10 nov 2016

Giorno dell’unità nazionale e delle forze armate italiane - Discorso del presidente del comites di Hannover Giuseppe Scigliano


Giorno dell’unità nazionale e delle forze armate italiane
Celebrazione al cimitero d’onore Amburgo – Öjendorf
Domenica 6 novembre 2016

Illustrissimo Generale Maggiore Karsten Stawitzki, Signor Comandante Karl Michael Setzer,
Signor Colonello Velon, Signor capo del Distretto Falko Droßmann,Sig.ra Karen Koop,
Signor Console Generale Flavio Rodilosso, Signor Console Onorario Anton Rössner,
Carissimo Don Pierluigi Vignola, Gentili sigore/ri, Carissimi amici,
Anche quest’anno ricorre l’anniversario di una dolorosa pagina della nostra storia.
In questo luogo della memoria, sono seppelliti ben 5.839 connazionali che hanno perso la loro vita nella seconda guerra mondiale nello Slewig-Holstein, nella Bassa Sassonia, ad Amburgo, a Brema e nella Westfalia.
Guardando queste lapide, coperte dal silenzio, in questa mattina d’autunno, è difficile pensare ai rumori, alle urla ed alle atrocità commesse in quegli anni di guerra e di paura.
Oggi come allora però una parte del mondo guarda altrove e l’altra è in subbuglio, il sangue scorre e l’odio prende il sopravvento nell’animo chi crede di agire per dei principi dettati dal proprio Dio.
Basta guardare Aleppo per capire in quale tragedia attualmente ci troviamo. È inutile ricordare quanta ferocia ci arriva dentro casa attraverso i media: teste mozze; bambini, vecchi, donne ed uomini trucidati; ospedali bombardati e rasi al suolo; gente che scappa e perde la vita in mare.
Per coloro che riescono a sopravvivere raggiungendo le nostre coste, dopo aver pagato a caro prezzo il viaggio ai loro aguzzini, inizia un calvario diverso, un calvario che non ha limiti ma pieno di confini da oltrepassare.
Veramente impressionante è vedere le differenze di gestione del fenomeno dei diversi Stati Europei dove aumentano quotidianamente i consensi alle forze reazionarie e populiste perché fanno leva sulle paure della gente comune che non ha il coraggio di confrontarsi con altre culture.
Le conseguenze dei conflitti in atto in Siria e nei paesi limitrofi, stanno costringendo alcune popolazioni a migrazioni di massa ed il resto del mondo erge muri e filo spinato, paga la Turchia per ostruirne il passo, nella migliore delle ipotesi, chi riesce a superare questo inferno, viene isolato nei centri di accoglienza dove altri aguzzini spesso fanno fortuna.

La situazione oggi è veramente delicata e c’è da prendere atto che venti di guerra tra opposti schieramenti ritornano a soffiare. È noto che la Nato sta dislocando alcune forze armate lungo i confini del blocco Russo e la stessa Russia mette in mostra armi atomiche mai viste prima.
Non è nemmeno immaginabile quali potrebbero essere le conseguenze di un conflitto tra due schieramenti dotati di tecnologia bellica di altissimo livello.
Purtroppo questi morti che oggi noi ricordiamo, e tutti gli altri caduti in tutte le guerre, non sembrano essere un monito per coloro che gestiscono le regole del vivere comune su questo pianeta.
Io sono fiducioso però ed auspico che il ricordo di tutte queste persone passate per le armi ed a cui va tutto il nostro rispetto, possa essere utile per indirizzare i poteri che governano il nostro pianeta, verso una politica di coesistenza di tutti i popoli nel vivere le loro diversità in nome della pace e della fratellanza.




Chiudo questo mio breve saluto con una mia poesia 
scritta di recente e dedicata alle vittime dei conflitti in atto.
Ultima spiaggia
Scende sulla terra
Un attimo di incertezza
Anime senza senso
Anime senza tempo
Lungo il tragitto
Nuvole scure
Coprono il cielo
Voci..grida..urla..
Nella tempesta
Di un mare senza cuore
Tutto s’infrange
Tutto li travolge
Quante malinconie
Quante paure
Per un futuro migliore
Per una vita diversa
Per un raggio di sole
Persi spesso nelle gelide acque
Di quell’onda
Che tutto inghiotte..
Tutto copre
nel silenzio - nel rumore - nel nulla
© Giuseppe Scigliano
(riproduzione vietata senza il permesso dell'autore)

Nessun commento:

Posta un commento