9 nov 2015

GIORNO DELL’UNITÁ NAZIONALE E FESTA DELLE FORZE ARMATE ITALIANE - Celebrazioe al cimitero d’Onore Amburgo-Öjendorf



Domenica 8 novembre 2015








Discorso del Presidente del Comites  Giuseppe Scigliano     
   
    





Ill:mo Sig. Oberst Tessier, Ill:mo Sig. Püschel, Ill:mo Sig. Colonnello Michele Velon,
Ill:mo Sig. Console G Flavio Rodiolosso, Ill:mo Sig.Manfred Hessel – Stal,
Ill:ma Sig.   Maria Rosa Scheldhofen, Carissimo Padre pierluigi Vignola,
Carissima neoeletta membro del CGIE  Isabella Parisi, Carissimi Membri del Comites, Ill.mi presidenti delle associazioni, Ill.mi Signori e signore,
Cari Amici…
È la prima volta che sono in questo luogo della memoria dove sono sepolti ben 5.839 connazionali deceduti durante la seconda guerra mondiale(Schlewig-Holstein, Bassa Sassonia, Amburgo, Brema, Hannover e Westfalia).  Porto loro ed a tutti i caduti di tutte le guerre il saluto del Comites che rappresento.  
Devo dire che la sensazione che provo è di tristezza e di rabbia……
Di tristezza per la consapevolezza che uomini, donne, bambini, anziani e tanti altri ancora hanno perso la loro vita per le brutture di un sistema basato sul totalitarismo o su una falsa democrazia….altri, volendosi sostituire al creatore, hanno dato la loro vita o hanno preso quella degli altri in nome di principi che credevano assoluti.

Di rabbia perché ancora oggi si pensa di risolvere con le armi problemi che molto spesso sono provocati da aberranti ideologie o dalla disomogenea distribuzione delle ricchezze del pianeta unite  all’incapacità di mediare con il dialogo e con la collaborazione dei popoli, mettendo da parte gli interessi meramente economici delle nazioni.
In questo momento assistiamo a scene atroci, indescrivibili, impensabili ed inaccettabili, che attraverso i mass media giungono a noi, come se fossero spezzoni di film, ma sono maledettamente veri. Gente che scappa… dai loro occhi si vede la tragedia che hanno alle spalle e davanti a loro…  Sta a noi, società civile, essere sensibili nei confronti di chi quotidianamente arriva in Europa per mettersi al sicuro dalle barbarie di una guerra che certamente non ha voluto. Sta a noi anche con eventi come questo, sensibilizzare le forze politiche affinché si possa prediligere la dialettica e la comunicazione allo scontro armato che, come sempre, arricchisce i soliti ignoti.
Le guerre normalmente non hanno mai risolto i problemi, anzi al contrario molto spesso sono state le premesse di altri conflitti.
Caro è il contributo che sempre si versa ed anche i nostri concittadini, qui sepolti, in terra a loro straniera, sono una testimonianza del sacrificio che hanno pagato.
Chiudo questo mio breve saluto  con un testo che ho scritto in passato e che reputo ancora attuale che si intitola POPOLI. 
     
Popoli
      
Popoli a mani vuote nella notte
senza speranze e con la faccia al vento
nemmeno briciola di pane per la cena
nemmeno  un attimo di pace che consoli
La marcia verso il mondo perbenista
non sempre vi conduce  al riparo
c'è sempre il bravo opportunista
che fa fortuna sulla vostra sorte
Popoli senza terra e senza nome
che ve ne andate in cerca di fortuna
nel freddo della notte nell'inverno
in cerca d'altri lidi e di riposo
Cadete sotto i colpi dei soldati
nessuno che conosce i vostri volti
nessuno che vi indichi la via
nessuno che capisce perché andate
Fuggite dalla terra dei natali
speranze non ne avete mai avute
certezze di miserie e di dolori
per le montagne grida - fumo e fame
Popoli senza terra e senza nome
con gli occhi asciutti privi di sorrisi
nei cuori vi portate altri visi
rimasti nei paesi ad aspettare
Popoli nella terra di nessuno
i brividi del freddo e della fame
la storia non conosce i vostri nomi
nel tempo rincorrete i vostri eroi
Non sempre son di moda i cimiteri
lungo i sentieri seminate morti
all'occidente non si vede ancora
chi meglio può aiutar la vostra sorte
 Di bombe ve ne hanno già vendute
veleni carri armati e navi nuove
voi siete troppi andate sterminati
pericoli vaganti d'oriente
Popoli senza voglia di morire
le donne sono state violentate
i bimbi e gli anziani per le strade
sotto la terra che la vita non consola
Popoli senza santi in paradiso
lacrime innocenti lungo il viso
vittime segnate dal dolore
vittime a cui han rubato il cuore
Ma se nel mondo intero le persone
si uniscono e vi tendono le mani
allora sì ... possiamo far qualcosa
dei limiti un fagotto da buttare
Perchè la vita deve prevalere
sui lussi e l' egoismo benestante
nessuno mai può dir non sono stato
se chi gli sta davanti  chiede aiuto
Popoli senza nome e senza sorte
peccato che non posso darvi niente
solo una canzone da cantare
solo un aiuto che non conta  niente

© Giuseppe Scigliano
Tratta dall’antologia „Ritratto D’altri tempi“
Edition Collage Hildesheim
La canzone è stata musicata ed interpretata da Francesco Impastato Nell’album “La mia Musica”

                          

                                Alcuni cenni storici
II 4 novembre è l’anniversario dell’entrata in vigore del cosiddetto armistizio di Villa Giusti del 1918, col quale si fa coincidere convenzionalmente in Italia la fine della Prima guerra mondiale.
La festività del 4 novembre è stata istituita nel 1919 ed è durata fino al 1976: è l’unica festa nazionale che sia stata celebrata dall’Italia prima, durante e dopo il fascismo. Dal 1977, dopo una riforma del calendario volta ad aumentare i giorni lavorativi, si cominciò a festeggiare la giornata dell’unità nazionale e delle forze armate nella prima domenica di novembre.
  Amburgo/Öjendorf, cimitero militare onorario
Nel grande cimitero  al centro di 40.000 m2 di terreno,  riposano 5.839 connazionali tra prigionieri di guerra, internati comuni e lavoratori civili deceduti nel periodo che va dall’inizio della seconda guerra mondiale fino al 15 aprile 1945, traslati da tutti i territori limitrofi (Schlewig-Holstein, Bassa Sassonia, Amburgo, Brema, Hannover e Westfalia). L’edificazione del sepolcreto ebbe inizio nel 1957 e fu ultimata nel 1959 a cura del commissariato generale onoranze caduti di guerra. L’area venne concessa direttamente dal governo tedesco in base all’accordo del 22 dicembre 1955 riguardante le sepolture di guerra. Dei 5.839 caduti, 5.668 sono stati identificati, i restanti 171 sono registrati come “ignoti. Negli uffici presenti all’ingresso è possibile consultare dei registri che contengono i dati anagrafici delle persone sepolte.

Nessun commento:

Posta un commento