidente del PS Baptiste Hurni , Vice Presidente de la ville de Aarau Carlo Mettauer, Il Direttore della Santé et des Affaire sociales della città di Neuchâtel, Monsieur Daniel Perdrizat.
Concluse gli interventi il direttore dell'Ente Bergamaschi nel Mondo Massimo Fabretti complimentandosi con tutti gli amici e soci per l'ottimo lavoro svolto fin ora e spronando in particolare Valeria Genereso a proseguire nel suo incarico elogiando le sue capacità.
Lo spettacolo tanto atteso ebbe inizio con una danza intitolata “Mazurca Grazia” chiamata cosi proprio per la grazia dei suoi movimenti si proseguì con “Rosina” canto e ballo che presenta la parodia della gelosia in chiave umoristica. Poi con un canto intitolato “Fantasia popolare Italiana” dedicato ai centocinquant'anni dell'unità d'Italia , un puot-purrie di canzoni delle regioni Italiane.”Pierì” canto e ballo raccontò di un pastore “bergamì” e la sua amata in dolce attesa, criticata dai paesani seguito dal tipico ballo delle ombrelle.” Ol Tone” canto e ballo tratto da una festa dagli amici a due sposi maturi. Anche l’esordio pseudo-teatrale nello schetch di Roxy e Ivan nei panni di ”Margì e Giupì” che spiegarono in dialetto bergamasco le peculiarità di Gioppino e Margì in tono umoristico, applauditi con entusiasmo dal pubblico. Lo spettacolo entra nel vivo con ” le Api vive ” canto e ballo creati dal compianto Tito Oprandi con il racconto di contadini che al calar della notte andavano alla ricerca degli sciami per catturarli, ballerini e cantanti si immedesimarono nel ruolo indossando l'abito rurale ispirato all'epoca ottocentesca. Lo spettacolo continuò con l'entrata di Alex e Robert suonando il baghét , la cornamusa bergamasca, seguiti dalle fisarmoniche e dall'Arlecchino di montagna dove nascosto da una maschera grottesca c’era “il Giampi” che invitò il pubblico a partecipare al carnevale, seguito poi in scena da Robert Josif che eseguì una serenata per la sua Rosalba, la bella del paese che non contraccambia l'amor dato, per eseguire poi il ballo del carnevale allegro e colorato da nastri, coriandoli e dalle Vègie in maschera.”Cansù de önà Oltà” la raccolta di canzoni bergamasche di osteria, molto apprezzate dal pubblico che partecipò nei canti e quasi al termine della serata nuovamente “Bal mesciat” il ballo di gruppo che coinvolge il pubblico infatti le autorità presenti si integrarono con entusiasmo. La conclusione ebbe luogo con una preghiera per il buon raccolto e un ballo della gioia del raccolto espressi nel brano “Ringraziamento del Contadino” .
Che dire di più?? i partecipanti hanno vissuto un evento memorabile nella storia, ricco di emozioni sia nei momenti ufficiali fra premiazioni, riconoscimenti ed elogi che per l'esibizione del gruppo folckloristico “I Gioppini di Bergamo” . Aspetteremo il trentesimo anniversario dei bergamaschi di Neuchàtel ed altri ancora con l’augurio che l’emigrazione Italiana possa trovare nelle comunità ospitanti, un ambiente di coesione sociale favorevole come abbiamo potuto verificare a Neuchatèl.
f.to Rosanna Quistini.

Commento al disegno di legge di riforma dei Comites e del CGIE,approvato dal Senato della Repubblica il 25 maggio 2011

Riceviamo dal Senatore Claudio Micheloni la seguente comunicazione:


Allego, per opportuna informazione, la dichiarazione di voto finale del Sen. Giorgio Tonini,
Capogruppo PD alla Commissione Affari Esteri, emigrazione (Aula-25 maggio 2011)


TONINI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TONINI (PD). Signora Presidente, credo che quello svolto prima in Commissione affari esteri e poi nell'Aula del Senato in questi due giorni, sia stato un buon lavoro, che credo abbia dato smalto al Parlamento. È stata una buona pagina di lavoro parlamentare.
Questa legge nasce per iniziativa parlamentare. Innanzi tutto, il primo disegno di legge in materia è stato quello del nostro collega Micheloni, che ha aperto la strada a tale confronto. Poi c'è stato il lavoro importante e molto aperto del relatore Tofani, di cui gli diamo atto, e un atteggiamento positivo e costruttivo da parte del Governo. Tutto ciò si è rispecchiato nel clima che si respirava in Aula in questi due giorni, che, a me piace rimarcare, è positivo e costruttivo, e grazie al quale si è anche riusciti a far cambiare idea gli uni agli altri. Il Parlamento dovrebbe essere questo, il luogo dove ci si parla, anche con l'ambizione e la presunzione di convincersi a vicenda e quindi, possibilmente, di trovare insieme le soluzioni migliori.
Naturalmente, quando poi si va al voto finale, bisogna tirare una riga e fare un somma algebrica tra i più e i meno. Ci sono molti più in questa riforma che, vorrei dire, è istituzionale: non è un provvedimento tra i tanti ma che ha a che fare con regole e istituzioni importanti per la nostra democrazia, come quelle che si occupano della partecipazione degli italiani all'estero, di quella comunità italiana che non è in Italia e che è una delle ricchezze importanti del nostro Paese.
Ebbene, questa riforma, che è ancora incompiuta, in attesa dell'esame dell'altro ramo del Parlamento, ha degli aspetti positivi, in particolare, quelli relativi alla certezza del voto, e prevede anche un impianto che cerca di essere innovativo rispetto al Consiglio generale, con l'ambizione di dargli nuovo respiro e nuovo ruolo. Tuttavia ci sono anche elementi problematici e critici, che ci hanno visti distinti nel voto. Ad esempio, avremmo voluto COMITES più vicini alla base degli italiani all'estero; invece abbiamo degli organismi troppo lontani dal nostro punto di vista, perché la soglia per poterli costituire è troppo alta. È previsto un solo COMITES per circoscrizione mentre avremmo preferito un'articolazione più ampia. Poi c'è questa norma sulla partecipazione delle liste, che invece prevede una soglia troppo bassa, con il rischio accentuato di una forte frammentazione e anche con una politicizzazione della rappresentanza nei COMITES.
C'è inoltre un punto che consideriamo squilibrato e che avremmo voluto venisse affrontato in maniera diversa. Mentre abbiamo condiviso la valorizzazione delle Regioni, non possiamo condividere la mortificazione e la sostanziale espulsione dagli organismi di rappresentanza degli italiani all'estero di tutto quel mondo che fa riferimento all'associazionismo e ai patronati, con norme di incompatibilità sui COMITES e con il rifiuto di prevedere almeno una rappresentanza senza diritto di voto di questi mondi nel Consiglio generale.
Per queste ragioni, il nostro voto sarà contrario, sia pure con uno spirito di apprezzamento per il lavoro comune svolto, nella speranza che alla Camera esso possa produrre un risultato perfezionato da portare ai nostri italiani all'estero. Essi, infatti, sono una ricchezza fondamentale per il futuro del nostro Paese e possono diventare il nostro Commonwealth, la rete di forza dell'Italia in tante parti del mondo e una delle leve fondamentali per rilanciare il nostro Paese. (Applausi dal Gruppo PD).
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COMMENTO

Il testo approvato al Senato della Repubblica, pur apportando importanti innovazioni in materia di riforma di rappresentanza degli italiani all’estero, non accoglie gli emendamenti di seguito elencati, che, in quanto determinanti, mi auguro possano essere affrontati nella discussione alla Camera. Ne riassumo qui le linee principali.

Comitati degli Italiani all’Estero


Rappresentanza territoriale

La nuova proposta di legge trasforma tutti i territori, in cui oggi esiste un Comites, in Circoscrizioni elettorali. Questo garantirà la rappresentanza di tutti i territori oggi coperti dai Comites esistenti. In effetti, ogni territorio, pari al numero dei Comites oggi esistenti, eleggerà propri rappresentanti in proporzione alla popolazione che li rappresenterà al Comites di competenza.


Art. 1
La quota di 20'000 cittadini è troppo alta, bisogna portarla a 15'000 unità.
È di primaria importanza introdurre il concetto che renda possibile l’istituzione di più di un comitato per Circoscrizione consolare come proposto dall’emendamento 1.219 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Dopo il comma 4, aggiungere il seguente: 4-bis. Tenuto conto delle dimensioni della circoscrizione consolare e della presenza nella stessa di almeno di cinquemila cittadini italiani, nelle aree ove alla data di entrata in vigore della presente legge è già presente un Comites, sono istituiti più comitati all’interno della medesima circoscrizione.”

Non accolto dal Senato. Le modifiche all’art. 1 sono determinanti per una compiuta riforma.



Art. 4 comma 1 “Funzioni e compiti del Comitato: I Comitati sono organi di rappresentanza territoriale degli italiani all’estero presso tutti gli organismi che determinano politiche idonee ad interessare le comunità medesime. La rappresentanza diplomatico-consolare italiana informa le autorità di accreditamento dell’istituzione del Comitato e del tipo di attività che svolgerà.”

Questo articolo estende notevolmente la rappresentanza e le funzioni dei Comitati rispetto all’attuale comma 2 dell’art. 1 della legge 286 del 23 ottobre 2003, oggi in vigore.


Art. 4 comma 8 “Ciascun Comitato redige una relazione annuale sugli interventi effettuati dalle autorità ed enti italiani a favore della collettività italiana nel territorio di riferimento, nonché sullo stato della stessa collettività. Esamina, in particolare, le condizioni di vita e di lavoro dei singoli e della collettività nel suo insieme, e le attività relative alla formazione scolastica e professionale, e propone le iniziative, anche economiche, necessarie a garantire il regolare svolgimento di tutte le attività sociali, culturali ed economiche della comunità, nonché quelle volte ad una più efficace integrazione con il Paese ospite. Un apposito capitolo della relazione è dedicato al tema della diffusione della lingua e della cultura italiana nell’ambito della collettività, anche sotto il profilo dell’efficacia degli strumenti adottati e delle iniziative promosse a tal fine e, se del caso, formula proposte per il miglioramento dei servizi. Un ulteriore apposito capitolo relaziona sul funzionamento degli uffici consolari e sui servizi devoluti alla comunità italiana ivi residente.”

Tale Comma, formula con chiarezza i compiti del Comitato conferendo a quest’ultimo un peso notevole, visto che il lavoro svolto dai Comites diventa base delle attività del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, il quale avrà l’incarico di redigere “atti di indirizzo e raccomandazioni in merito alle politiche delle comunità italiane all’estero”.



Art. 4 - Comma 8 - Riproporre con forza l’introduzione del concetto contenuto nell’emendamento 4.207 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Al comma 8, aggiungere, in fine, i seguenti periodi: “Un ulteriore apposito capitolo riferisce sul funzionamento degli uffici consolari e sui servizi devoluti alla comunità italiana lì residente. Il predetto capitolo è uno dei parametri di valutazione del Ministero degli affari esteri, degli uffici e delle carriere amministrative e diplomatiche del Ministero degli affari esteri.”

Questo emendamento ha avuto parere contrario del Governo e non è stato sostenuto dalla maggioranza per il contenuto dell'ultimo periodo. Ritengo importante battersi ancora alla Camera per ottenere il voto favorevole anche in relazione all'ultimo periodo che darebbe ampia valenza al lavoro delle collettività.


Art. 4 Comma 12 - Ridurre il termine di 180 giorni a 90 giorni.
Obbliga il Ministero degli Affari Esteri a rispondere in relazione alle proposte formulate da ciascun Comitato.
Oggi, ai Comites rispondono le istituzioni che ne hanno la sensibilità. Con questo comma i Comitati hanno un riconoscimento istituzionale che sicuramente cambierà il tipo di rapporto con le istituzioni italiane rispetto a quello che hanno con la legge attuale. Il sistema elettorale ispirato al sistema delle elezioni comunali italiane, punta a impedire il ripetersi di quelle situazioni di ingovernabilità dei Comitati che troppe volte si sono trovati in condizioni di non poter eleggere un presidente.


Art. 5
Togliere il termine di “una riunione” e introdurre il concetto di “almeno una riunione”



Art. 6 comma 7 - Per rispettare l’impegno dei Comites a procurarsi proprie risorse economiche, si definisce il concetto secondo il quale i finanziamenti del Ministero degli Affari Esteri erogati per il funzionamento dei Comitati, non possono subire riduzioni in funzione delle risorse proprie di cui i Comitati possono eventualmente disporre.

Art. 6
Sarebbe opportuno presentare un emendamento per introdurre al comma 7 ultimo periodo, dopo “alla lettera d)” le lettere “ a) e e)”.
È importante sia per motivare i Comitati a ricercare risorse proprie sia per rispettare il loro lavoro di volontariato.

Art. 12
Sopprime il limite di incompatibilità secondo l’emendamento 12.207 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Al comma 8, sopprimere le seguenti parole: “i soggetti che rivestono cariche rappresentative presso gli istituti di patronato e di assistenza sociale.”

Non accolto dal Senato.
Questo limite è eccessivo perché non chiaro. Un conto è mettere un limite ai rappresentanti legali, un conto è mettere un limite agli operatori sul territorio. Ritengo fondamentale che questo emendamento venga accolto.

Art. 13
Credo sarebbe utile definire meglio i poteri del comitato elettorale, produzione, spedizione, custodia del materiale elettorale, ecc.: non sono certo che basti rimandare al regolamento.

Art. 22
Inserire l’emendamento 22.0.1 “RANDAZZO, MICHELONI, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, PERDUCA, TONINI, ZAVOLI, BERTUZZI, PEGORER. Dopo l’articolo 22, inserire il seguente: “Art. 22-bis. (Commissioni di lavoro e osservatori permanenti) 1. Il Comitato può istituire nel suo seno commissioni di lavoro, delle quali possono essere chiamati a far parte esperti esterni, compatibilmente con le esigenze di bilancio. 2. Le commissioni di cui al comma 1 sono presiedute da un membro del Comitato. Alle loro riunioni può partecipare il capo dell’ufficio consolare o un suo rappresentante, appositamente delegato. 3. Il Comitato può istituire nel suo seno osservatori permanenti sulle problematiche delle donne e delle nuove generazioni. 4. Gli osservatori di cui al comma 3 sono presieduti da un membro del Comitato e composti da donne e giovani impegnati nella comunità della circoscrizione consolare, esperti designati dal Comitato sulle materie attinenti alla condizione delle donne e dei giovani, nonché rappresentanti di associazioni e enti impegnati su queste tematiche” accolto in Senato come ordine del giorno.

Riproporre l’emendamento 22.2 “MICHELONI. Dopo il comma 5, aggiungere il seguente: “5-bis. Ai membri del comitato che partecipano alle riunioni previste dalla presente legge spettano il pagamento delle spese di viaggio, qualora fuori del comune di residenza, e un rimborso forfetario per le spese di vitto e alloggio sostenute nel periodo di permanenza nella sede della riunione. Agli stessi membri spetta, inoltre, un rimborso forfetario per le spese telefoniche, postali e per le loro attività sul territorio di competenza.”

Non accolto in Senato.





Consiglio Generale degli Italiani all’Estero

La riforma prevede sostanzialmente due innovazioni fondamentali: 1. per essere membro del CGIE bisogna essere membro di un Comites; 2. l’attuale componente di nomina governativa viene sostituita dagli Assessori regionali all’emigrazione o dai Presidenti delle Regioni, ove non esista un Assessore con delega all’emigrazione. Questa innovazione crea un organismo di altissimo livello istituzionale. E’ evidente che un organismo formato dai diretti rappresentanti degli italiani all’estero (rappresentanti eletti a suffragio universale nei Comites), dai rappresentanti delle Regioni e dai rappresentanti dello Stato centrale, ha un’elevata caratura istituzionale che potrà dare la massima forza agli indirizzi per le politiche degli italiani all’estero e alle istituzioni. Svolgerà inoltre un importante ruolo di coordinamento e di armonizzazione delle politiche dello Stato e delle Regioni. Coordinamento di cui da anni si sente la mancanza.
Le associazioni degli italiani all’estero, i partiti e i movimenti politici con sede all’estero, potranno candidare i propri rappresentanti che vivono sul territorio e che conoscono la realtà, le problematiche e le esigenze dei propri connazionali, molto meglio delle associazioni dell’emigrazione italiana che operano esclusivamente sul territorio italiano.

Queste sono le modifiche già votate dal Senato. Se alla Camera si riuscisse ad aggiungere altri elementi innovativi, allora credo che avremo dato agli italiani all’estero un sistema di rappresentanza di alto livello istituzionale e con un vero peso politico. Nel dettaglio di seguito le proposte di miglioramento della legge:

Art. 25
Comma 4, sostituire “autorità consolare” con “autorità diplomatica” verificare se non è un errore formale del Senato, questa cosa fu discussa in aula.

Riproporre l’emendamento 25.207 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Al comma 4 aggiungere le seguenti parole: “, cinque rappresentanti designati dalla consulta nazionale delle associazioni nazionali dell’emigrazione, sei rappresentanti dei Patronati maggiormente presenti all’estero secondo i dati del Ministero del Lavoro, un rappresentante della federazione nazionale della stampa, un rappresentante della federazione unitaria della stampa italiana all’estero, un rappresentante dei sindacati più rappresentativi dei lavoratori frontalieri.”

Non accolto dal Senato.

Art. 26
Riproporre l’emendamento 26.204 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Al comma 1, sostituire le parole: “eletti nella circoscrizione estero” con il seguente periodo: “. Il Parlamento esamina la relazione annuale del consiglio generale degli italiani all’estero”.

Art. 27
Riproporre l’emendamento 27.204 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Al comma 1, dopo la lettera e), inserire la seguente: “e-bis). Commissioni tematiche permanenti di lavoro.”

Rigettato dal Senato, accolto come ordine del giorno dal Senato.


Riproporre l’emendamento 27.206 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Al comma 6, sostituire le parole: “si riuniscono una volta” con le seguenti: “si riuniscono due volte”.

Art. 28
Riproporre l’emendamento 28.205 MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Al comma 1, sostituire le parole: “in via ordinaria una volta all’anno” con le seguenti: “ in via ordinaria due volte all’anno”.

Non accolto in Senato.

Riproporre l’emendamento 28.1 (testo 2) “RANDAZZO, MICHELONI, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, PERDUCA, TONINI, ZAVOLI, BERTUZZI, PEGORER. Al comma 1 aggiungere, in fine, il seguente capoverso: “Esso inoltre può essere convocato in via straordinaria su motivata richiesta di almeno due terzi dei suoi componenti non oltre il ventesimo giorno dalla data di deposito della richiesta presso la segreteria generale”. Dopo il comma 2, inserire il seguente: “2-bis. Le riunioni del CGIE di norma si aprono con una relazione del Governo fatta dal Ministro degli affari esteri o da un suo delegato, e con una relazione del vicepresidente vicario dell’organismo”. Al comma 3, inserire dopo la parola: “continentali” le seguenti parole: “e delle Commissioni permanenti di lavoro”.

Art. 31
Riproporre l’emendamento 31.4 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, PERDUCA, TONINI, ZAVOLI, BERTUZZI, PEGORER. Al comma 1, dopo le parole: “telefoniche e postali” aggiungere le seguenti: “e per le loro attività sul territorio di competenza”.

Art. 32
Riproporre l’emendamento 32.3 testo 2 “MICHELONI, RANDAZZO. Sostituire l’articolo con il seguente: “Art. 32. – (Rappresentanti) – 1. Partecipano ai lavori del Consiglio, con solo diritto di parola, i seguenti rappresentanti: a) il Direttore generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie e il Direttore generale per la promozione e cooperazione culturale del Ministero degli Affari Esteri; b) il direttore generale per le politiche previdenziali del Ministero del lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, o un suo delegato; c) un rappresentante del Ministero dell’interno, un rappresentante del Ministero dell’istruzione, Università e ricerca, un rappresentante del Dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico, e un rappresentante del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio; d) un rappresentante del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro; cinque rappresentanti designati dalla Consulta nazionale delle associazioni nazionali dell’emigrazione; e) sei rappresentanti dei Patronati maggiormente presenti all’estero secondo i dati del Ministero del lavoro; f) un rappresentante della Federazione nazionale della stampa; g) un rappresentante della Federazione Unitaria della Stampa Italiana all’Estero; h) un rappresentante dei sindacati più rappresentativi dei lavoratori frontalieri. 2. L’Ufficio di Presidenza può invitare a partecipare ai lavori delle assemblee plenarie del consiglio, con solo diritto di parola, fino a 10 personalità competenti sui temi all’ordine del giorno, scelte tra rappresentanti delle istituzioni di organismi od enti italiani, nonché studiosi delle materie all’attenzione del Consiglio, rimborsandone le eventuali spese di viaggio e soggiorno, a valere sugli ordinari stanziamenti di bilancio per il Consiglio. 3. Il Presidente è tenuto a comunicare l’ordine dei lavori di ciascuna sessione del consiglio al Presidente della Camera dei deputati ed al Presidente del Senato della Repubblica, i quali, ove lo ritengano opportuno, potranno designare fino a sette parlamentari appartenenti alle Commissioni permanenti competenti per materia che parteciperanno ai lavori dell’assemblea plenaria del Consiglio con solo diritto di parola”.

Difendere almeno le lettere a, b, c, d, nonché i commi 2 e 3.


In conclusione, il voto contrario del gruppo PD del Senato è dovuto al non accoglimento di questi emendamenti. Suggerisco al gruppo PD della Camera di riproporre tali emendamenti al fine di ottenere un gran numero di voti favorevoli, in modo particolare gli articoli 1, 12, 28 e 32, affinché la legge sia veramente una riforma di rilievo.

Sen. Claudio Micheloni
Roma, 22 giugno 2011

Filmfestival Hannover

Am heutigen Donnerstag (23. Juni 2011) wird ab 18.00 Uhr im Kino im Künstlerhaus in Hannover das Filmfestival "ueber Mut" eröffnet.

Die Friedrich-Ebert-Stiftung unterstützt dieses deutschlandweit wandernde Filmfest sehr gern und das Landesbüro Niedersachsen der Friedrich-Ebert-Stiftung präsentiert am

Montag, dem 27. Juni 2011 um 16.30 Uhr
den Dokumentarstreifen TEENAGE RESPONSE
von Eleni Ampelakiotou.

TEENAGE RESPONSE begegnet 13 jungen Menschen, die gerade dabei sind, das zu werden, was man „erwachsen“ nennt, was immer das auch sein mag. Wir „Erwachsenen“ können diese Frage oft selbst schwer beantworten. Vielleicht können wir alle von diesen Jugendlichen lernen, was
es bedeutet zu wachsen.
Die Regisseurin Eleni Ampelakiotou überlässt ihren Protagonisten die gesamte Szene. Nur die Jugendlichen kommen zu Wort. Die Kamera folgt ihnen jedoch nicht in ihren Alltag, sondern an ein individuell gestaltetes Set. Die sehr unterschiedlichen Charaktere der 13- bis 21-Jährigen spiegeln sich in Raum- und Lichtinstallationen, Skulpturen und Klänge rahmen die Monologe der Jugendlichen ein.

Karten gibt es für 6 Euro / erm. 4 Euro an der Kinokasse
Mehr Informationen zum Film: http://www.aktion-mensch.de/filmfestival/film.php?fid=51

Veranstaltungsort:
Kommunales Kino im Künstlerhaus
Sophienstraße 2, 30159 Hannover

Kurzentschlossen sei noch die Festivaleröffnung am heutigen Donnerstag Abend ab 18 Uhr ans Herz gelegt.
Nach Grußworten vom Aktion Mensch Vorstand Martin Georgi und von der Schirmfrau des Festivals Heidi Merk sowie einem vegetarischen Büffet aus dem Restaurant Hiller wird ab 19.00 Uhr der Film ROUGH AUNTIES gezeigt.

Wenn Kinder Opfer von Missbrauch werden, verstummen sie oft aus Scham und Angst. Diese Mädchen und Jungen zum Reden zu bringen, ist Ziel der Hilfsorganisation Bobbi Bear im südafrikanischen Durban. Mit Wut und Herzlichkeit treten die «Tanten» von Bobbi Bear für die Rechte der Kinder ein, oft gegen korrupte Beamte und eine patriarchialische Struktur.
Nach dem Film wird Mary Devery von TERRE DES FEMMES Köln Fragen zum Film und zur Arbeit von "Bobby Bear" beantworten.
Mehr Informationen zum Film: http://www.aktion-mensch.de/filmfestival/film.php?fid=50

Das komplette Programm und alle Filmpartner finden Sie hier: http://www.aktion-mensch.de/filmfestival/programm.php?cid=452
Karten reservieren können Sie unter Tel.: 0511 16845522 oder KokiKasse@Hannover-Stadt.de

Alle Filme sind mit Untertiteln für hörgeschädigte Menschen ausgestattet. Ebenso sind sie mit Audiodeskription für Blinde versehen. Es besteht die Möglichkeit, sich dafür Funkkopfhörer an der Kasse auszuleihen. Des Weiteren werden alle Diskussionen von einem/r Gebärdensprachdolmetscher/in begleitet.

Mit freundlichen Grüßen
Franziska Schröter
Landesbüro Niedersachsen der Friedrich-Ebert-Stiftung

L'UE SALVA LA PIZZA NAPOLETANA

Via libera Europarlamento alle norme contro l'agropirateria

(GRTV) - La Commissione agricoltura del Parlamento europeo ha approvato alcune novità in tema di agroalimentare per la lotta contro l'agropirateria e la difesa della pizza napoletana. E’ stata approvata in particolare, la programmazione dei volumi di produzione anche per le grandi Dop e Igp, di cui l'Italia è leader in Europa. Sono previste misure amministrative e giudiziarie più efficaci contro imitazioni, usurpazioni ed evocazioni. Per quanto riguarda le specialità tradizionali garantite come la pizza napoletana, è previsto che le denominazioni Stg registrate nell'attuale normativa senza riserva del nome, possano essere modificate con un nome suscettibile di essere inserito nel nuovo registro Ue. Regole più chiare sull'utilizzo dei marchi d'area nelle etichette dei prodotti Dop e Igp, ed è stata inserita l'agricoltura di montagna e la vendita diretta tra i termini opzionali in etichetta.

GRTV Redazione


23 giugno 2011

25 giu 2011

Riunione dell’Assemblea del Comites di Hannover


Lucia Bucchieri (Vicepresidente)e Giuseppe Scigliano (Presidente)



Sabato 18 giugno dalle ore 10.00 alle ore 14.00 si è tenuta la riunione dell’assemblea del Comites di Hannover.

Ordine del giorno:

1) Approvazione verbale del 22.01.2011
2) Approvazione Bilancio preventivo comites 2011 cap. 3106
3) Approvazione Bilancio preventivo comites 2011 cap. 3103
4) Parere Bilancio preventivo coascit 2011
5) parere Bilancio preventivo CAI 2011
6) Parere richiesta contributi rivista “A Tavola”
7) Situazione finanziaria
8) Assicurazione membri
9) Analisi della collettività italiana nella Bassa Sassoniaa
10 Priorità attività comites 2011
11 varie

Tutti i pareri sono stati approvati all’unanimità.

Per quanto riguarda la situazione finanziaria del Comites, si è preso atto che le risorse messe a
disposizione da parte del MAE sono sufficienti solamente al mantenimento della struttura.
Molto il malumore e la delusione di chi ha voglia di continuare il brillante lavoro svolto in
passato. Nessuno riesce a capire il motivo dei tagli verso una struttura di rappresentanza che
tra le altre competenze ha anche quella di promuovere il Paese Italia all’estero.

È chiaro che dobbiamo rendere noto ai nostri connazionali che se diventiamo inoperosi,
questo è da attribuire non al nostro “dolce far niente” ma alle scelte che il nostro Governo ha
voluto effettuare nei confronti delle rappresentanze all’estero. Noi non siamo stanchi,
abbiamo ancora molta energia e voglia di lavorare per la collettività italiana ma dobbiamo
essere messi in condizione di poterlo fare.

Purtroppo si prende atto che le sole attività che si riusciranno a fare, saranno possibili solo se
sul territorio si troveranno i fondi necessari attraverso la sponsorizzazione di qualche
imprenditore magnanimo.


Precedenza su tutte le attività viene data al “Premio Comites 2011” e alla collaborazione con
l’università di Iena per la ricerca dedicata ai 150 anni dell’unità d’Italia effettuata dagli
studenti tedeschi sotto la guida della Docente Luisa Conti e la rispettiva mostra itinerante
prevista in quattro località diverse della Bassa Sassonia: Consolato Generale di Hannover,
Municipio di Hildesheim. Municipio di Wallenhorst ed una località da stabilire ad Osnabrück.

Molta la tristezza per non poter stampare il Bollettino “Comites InForma” molto seguito dalla
nostra collettività. Ci scusiamo con chi ci ha seguito ma non possiamo fare miracoli.

Si prende atto purtroppo che i Comites, pur essendo stati chiamati in vita dal nostro
Parlamento, non hanno più, nella costellazione attuale di chi amministra, una lobby che ne
Difende la sopravvivenza.

GENTE D’ITALIA/ DIECI ETERNI E FALSI LUOGHI COMUNI SUGLI ITALIANI ALL’ESTERO

– DI SILVANA MANGIONE Venerdì 24 Giugno 2011 14:37 MONTEVIDEO\ aise\ -

"La preparazione al referendum con il lancinante tam-tam: quorum sì, quorum no, ha riportato alla ribalta, in maniera sempre più negativa, gli italiani all’estero. Votano? Non votano? Perché votano? Come votano? Perché dovrebbero avere diritto di votare su cose "che non li riguardano"? Sfatiamo insieme le false affermazioni ricorrenti". A scrivere è Silvana Mangione, vicesegretario del Cgie per i Paesi anglofoni extra Ue che sul numero di oggi della "Gente d’Italia", quotidiano delle Americhe diretto da Mimmo Porpiglia, sintetizza in 10 punti i falsi luoghi comuni sugli italiani all’estero e il loro voto.

"1. "La legge Tremaglia ha dato agli italiani all’estero il diritto di voto". Falso.

Tutti i cittadini italiani, ovunque si trovino, hanno diritto di voto in base alla Costituzione italiana, art. 48, comma 1: "Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età". La modifica costituzionale degli articoli 48, 56 e 57 della Costituzione ha garantito agli italiani all’estero non il diritto, che già avevano, ma l’esercizio del diritto di voto in loco, per l’elezione dei propri rappresentanti diretti alla Camera e al Senato;

2. "Gli italiani all’estero non hanno diritto di votare al referendum". Falso. L’art. 75 della Costituzione, comma 2, recita: "Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei Deputati", secondo i già citati artt.48, comma 1 e 56.

3. "Gli italiani all’estero non sono interessati alle decisioni sull’acqua, il nucleare il legittimo impedimento" e così via. Falso.

Gli italiani all’estero hanno proprietà e famiglie in Italia e interesse al buon nome e alla buona immagine dell’Italia nel mondo, pertanto vogliono partecipare alle decisioni che riguardano il loro Paese.

4. "Gli italiani all’estero non pagano le tasse". Falso.

Gli italiani all’estero pagano le tasse su tutti i loro redditi italiani, sui conti bancari, sulla casa che possiedono, anche se non è affittata, sulla spazzatura per l’intero anno anche se se vi abitano in Italia soltanto per un mese, nonché tutte le altre applicabili tasse.

5. "No representation without taxation". Falso.

Lo slogan degli insorti americani era il contrario: "No taxation without representation", vale a dire non si può imporre il pagamento delle tasse a chi non ha voce in Parlamento, il luogo in cui tali tasse vengono decise. Ergo i cittadini italiani all’estero hanno diritto alla propria rappresentanza.

6. "Gli italiani all’estero salassano il sistema di previdenza e assistenza sociale italiano". Falso.

Gli italiani all’estero ricevono la pensione soltanto se hanno versato i contributi necessari per il tempo stabilito, che è andato aumentando progressivamente e pesantemente da vent’anni a questa parte. Non hanno diritto all’assegno sociale, perché risiedono all’estero. Gli scarsi interventi di assistenza, necessari in alcuni Paesi in crisi economica, rispondono ai dettami dell’art. 2, comma 1: "La Repubblica... richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale" e dell’art. 32, comma 1, della Costituzione: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo .. e garantisce cure gratuite agli indigenti".

7. "L’Italia fuori d’Italia non esiste". Falso.

L’Italia fuori d’Italia esiste eccome e continua a contribuire in modo notevole alla bilancia dei pagamenti italiana in modo diretto o indiretto. Il voto all’estero ha rinsaldato il rapporto con l’Italia dei cittadini italiani che hanno potuto finalmente esercitare il primo e fondamentale diritto di cittadinanza: votare ed essere rappresentati. Ad esempio, la Francia ha deciso di imitare l’Italia e far eleggere dai suoi 1.1 milioni di francesi all’estero 11 deputati: uno ogni 100.000 cittadini, con lo stesso rapporto numerico stabilito dalla Costituzione francese per i deputati eletti in Francia.

8. "L’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani all’estero deve essere limitato a 10 anni di assenza dall’Italia perché in questo caso voterebbero per le circoscrizioni d’origine e soltanto coloro che hanno ancora con la madrepatria stretti legami di affetti e di interesse". Falso.

Perché ci sono "emigrati" da pochi anni che non hanno nessun desiderio di interagire con il Paese da cui hanno dovuto allontanarsi per sopravvivere a qualunque livello ed altri che vivono all’estero da decine d’anni e hanno con l’Italia un rapporto strettissimo.

Il legame con l’Italia non è inversamente proporzionale ai tempi di emigrazione, ma direttamente proporzionale alle abitudini all’esercizio della democrazia e dei diritti di cittadinanza, rafforzati anche attraverso le abitudini assorbite nel paese di residenza. È sufficiente applicare un meccanismo di opzione, per cui chi desidera votare rimanendo all’estero deve farne richiesta ufficiale in modi da fissare per legge.

9. "La legge Tremaglia ha prodotto un corpo elettorale di più di tre milioni di persone". Falso.

Il corpo elettorale di più di tre milioni di persone è sempre esistito: molto semplicemente, per votare il cittadino doveva tornare in Italia a sue spese. Dall’Europa venivano organizzati pullman e treni speciali. Dal lontano estero ciò diventava molto più difficile a causa delle distanze e dei costi non soltanto di viaggio, ma anche di assenza dal lavoro. In questo modo si era creata una plateale discriminazione che infrangeva il principio di uguaglianza e di non dipendenza del voto dal "censo" sancito dalla Costituzione.

10. "La legge elettorale per gli iscritti all’AIRE non funziona". Falso.

Non è la legge che non funziona. Non funziona in parte l’applicazione della legge: il mancato allineamento dell’AIRE agli schedari consolari e la mancata adozione di accorgimenti di semplificazione e certificazione del plico elettorale. A questi problemi, facilmente risolvibili, si aggiungono le tirature gonfiate ad arte dei giornali per gli italiani all’estero e l’insufficiente diffusione e programmazione di RAI Internazionale, che insieme dovrebbero informare gli elettori, nonché lo scarso sostegno a fonti d’informazione alternative e crescenti quali radio e televisioni locati e internet.

In conclusione, qualsiasi disconoscimento o limitazione del diritto primario di ogni cittadino con la cancellazione dell’esercizio del diritto di voto in loco con rappresentanza diretta costituirebbe un grave colpo dal quale il rapporto dell’Italia con la rete delle presenze dell’Italia all’estero non riuscirebbe a risollevarsi, con gravi danni all’economia italiana, già in difficoltà". (aise)

OCSE: ITALIA E GERMANIA ULTIME DELLA CLASSE PER LA SPESA IN ISTRUZIONE/ INSEGNANTI

ITALIANI SODDISFATTI AL 95% DEL LORO LAVORO Venerdì 24 Giugno 2011 14:51

ROMA\ aise\ - Due diverse indagini, entrambe dell’OCSE, fanno emergere due realtà del settore dell’istruzione solo apparentemente contraddittorie: secondo la prima, Italia e Germania sono ultime della classe per spesa in istruzione; per la seconda, il 95% degli insegnanti italiani si dichiarano soddisfatti del lavoro svolto in classe.



Secondo i dati Ocse, la spesa per l’istruzione nel nostro Paese rappresentava nel 2008 appena il 9,3% dell'intera spesa pubblica, tra i livelli minimi del pool dei 31 paesi che fanno parte dell'organizzazione e ben al di sotto della media complessiva (13,1%).

Non solo, l'Ocse rileva anche che in Italia, così come negli Stati Uniti, in Israele, Slovenia, Ungheria, Islanda e repubblica Ceca, "i salari degli insegnanti sono considerevolmente inferiori rispetto alla media di quanto guadagnano i lavoratori del terziario". È generalmente inferiore alla media Ocse anche il livello di spesa che l'Italia dedica alla sanità: nel 2008 ammontava al 4,6% della spesa pubblica complessiva, contro il 14,7% della media. In particolare, da noi si è registrato un aumento dell'1,6% dal 2000 al 2008, mentre nei paesi Ocse l'incremento è stato dell'1,7%.

Per l'Ocse, inoltre, l'Italia deve introdurre una maggiore trasparenza negli acquisti per la P.A., ricordando che nel 2008 a questa voce è andato ben il 10% del Pil italiano.

L’altra faccia della medaglia è rappresentata dagli insegnanti italiani, che si dichiarano tra i più soddisfatti del loro lavoro svolto in classe. Messi a confronto con i colleghi di 23 paesi dell'area Ocse i nostri "prof" dichiarano però anche che la loro professione è migliorabile, soprattutto riducendo gli impegni burocratici extra-didattici e aumentando le opportunità per aggiornare le loro competenze.

Questi dati risultano dall'indagine internazionale Ocse-Talis, che ha esaminato anche la percezione che i docenti hanno del loro "status", diffusa nei giorni scorsi dalla Uil scuola. Questo studio è stato condotto in 23 paesi su un ampio campione di docenti e dirigenti scolastici in servizio nelle scuole superiori di primo grado.

Come si è detto, per quanto riguarda l'Italia, il 95% dei docenti ha detto di essere appagato del proprio lavoro dietro la cattedra. E ciò, malgrado il tempo che è sottratto loro all'insegnamento per espletare troppi adempimenti burocratici (8,8%) - come le schede da riempire, le comunicazioni da espletare, i modelli periodicamente da consegnare - risulti più alto della media dei 23 paesi coinvolti nello studio (il record del carico di pratiche è dei messicani, con il 16,5% delle ore sottratte all'insegnamento).

Non solo, i prof italiani hanno anche ammesso di utilizzare il 14% del loro tempo con gli alunni per mantenere l'ordine in classe. Ma su questo punto sono gli insegnanti brasiliani a faticare di più per mantenere l'ordine (17,8% del tempo).

I ricercatori che hanno svolto l'indagine hanno anche interrogato i docenti sulla percezione che loro hanno dell'efficacia personale in relazione all'attività educativa con i propri studenti. Sotto la lente di ingrandimento sono state messe una serie di variabili relative al lavoro d'aula, non sotto il profilo delle materie insegnate, ma su quello relazionale. (aise

11 giu 2011

Riunione Intercomites Germania

Si terrà ad Hannover nei giorni 1-2-3 luglio 2011 a partire dalle ore 18,00 di venerdì 1 luglio.

La riunione si terrà presso la sede del Comites, Seilerstr. 13 - 30171 Hannover.



Gli argomenti segnalati per l’ordine del giorno sono i seguenti:



1. Approvazione del Verbale della riunione de l 25-27 marzo 2011 - Monaco;

2. Circolare n. 4;

3. Calendario delle riunioni dell’Intercomites del 2012;

4. Richieste di contributo degli enti sotto l’ottica dei tagli;

5. Varie dai singoli Comites


La riunione si svolgerà nei seguenti orari:



venerdì 1 luglio dalle 18,00 alle 20,00

sabato 2 luglio dalle 9,00 alle 12,30

dalle 14,30 alle 18,00

domenica 3 luglio dalle 9,30 alle 13,00

la carta d'identita' per i minori

Si informa che lo scorso 26 maggio il Ministero dell'Interno ha comunicato che a partire dal 14 maggio 2011, data di entrata in vigore del decreto legge 13 maggio 2011, n. 70 "Semestre europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia", la carta d'identita' puo' essere rilasciata anche a favore dei minori di anni quindici.
Il comma 5 dell'articolo 10 del suddetto decreto legge, ha modificato, infatti, l'art. 3 del T.U.L.P.S. di cui al Regio decreto 18 giugno 1931, n. 773.


Con la predetta modifica normativa, il Ministero dell'Interno ha accolto favorevolmente la richiesta avanzata in piu' occasioni dal Ministero degli Affari Esteri relativa alla necessita' di un adeguamento alle disposizioni comunitarie delle norme nazionali in materia di carta d'identita'. Tale modifica e' divenuta indispensabile anche alla luce delle disposizioni contenute rispettivamente nei Regolamenti (CE) n. 2252/2004 e (CE) n. 444/2009, che hanno determinato l'adozione del nuovo passaporto elettronico.


Per i cittadini italiani residenti all'estero, il rilascio della carta d'identita' anche a favore dei minori di anni quindici rappresenta una conveniente soluzione alternativa al passaporto individuale per viaggiare nei Paesi che ne riconoscono la validita'; mentre per i minori che risiedono in Italia il documento in questione si affianca al certificato di nascita con fotografia vidimato dalla questura, che, pur essendo tuttora valido, ha spesso generato disagi all'utenza.


A partire dal 14 maggio 2011, pertanto, in analogia con quanto stabilito dall'art. 14 della legge 21 novembre 1967, n. 1185 in materia di passaporti, la carta d'identita' viene rilasciata a favore di tutti i cittadini italiani, indipendentemente dalla loro eta'.


La validita' temporale del documento e' di tre anni fino al compimento dei tre anni di eta' del titolare; di cinque anni fino al raggiungimento della maggiore eta' dello stesso e di dieci anni a partire dai diciotto anni, analogamente alla validita' del passaporto disciplinata dall'art. 17 della predetta legge n. 1185/1967. La validita' differenziata della carta d'identita' durante la minore eta' del titolare consente una corrispondenza tra i dati inseriti nel documento e le diverse sembianze assunte nelle fasi evolutive della crescita.


E' previsto che i minori di quattordici anni viaggino in compagnia di uno dei genitori o di chi ne fa le veci o che venga menzionato - su una dichiarazione rilasciata da chi puo' dare l'assenso, convalidata dalla questura oppure dalle autorita' consolari in caso di rilascio all'estero - il nome della persona, dell'ente o della compagnia a cui i minori sono affidati.


Qualora i minori viaggino con i genitori, è opportuno che questi ultimi si muniscano di documentazione comprovante la titolarita' della potesta' sul minore anche nei confronti delle autorita' di frontiera estere.


La firma del titolare deve essere apposta a partire dal compimento del dodicesimo anno di eta'.





IL REGGENTE

Sandro Mancini

REFERENDUM: IL VOTO DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO E’ A RISCHIO

(NoveColonne ATG) Roma - “Attesa la tempistica prevista dalle disposizioni vigenti in materia di voto per corrispondenza il Viminale comunica che è impossibile procedere a una nuova stampa e distribuzione agli elettori all’estero delle schede col nuovo quesito sul nucleare”. Durante il question time alla Camera il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, dà forma ai timori e sospetti che aleggiavano da quando la Consulta aveva confermato il mantenimento del quesito referendario sul nucleare, modificando però il contenuto della formulazione e di fatto ponendo a rischio il voto dei tre milioni e 200 mila elettori italiani all’estero. Vito ha dichiarato che sono in corso di stampa e distribuzione in tutto il Paese le nuove schede grigie (quelle sul nucleare), ma queste non saranno nuovamente inviate agli italiani residenti all’estero, i quali potevano esprimere il loro voto entro la data del 2 giugno. Di fronte alla possibilità che tali schede possano essere invalidate si è subito mosso Antonio di Pietro, che ha preparato un’istanza destinata alla Corte di Cassazione, affinché l’ufficio centrale per i referendum tenga conto del ‘quorum ridotto’ sul nucleare. In pratica, il voto sul nucleare degli italiani all’estero non dovrebbe essere calcolato e conseguentemente dovrebbe venire abbassata la soglia del quorum minimo per la validità della consultazione. Il senatore del Pd Stefano Ceccanti ed Eugenio Marino, responsabile Pd per gli italiani all’estero, rispondono alla dichiarazione del ministro Vito chiedendo che l’impossibilità di inviare le nuove schede non comporti l’annullamento del voto e che i risultati vengano resi pubblici. “E’ bene ricordare - si legge in una nota - che il ministero dell’Interno è tenuto a trasmettere sia i dati sulla partecipazione sia quelli sullo scrutinio, ritenendosi i dati sul voto all’estero sul nucleare cumulabili a quelli sul voto in Italia, per l’evidente continuità di indirizzo dei due quesiti”. Il deputato di Fli Aldo Di Biagio commenta negativamente l’intervento di Vito: “Bella risposta al question time. Invece di dare una soluzione al problema, il governo rimanda la decisione di validare o meno il terzo quesito per gli italiani all’estero, riconoscendo tale discrezionalità alla Commissione elettorale competente a Roma. Ancora una volta - aggiunge - gli italiani nel Mondo sono usati a mo’ di ruota di scorta dal governo. Ancora una volta i cittadini all’estero vengono messi in mezzo solo se fa comodo”.

STIPENDI, GLI STRANIERI GUADAGNANO 300 EURO IN MENO DEGLI ITALIANI

(NoveColonne ATG) Roma - Un dipendente straniero percepisce 987 euro al mese, quasi 300 euro in meno di un dipendente italiano (il 22,9% in meno). Nelle regioni settentrionali, soprattutto del NordEst (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto) la busta paga è “più ricca” e vi è un minor differenziale con gli italiani. Le donne straniere guadagnano appena 797 euro al mese, nessun vantaggio salariale per gli stranieri più istruiti, migliori retribuzioni per chi lavora nei settori del trasporto / comunicazione e nelle costruzioni, più basse per chi opera nell’agricoltura o nei servizi alla persona. Tra le prime cinque nazionalità più rappresentate, il salario annuo di un dipendente marocchino è equivalente alla ricchezza prodotta da 5,5 marocchini rimasti in patria, 6,5 se si tratta di filippini. Questi alcuni risultati di uno studio della Fondazione Leone Moressa che ha analizzato le retribuzioni mensili dei dipendenti stranieri nel quarto trimestre 2010. Nelle aree settentrionali gli stranieri guadagno mediamente di più rispetto agli stranieri che lavorano nel Mezzogiorno: si tratta di comparare ad esempio i 1.159 euro al mese di un immigrato che lavora in Friuli Venezia Giulia e i 674 euro di uno straniero in Calabria. Ma il Sud si differenzia anche per il maggiore gap retributivo tra dipendenti stranieri e italiani: infatti se in alcune regioni settentrionali i differenziali non superano i 300 euro, in alcune regioni del Sud il gap retributivo oltrepassa i 500 euro (come in Basilicata). I dipendenti stranieri di sesso maschile, oltre a recepire un salario mensile mediamente più alto delle donne (1.135 euro vs 797 euro), mostrano dei divari retributivi meno ampi rispetto alle retribuzioni dei dipendenti italiani dello stesso sesso: si tratta del 19% in meno per i maschi rispetto al 29,4% delle donne. Il titolo di studio non ha alcuna influenza sul livello salariale degli stranieri. Infatti, le retribuzioni percepite da coloro che hanno un basso livello di istruzione (nessun titolo, licenza elementare e licenza media) non differisce di molto da quanti invece hanno il diploma superiore. Diverso è invece il caso dei laureati che ricevono in media al mese 1.123 euro. Ma più aumenta il livello di istruzione, maggiore è il gap con i dipendenti italiani con le medesime caratteristiche. I dipendenti inquadrati con contratti a tempo indeterminato guadagnano poco meno di mille euro al mese, mentre coloro che sono a tempo determinato ricevono 926 €. Nel confronto con gli italiani emerge come i differenziali siano però più evidenti tra i primi rispetto ai secondi.

NEL 2060 GLI EUROPEI SARANNO 526 MILIONI, MA SEMPRE PIU’ ANZIANI

(NoveColonne ATG) Roma - La popolazione dell'Unione europea crescerà dai 501 milioni del primo gennaio 2010 ai 525 milioni nel 2035 per raggiungere il picco attorno al 2040, quando nei 27 Paesi membri si conteranno 526 milioni di abitanti. Successivamente, è previsto un ridimensionamento, che porterà la popolazione a 517 milioni nel 2060. Sono le stime dell'Eurostat, secondo cui la quota di popolazione over 65 è destinata a crescere dal 17% del 2010 al 30% del 2060 e quella di over 80 dal 5% attuale al 12%. Nel 2060 n Italia, gli ultra sessantacinquenni saranno il 31,7% rispetto al 20,2% del 2010 e coloro che avranno più di 80 anni il 14,1% rispetto al 5,8% dello scorso anno. Nei prossimi cinquant'anni la crescita più forte della popolazione nei singoli paesi si avrà in Irlanda (+46%), Lussemburgo (+45%), Cipro (41%), Gran Bretagna (+27%) e Belgio (+24%), mentre diminuiranno gli abitanti di Bulgaria (-27%), Lettonia (-26%), Lituania (-20%), Romania e Germania (-19% per entrambe). In Italia, nel 2060 l'Eurostat stima che saremo 65 milioni (+7,7%).

REFERENDUM: GOVERNO PRO ASTENSIONE, MONDO CATTOLICO DICE SI’

(NoveColonne ATG) Roma - Si avvicinano i giorni del referendum e si moltiplicano le iniziative dei sostenitori del ‘si’, mentre nel campo del ‘no’ prevale la linea dell’astensionismo per non far raggiungere il quorum. Il ministro per l’Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi, conferma la linea dell’astensionismo già più volte rivendicata: “Pur riconoscendo la legittimità di un istituto importante come il referendum - dice - , ritengo però che rappresenti uno strumento di sconfitta per la politica che delega ai cittadini decisioni e responsabilità che invece dovrebbe assumere. Anche il non recarsi alle urne, come farò io, è comunque un'espressione di voto”. Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, parlando di nucleare a margine dell’assemblea di Unioncamere ha definito il quesito referendario “quasi inutile”, dal momento che, prima del pronunciamento della Consulta “io pensavo di avere abrogato la legge che consentiva al nostro Paese di tornare al nucleare. Quindi andiamo a fare un referendum su un argomento che il governo ha già risolto con una legge” e in ragione di ciò “l’esito del quesito referendario sul nucleare, per quanto mi riguarda, è quasi inutile”. Al di fuori del mondo politico ha professato la sua scelta di astensione l’Ad dell’Eni Paolo Scaroni, il quale ha dichiarato: “Io non voto mai per principio a nessun referendum perché secondo me un referendum abrogativo è una follia”. Contro i sostenitori dell’astensionismo si è scagliato Beppe Grillo, che sul suo blog scrive: “E’ inammissibile che chi ricopre una carica pubblica inviti la gente a non andare a votare, andrebbe denunciato”. Ma per Grillo nonostante “la tattica vigliacca di stare in silenzio, di depistare gli elettori (…) l’opinione pubblica ha già deciso: i ‘si’ saranno maggioranza con o senza quorum”. Tra i sostenitori del sì il Pd in Campania si adopera mettendo in moto tutta la sua macchina organizzativa: il segretario nazionale, Pier Luigi Bersani infatti ha inviato una lettera a tutte le famiglie di Napoli “per spiegare l’importanza del voto, tanto più in Campania, dove sono stati individuati due possibili siti per la localizzazione di nuove centrali nucleari”. Il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, che ha promosso un’iniziativa pro-referendaria con Fabio Rampelli, del Pdl, ricorda che “domenica e lunedì prossimi si decide quale modello di società costruiremo per noi stessi e per i nostri figli. Abbiamo la possibilità, una volta per tutte, di mettere al riparo le future generazioni dal rischio radioattivo e dalle scorie che nessun paese al mondo è in grado di trattare e gestire. Per questa ragione - aggiunge Bonelli - è fondamentale andare a votare indipendentemente dalla propria appartenenza politica”. Infine, anche il mondo cattolico scende in campo in favore del sì e in particolare per i quesiti relativi all’acqua pubblica. I settimanali diocesani riuniti nella Fisc, la Federazione dei settimanali cattolici, in vista dei referendum di domenica 12 e lunedì 13 giugno, sostengono il sì per i quesiti sull’acqua pubblica e il nucleare e lasciano libertà di voto per il legittimo impedimento.

REFERENDUM, DOVEROSO SALVAGUARDARE IL VOTO ALL’ESTERO

(GRTV) - In merito ai referendum del 12 e 13 giugno, e al voto degli italiani all’estero, dopo la risposta del ministro Elio Vito all’interrogazione dell’on. Di Biagio basata sulla impossibilità di rispedire i plichi con le schede elettorali anche per la circoscrizione estero, l’on. Narducci ritiene sia necessario nutrire fiducia nei giudici di Cassazione che costituiscono Commissione elettorale competente a Roma, poiché le risposte date dai cittadini italiani residenti all’estero sul nucleare non possono essere annullate d’ufficio a causa della riformulazione del quesito e dell’impossibilità di ristampare le schede.
“La questione dell’energia – afferma Narducci - travalica i confini nazionali e i nostri concittadini che hanno votato vivono molto spesso in nazioni in cui il dibattito su questa fonte di energia è accesissimo. Per cui il voto espresso dai nostri connazionali rappresenta sicuramente un orientamento importante anche per l’Italia”. per Narducci è doveroso salvaguardare il diritto di voto degli italiani all’estero ed il principio di continuità del quesito referendario. Inoltre, ha incalzato il deputato eletto all’estero, dobbiamo condannare con forza le disfunzioni registrate in ogni parte del mondo per la consegna dei plichi elettorali in occasione di queste elezioni referendarie, disfunzioni che segnano un passo indietro rispetto alle elezioni politiche del 2008”.

GRTV/Redazione

47 MLN DI ITALIANI CHIAMATI ALLE URNE PER IL REFERENDUM, 3,2 MLN VOTANO ALL'ESTERO

(GRTV) – Sono più di 47 milioni e 300mila gli elettori italiani chiamati alle urne per il referendum del 12 e 13 giugno. I maschi votanti sono 22.734.855 e le femmine 24.623.023. Si voterà domenica dalle ore 8 alle 22 e lunedì dalle 7 alle 15. All’estero il corpo elettorale interessato alle consultazioni referendarie è di oltre 3 milioni e 200mila elettori. Affinché il referendum sia valido, deve andare alle urne la metà più uno degli aventi diritto al voto.
Sono quattro i referendum popolari. Il primo, su cui si voterà su una scheda di colore rosso, riguarda le ‘Modalità e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica’. Il quesito prevede l’abrogazione di norme che attualmente consentono di affidare la gestione dei servizi pubblici locali a operatori economici privati. Il secondo referendum, su scheda di colore giallo, riguarda la ‘Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito’. Il quesito propone l’abrogazione delle norme che stabiliscono la determinazione della tariffa per l’erogazione dell’acqua, il cui importo prevede attualmente anche la remunerazione del capitale investito dal gestore. Il referendum numero 3, su scheda di colore grigio, propone l’abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare. Il quesito numero 4, con scheda di colore verde, propone l’abrogazione di norme in materia di legittimo impedimento del presidente del Consiglio dei ministri e dei ministri a comparire in udienza penale, come risulta a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.
E’ possibile ritirare, e quindi votare, anche solamente la scheda per uno o per alcuni dei quesiti referendari. Gli elettori residenti in Italia, per poter esercitare il diritto di voto presso gli uffici di sezione nelle cui liste risultano iscritti, dovranno esibire un documento di riconoscimento e la tessera elettorale personale. Chi avesse smarrito la propria tessera elettorale personale, potrà chiederne un duplicato agli uffici comunali nei cinque giorni antecedenti quello di inizio della votazione nonché nei giorni della votazione per tutta la durata delle operazioni di voto. Tutti i risultati elettorali e i dati relativi all'affluenza alle urne saranno consultabili in tempo reale sul sito: www.interno.it. Così come è avvenuto per le ultime elezioni amministrative, anche per le prossime consultazioni referendarie ai cittadini che vorranno andare a votare utilizzando l’aereo all’interno del territorio nazionale sarà rimborsato il 40% del biglietto di andata e ritorno. L’importo massimo rimborsabile non può superare le 40 euro per il viaggio di andata e ritorno per ogni elettore.
GRTV/Redazione