Lampedusa : Mar Mediterraneo = Norderney : Mare del Nord
Grande
è la delusione ad Osnabrück. Da settimane. Durante lo scorso anno diverse
istituzioni ed organizzazioni hanno trascorso mesi a discutere per elaborare un
piano per la migliore sistemazione ed integrazione dei profughi che sarebbero
arrivati. Le loro idee sono confluite nel „Piano della città di Osnabrück per
procurare spazi abitativi ai profughi e per favorirne l'integrazione“.
Abitazioni
adatte sono state cercate, analizzate e rimesse in sesto. Dall'autunno profughi
di varie nazionalità sono andati ad abitarci. Gruppi di volontari si sono
occupati di loro visitandoli, organizzando collette, corsi di lingua e di guida
della bicicletta, incontri con il vicinato. I profughi cominciano a sentirsi a
casa, dicono di trovarsi bene qui e di voler restare. Nella loro cassetta della
posta trovano addirittura una lettera di benvenuto del borgomastro.
E,
quasi contemporaneamente, la comunicazione della loro imminente espulsione (in
tedesco!)
Quanti
traumi si possono far subire ad un essere umano? Per quanto tempo una persona
ha il diritto di riprendersi da esperienze drammatiche? Solo pochi mesi?
Nelle
prossime settimane ca. 80 profughi dovranno lasciare la nostra città, 53 in
direzione Italia. Quest'ultimi rabbrividiscono solo a pensarci.
Per
fortuna, sia Caritas Italia, sia Terre des Hommes Italia, con i cui
collaboratori ho avuto occasione di parlare al telefono, smentiscono la
notizia, dettata da pur sempre comprensibili paure dei profughi, che in Italia
vengano tolti loro i bambini.
Tuttavia
in Italia starebbero male, dicono. Avendo, tra l'altro, vissuto lì per strada i
nostri profughi hanno già sofferto per le insufficienti cure mediche e la fame
e non vogliono rifare l'esperienza. „We don't need Italia“, è scritto su un
cartellone.
È
chiaro che il Paese non ce la fa a far fronte alle costanti ondate di profughi.
Quale Paese ne sarebbe capace?
Lampedusa
è un'isoletta di ca. 20 km². Come se la caverebbe la Germania se ogni giorno da
centinaia a perfino mille persone, sbarcassero a Juist o Norderney?
Continuerebbero tranquilli a bersi il tradizionale tè o chiederebbero aiuto ai
Paesi vicini e cercherebbero di modificare insieme il regolamento Dublino III?
Tutti
provano comprensione per lo stato di emergenza in alcuni Paesi europei di prima
accoglienza.
Ma
cosa possiamo fare noi abitanti di Osnabrück contro un
regolamento europeo che ci lega le mani?
Giovedì
20 marzo ca. 150 persone volevano ribellarsi contro le espulsioni incombenti,
perché „nessuno dovrebbe essere considerato illegale“, al contrario, ogni
essere umano dovrebbe poter scegliere liberamente il proprio luogo di residenza
in un „mondo senza confini“. Alla fine della marcia di protesta le persone
davanti al municipio che chiedevano a viva voce ai rappresentanti politici di
fare qualcosa, erano 600.
I
membri della commissione per l'assistenza sociale - che stavano trattando il
tema - hanno interrotto la loro seduta per rispondere alle domande dei
dimostranti. Inesauditi rimarranno desideri come „Date alloggio ai profughi nel
municipio!“; tuttavia stanno facendo tutto quanto è in loro potere per aiutare
i profughi.
Se
mi fosse concesso di esprimere tre desideri sarebbero i seguenti:
1. Dublino III viene modificato in modo tale che nessun
profugo debba tornare nello Stato membro
EU competente finché questo non garantisce di potergli dare sufficiente
assistenza.
2. I profughi che sono stati affidati ad una città e ci
si trovano bene possono rimanerci.
3. La città stessa ha la facoltà di decidere di tenersi i
profughi affidategli.
In fondo Osnabrück, la nostra „Città della pace“,
nonostante le esitazioni e le difficoltà iniziali è riuscita a dimostrare di
sapersi occupare bene dei profughi giunti finora.
Daniela Dandrea
Membro del
Comites di Hannover
Presidentessa
del Consiglio per la migrazione di Osnabrück
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