Mentre CGIL, CISL E UIL propongono nel loro ultimo volantino ulteriori chiusure di sedi quale
strategia di risparmio per evitare altri tagli alle indennità di servizio estero – senza neppure
considerare l’apertura di una vertenza con l’Amministrazione sulle gravi criticità emerse in
ambito di riforma dell’ISE-, la Confsal Unsa è ormai rimasta sola sul fronte della lotta contro
la scellerata, scriteriata, ottusa e paradossalmente costosa chiusura di consolati, sportelli
consolari e IIC che assottiglia spaventosamente proprio i posti funzione all’estero.
Patronati, Comites, Associazioni Italiane,
Enti gestori italiani sono chiamati ora a unirsi
nella lotta, sottraendosi alla tentazione di volersi sostituire ai servizi che lo Stato, e
solo lo Stato, deve ai milioni di cittadini italiani residenti all’estero.
E’ inevitabile osservare la corsa ormai partita per riempire gli spaventosi vuoti che
l’Amministrazione ha creato con i tagli dei servizi all’estero. Una corsa, cui partecipa chi è
tentato di accaparrarsi legittimità politica e indispensabilità del proprio ruolo in emigrazione,
mettendo finalmente mano sui servizi consolari.
MA I SERVIZI CONSOLARI SONO INSOSTITUIBILI.
AIUTATECI PIUTTOSTO A SALVARLI!
L’Amministrazione del MAECI sulla rete estera è fin troppo scaltra nel chiedere il “sostegno”
delle parti sociali per defilarsi dalle proprie responsabilità. L’ultimo caso evidente si è avverato
in Germania, a Saarbrücken, dove il Comites, mosso dalla buona fede e per evitare alla
collettività trasferte di oltre quattrocento chilometri per i servizi consolari a Francoforte sul
Meno, ha messo i propri locali a disposizione delle costose e inefficaci “Presenze consolari”. Il
risultato, oltre ad essere stato confusionale, ha svincolato l'Amministrazione dall’impegno di
dover rispondere all’offerta di locali gratuiti della Governatrice del Saarland, per una presenza
snella ma fissa di personale MAECI, come per altro già annunciata e garantita davanti al
Senato dal Vice Ministro degli Affari Esteri Lapo Pistelli nel mese di agosto dello scorso
anno.
Che tutte le forze sociali in emigrazione si uniscano
nell’unica sensata richiesta
- della salvaguardia dei servizi consolari a mezzo di unità periferiche leggere, distaccate e
geograficamente vicine alle collettività, con personale MAECI di ruolo e a contratto e con
il coinvolgimento logistico delle locali amministrazioni;
- della rivisitazione di una Rete consolare europea, in cui il numero attuale di ambasciatori
e consoli generali non ha più ragione di essere, quando il personale amministrativo
MAECI è ben preparato e pronto a soddisfare le richieste degli utenti all’estero, che sono
ormai esclusivamente di carattere burocratico e non certo “diplomatico”;
- del giusto impegno dei deputati e senatori eletti all’estero, fra i quali alcuni di
loro sembrano aver abolito dal proprio catalogo l’argomento “servizi consolari”, facendo
piuttosto intravedere in una malcelata richiesta di dirottamento delle competenze
consolari su enti di patronato o di natura consultiva, la strategica possibilità di rafforzare il
ruolo di quest'ultimi.
GIÙ LE MANI DAI SERVIZI PER GLI ITALIANI
ALL’ESTERO CHE DEVONO ESSERE RESI DA OGNUNO
CON LE PROPRIE COMPETENZE E NEL RISPETTO DEL
PROPRIO RUOLO .
Comunicato 33
Confsal Unsa
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