30 dic 2013

IL 2013? L’ANNO DELLA SVOLTA GENERAZIONALE: LETTA FA IL PUNTO DEI SUOI PRIMI MESI DI GOVERNO



ROMA\ aise\ - Un anno caratterizzato dalla "svolta generazionale" nella leadership politica del Paese; un anno "durissimo", durante il quale, però, "sono state poste le basi" per tornare a crescere l’anno prossimo.
Questi i due punti centrali attorno ai quali Enrico Letta ha tracciato il bilancio dei suoi primi otto mesi di Governo.
Occasione è stato il tradizionale incontro di fine anno con i giornalisti, svolto oggi presso l'auletta dei gruppi parlamentari della Camera.
Ringraziati i giornalisti per il loro lavoro, per poi ribadire che "la La libertà di stampa e l’informazione sono fondamentali in questo tempo di comunicazioni vorticose", Letta ha definito il 2013 come un "anno dalla fatica sociale evidente", ma, ha aggiunto,"l’Italia ce la farà" perché "la parte più complessa della crisi è alle nostre spalle".
Certo, ci sono "le tensioni politiche al massimo", ma il Premier resta "convinto che il 2014 sarà l’anno della riforma completa e compiuta delle istituzioni".
"L’Italia – ha, quindi, osservato - dal 24 aprile ha recuperato di un sol colpo 30 anni nel calendario: il 2013 è stato l’anno svolta generazionale di un Paese che veniva raccontato al mondo come non in grado di produrre una leadership di 40enni. Quest’anno c’è stata invece una svolta generazionale, maturata in varie tappe, e senza precedenti nella storia repubblicana, se non, forse, nell’immediato dopoguerra".
"Oggi – ha sottolineato – questa generazione è messa finalmente alla prova e non può fallire. Io farò la mia parte fino in fondo perché questa svolta riesca".
Sollecitato dalle domande dei giornalisti, Letta ha illustrato cosa il suo Governo intende fare il prossimo anno per rilanciare il Paese, riconfermando, primo tra tutti, l’impegno nel dirottare verso le politiche del lavoro i proventi della lotta all’evasione e della spending review.
"Abbiamo già approvato facilitazioni per le assunzioni di giovani under 29", ha ricordato. "E altre riduzioni sulle tasse sul lavoro sono già nella Stabilità: confermo che la strada è questa", ha aggiunto Letta sottolineando come "la stabilità ha i suoi dividendi, se esiste e la si porta avanti nel tempo". A mo’ di esempio, il Premier ha citato il debito pubblico e i suoi interessi, che quest’anno erano previsti in 89 miliardi di euro e che sono diventati - "grazie alla stabilità del Paese" - 83. La stabilità "è la precondizione per ridurre le tasse e favorire la crescita".
Sempre a proposito di pressione fiscale, Letta ha ricordato che "quest’anno gli italiani non hanno pagato l’Imu sulla prima casa" e che la mini-Imu dipende dalle aliquote dei comuni. "Ci impegniamo a che a gennaio termini l’iter in Parlamento della delega fiscale, così da poter cominciare ad applicare i decreti attuativi che diano il via a riforme importanti per un fisco migliore (catasto, riscossione, norme anti elusione), un fisco più amico dei cittadini".
In questi primi mesi di Governo, ha proseguito, "la vicenda politica è stata oggettivamente influenzata da fattori esterni, in particolare da uno" cioè la sentenza su Berlusconi. "Avrei potuto fare meglio tante cose, ma non certo per avere un consenso immediato. Il Governo lavora per il bene del paese. Il 2013 – ha sottolineato – è stato l’anno in cui si sono create le condizioni per cogliere le opportunità nel 2014".
Tra queste, rilanciare il lavoro tra i giovani. per farlo occorre "creare le condizioni minime per ottenere la fiducia che a sua volta porta gli investimenti". Questo significa che tutti devono lavorare a che "l’Italia sia percepita come un Paese serio". Per rilanciare gli investimenti il Gvoerno ha lanciato "Destinazione Italia" , si è impegnato sul fronte europeo a promuovere un vertice sulla disoccupazione, che si terrà l’anno prossimo a Roma, lavora alla riforma della giustizia civile e della semplificazione della burocrazia. Su quest’ultimo punto, Letta ha citato il primo voto sulle province, spiegando che l’anno prossimo "la parola "province" verrà eliminata dalla Costituzione". Inoltre, "al mondo e all’Europa racconteremo di una Italia che è riuscita a superare il bicameralismo perfetto".
Sui suoi rapporti con Renzi e i suoi contatti con Forza Italia, Letta ha detto che "ha fatto bene. Per la politica e per il raggiungimento dei nostri obiettivi, mi sento di lanciare un appello a Berluconi e a Forza Italia affinché non si facciano prendere la mano e scelgano la strada della deriva populista e nichilista. Sarebbe un errore per il paese e per Berlusconi. Noi faremo di tutto affinchè ci siano anche loro nella strada delle riforme".
Quanto al suo Governo, Letta è "soddisfatto" della sua squadra, che non ha intenzione di cambiare. "Non c’è nessun rimpasto all’ordine del giorno. Ringrazio tutta la mia squadra, anche i sottosegretari che si sono dimessi".
Sollecitato sul tema – immigrazione, Letta ha mandato un "ringraziamento ai militari italiani che hanno salvato vite umane". Dopo Lampedusa c"i siamo fatti carico autonomamente di un’operazione di salvataggio che ha salvato vite umane e che ha anche consentito di colpire i mercanti di morte. Gli sbarchi 2013 sono più che triplicati rispetto al 2012" dunque l’Italia ha subito una "pressione fortissima".
Mare Nostrum "è stata la prima risposta", cui sono seguite quelle europee, come "il rafforzamento di Frontex o Eurosur". Ora "lavoreremo sui Cie e sul sistema di accoglienza".
All’immigrazione è legato anche il tema della cittadinanza: "da sempre sono sostenitore dello ius soli. Questo tema sarà dentro il contratto di programma di gennaio 2014".
Tante le riforme in cantiere, insomma: "non penso alle riforme con la "r" maiuscola: l’Italia si avvita sempre nei dibattiti e poi non succede niente". Letta non pensa a "mega-riforme" ma "a tasselli che sblocchino i nodi".
Quanto ai tempi, secondo il Premier "prima delle europee e comunque prima possibile ci sarà la nuova legge elettorale" ma anche "i primi passaggi della riforma costituzionale per eliminare il bicameralismo perfetto e, anche se nessuno ne parla, la riforma del titolo v della Costituzione", senza dimenticare "la riduzione dei parlamentari". Tutto, a cavallo del 2014 e del 2015, "sarà sottoposto ad un referendum che metterà fine a questa lunghissima transizione".
Guardando all’Europa, il 2014, ha ribadito, sarà l’anno delle elezioni e della fine dell’austerità: "l’Ue deve entrare nella Legislatura della crescita fin dalle prossime elezioni e dal semestre italiano. Lavoreremo col massimo dell’impegno", ha garantito Letta che, sulla cancelliera Merkel e sul ruolo della Germania, ha aggiunto: "il nuovo governo tedesco è nella condizione di essere un nostro alleato, non un freno della strategia della crescita".
Quanto a Napolitano e alle accuse di "presidenzialismo di fatto", Letta ha osservato che "le critiche sono legittime, ma alcune parole sono totalmente fuori luogo. Napolitano non ha travalicato i compiti e i poteri che la Costituzione gli assegna. I populismi crescono se la politica è vecchia e inconcludente, disattenta ai bisogni dei cittadini. Se la politica riesce a dimostrare rinnovamento – e i partiti che sostengono il mio Governo l’hanno fatto – dà un segno molto forte e evidente. Così l’Ue: deve parlare di cose che i cittadini sono in grado di ascoltare. Vogliamo un’Europa che sappia parlare ai cittadini".
Infine, a chi gli chiedeva del rapporto con Renzi leader del Pd in una eventuale elezione anticipata, Letta ha confermato: "faremo gioco di squadra. Non sono e non sarò mai un premier “tecnico”. Ho dimostrato cosa si deve fare quando c’è bisogno di una svolta politica vera. Se ci sarà bisogno di queste scelte per il bene del Paese, le farò anche nel futuro". (m.c.\aise)

Lunedì 23 Dicembre 2013 14:28

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