Domenica 8 novembre 2015
Ill:mo Sig. Oberst Tessier, Ill:mo Sig. Püschel, Ill:mo Sig. Colonnello
Michele Velon,
Ill:mo Sig. Console
G Flavio Rodiolosso, Ill:mo Sig.Manfred Hessel – Stal,
Ill:ma Sig. Maria
Rosa Scheldhofen, Carissimo Padre pierluigi Vignola,
Carissima
neoeletta membro del CGIE Isabella
Parisi, Carissimi Membri del Comites, Ill.mi presidenti delle associazioni, Ill.mi
Signori e signore,
Cari Amici…
È la prima
volta che sono in questo luogo della memoria dove sono sepolti ben 5.839
connazionali deceduti durante la seconda guerra mondiale(Schlewig-Holstein,
Bassa Sassonia, Amburgo, Brema, Hannover e Westfalia). Porto loro ed a tutti i caduti di tutte le
guerre il saluto del Comites che rappresento.
Devo dire che la sensazione che provo è di tristezza e di
rabbia……
Di tristezza per la
consapevolezza che uomini, donne, bambini, anziani e tanti altri ancora hanno
perso la loro vita per le brutture di un sistema basato sul totalitarismo o su
una falsa democrazia….altri, volendosi sostituire al creatore, hanno dato la
loro vita o hanno preso quella degli altri in nome di principi che credevano
assoluti.
Di rabbia perché ancora oggi si pensa di risolvere con le
armi problemi che molto spesso sono provocati da aberranti ideologie o dalla
disomogenea distribuzione delle ricchezze del pianeta unite all’incapacità di mediare con il dialogo e
con la collaborazione dei popoli, mettendo da parte gli interessi meramente
economici delle nazioni.
In questo momento assistiamo a scene atroci,
indescrivibili, impensabili ed inaccettabili, che attraverso i mass media
giungono a noi, come se fossero spezzoni di film, ma sono maledettamente veri.
Gente che scappa… dai loro occhi si vede la tragedia che hanno alle spalle e
davanti a loro… Sta a noi, società
civile, essere sensibili nei confronti di chi quotidianamente arriva in Europa
per mettersi al sicuro dalle barbarie di una guerra che certamente non ha
voluto. Sta a noi anche con eventi come questo, sensibilizzare le forze
politiche affinché si possa prediligere la dialettica e la comunicazione allo
scontro armato che, come sempre, arricchisce i soliti ignoti.
Le guerre normalmente non hanno mai risolto i problemi,
anzi al contrario molto spesso sono state le premesse di altri conflitti.
Caro è il contributo che sempre si versa ed anche i
nostri concittadini, qui sepolti, in terra a loro straniera, sono una
testimonianza del sacrificio che hanno pagato.
Chiudo questo mio breve saluto con un testo che ho scritto in passato e che
reputo ancora attuale che si intitola POPOLI.
Popoli
Popoli a mani vuote nella notte
senza speranze e con la faccia al
vento
nemmeno briciola di pane per la
cena
nemmeno un attimo di pace che consoli
La marcia verso il mondo perbenista
non sempre vi conduce al riparo
c'è sempre il bravo opportunista
che fa fortuna sulla vostra sorte
Popoli senza terra e senza nome
che ve ne andate in cerca di
fortuna
nel freddo della notte
nell'inverno
in cerca d'altri lidi e di riposo
Cadete sotto i colpi dei soldati
nessuno che conosce i vostri
volti
nessuno che vi indichi la via
nessuno che capisce perché andate
Fuggite dalla terra dei natali
speranze non ne avete mai avute
certezze di miserie e di dolori
per le montagne grida - fumo e
fame
Popoli senza terra e senza nome
con gli occhi asciutti privi di
sorrisi
nei cuori vi portate altri visi
rimasti nei paesi ad aspettare
Popoli nella terra di nessuno
i brividi del freddo e della fame
la storia non conosce i vostri
nomi
nel tempo rincorrete i vostri
eroi
Non sempre son di moda i cimiteri
lungo i sentieri seminate morti
all'occidente non si vede ancora
chi meglio può aiutar la vostra
sorte
veleni carri armati e navi nuove
voi siete troppi andate
sterminati
pericoli vaganti d'oriente
Popoli senza voglia di morire
le donne sono state violentate
i bimbi e gli anziani per le strade
sotto la terra che la vita non
consola
Popoli senza santi in paradiso
lacrime innocenti lungo il viso
vittime segnate dal dolore
vittime a cui han rubato il cuore
Ma se nel mondo intero le persone
si uniscono e vi tendono le mani
allora sì ... possiamo far
qualcosa
dei limiti un fagotto da buttare
Perchè la vita deve prevalere
sui lussi e l' egoismo benestante
nessuno mai può dir non sono
stato
se chi gli sta davanti chiede aiuto
Popoli senza nome e senza sorte
peccato che non posso darvi
niente
solo una canzone da cantare
solo un aiuto che non conta niente
© Giuseppe Scigliano
Tratta dall’antologia „Ritratto D’altri
tempi“
Edition Collage Hildesheim
La canzone è stata musicata ed
interpretata da Francesco Impastato Nell’album “La mia Musica”
II 4 novembre è
l’anniversario dell’entrata in vigore del cosiddetto armistizio di Villa Giusti
del 1918, col quale si fa coincidere convenzionalmente in Italia la fine della
Prima guerra mondiale.
La festività
del 4 novembre è stata
istituita nel 1919 ed è durata fino al 1976: è l’unica festa nazionale che sia stata
celebrata dall’Italia prima, durante e dopo il fascismo. Dal 1977, dopo una
riforma del calendario volta ad aumentare i giorni lavorativi, si cominciò a
festeggiare la giornata dell’unità nazionale e delle forze armate nella prima
domenica di novembre.
Amburgo/Öjendorf,
cimitero militare onorario
Nel grande cimitero
al centro di 40.000 m2 di terreno, riposano 5.839 connazionali tra prigionieri di
guerra, internati comuni e lavoratori civili deceduti nel periodo che va
dall’inizio della seconda guerra mondiale fino al 15 aprile 1945, traslati da
tutti i territori limitrofi (Schlewig-Holstein, Bassa Sassonia, Amburgo, Brema,
Hannover e Westfalia). L’edificazione del sepolcreto ebbe inizio nel 1957 e fu
ultimata nel 1959 a cura del commissariato generale onoranze caduti di guerra.
L’area venne concessa direttamente dal governo tedesco in base all’accordo del 22
dicembre 1955 riguardante le sepolture di guerra. Dei 5.839 caduti, 5.668 sono
stati identificati, i restanti 171 sono registrati come “ignoti. Negli uffici
presenti all’ingresso è possibile consultare dei registri che contengono i dati
anagrafici delle persone sepolte.
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