TG3
Aumentati in un anno del 2,4% i giovani che non riescono a trovare lavoro. Aumentano anche gli inattivi, cioè quelli che il lavoro non lo cercano neanche più
Se Tremonti mette in guardia contro la crisi, non ancora finita, e contro i possibili “mostri” sempre in agguato come nei videogiochi, i dati diffusi oggi dall’Istat sull’occupazione gli danno ragione.
A preoccupare è soprattutto la condizione giovanile: in un anno i giovani in cerca di lavoro sono aumentati del 2,4%, e si attestano adesso al 28,9%. Oltre un ragazzo su quattro - quasi uno su tre, sarebbe da dire - non riesce a inserirsi nel mondo del lavoro. Si tratta dei dati rilevati dall’Istat per il novembre scorso, paragonati a quelli di novembre 2009.
Il dato generale invece parla di una disoccupazione all’8,7%, e si tratta del dato più alto dal 2004: il tasso è rimasto invariato da ottobre. Cresce invece il numero degli occupati: a novembre sono aumentati dello 0,2%.
Aumentano – dello 0,6% in un anno - però gli inattivi, cioè le persone scoraggiate, che un lavoro non lo cercano neanche più.
E chi lo ottiene, comunque, spesso si deve accontentare di contratti non solo a termine, sempre più diffusi, ma anche part-time: non per rispondere a esigenze organizzative, ma perché un lavoro a tempo pieno (non parliamo di quello a tempo indeterminato) non si trova più
Stabile, a novembre, la disoccupazione nell’Eurozona: rimane ferma a quota 10,1%. Meglio di tutti, dal punto di vista del lavoro, vanno Olanda, Lussemburgo e Austria. Fanalini di coda Spagna, Lituania e Lettonia.
A preoccupare è soprattutto la condizione giovanile: in un anno i giovani in cerca di lavoro sono aumentati del 2,4%, e si attestano adesso al 28,9%. Oltre un ragazzo su quattro - quasi uno su tre, sarebbe da dire - non riesce a inserirsi nel mondo del lavoro. Si tratta dei dati rilevati dall’Istat per il novembre scorso, paragonati a quelli di novembre 2009.
Il dato generale invece parla di una disoccupazione all’8,7%, e si tratta del dato più alto dal 2004: il tasso è rimasto invariato da ottobre. Cresce invece il numero degli occupati: a novembre sono aumentati dello 0,2%.
Aumentano – dello 0,6% in un anno - però gli inattivi, cioè le persone scoraggiate, che un lavoro non lo cercano neanche più.
E chi lo ottiene, comunque, spesso si deve accontentare di contratti non solo a termine, sempre più diffusi, ma anche part-time: non per rispondere a esigenze organizzative, ma perché un lavoro a tempo pieno (non parliamo di quello a tempo indeterminato) non si trova più
Stabile, a novembre, la disoccupazione nell’Eurozona: rimane ferma a quota 10,1%. Meglio di tutti, dal punto di vista del lavoro, vanno Olanda, Lussemburgo e Austria. Fanalini di coda Spagna, Lituania e Lettonia.
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