19 mar 2012

SOLO IL 37% SI SENTE RAPPRESENTATO DAL PARTITO CHE AVEVA VOTATO

(NoveColonne ATG)  Roma - Sei italiani su dieci dichiarano di non sentirsi più rappresentati dal partito votato alle ultime elezioni politiche, senza sostanziali differenze tra i diversi schieramenti.
Una percezione di mancata rappresentanza rilevata dall’Istituto di ricerche Demopolis in un sondaggio realizzato per la trasmissione televisiva Otto e Mezzo (La7). Appena il 37% si ritiene rappresentato come prima dal partito che aveva scelto nel 2008. Riusciranno le forze politiche a recuperare credibilità agli occhi dall’opinione pubblica? Condizione imprescindibile, secondo l’83% degli italiani intervistati dall’Istituto di ricerche diretto da Pietro Vento, è quella di un radicale rinnovamento delle classi dirigenti. In vista delle elezioni del 2013, il 75% sollecita una sostanziale riduzione dei costi della politica ed una maggiore trasparenza nei bilanci dei partiti; i due terzi chiedono una nuova legge elettorale, che restituisca la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, ma anche un coinvolgimento dei cittadini nei criteri di selezione dei candidati alle cariche elettive e del ceto politico nel suo complesso. La fotografia sui rapporti di forza tra le principali coalizioni, scattata dal Barometro Politico Demopolis il 12 novembre, nel giorno delle dimissioni di Berlusconi e dell’incarico a Monti, appare oggi in ampia parte sfocata. Gli ex alleati Pdl e Lega sono in estrema difficoltà; i partiti di Centro Sinistra che sino a 4 mesi fa rappresentavano, con un vantaggio di 12 punti, la probabile coalizione elettorale vincente, appaiono oggi divisi nell’appoggio all’Esecutivo e non sono più certi di presentarsi insieme nella primavera del 2013. L’effetto Monti pesa sempre di più sui possibili futuri scenari politici del Paese. Per il 78% degli italiani, il Governo dovrebbe ormai andare avanti sino alla fine della legislatura: diffusa è la convinzione che molte scelte, anche se criticabili, siano necessarie ed obbligate per evitare il default. È invece al 51% la valutazione positiva sull’azione dell’Esecutivo.

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