(NoveColonne
ATG) Roma - "Occorre cercare di combattere gli stereotipi nel linguaggio e
nella terminologia. Nella comunicazione e nei media è fondamentale la Carta di
Roma, che bisognerebbe applicare anche nel rapporto con gli immigrati e i
rifugiati. In questo senso bisogna cercare di fare formazione, e progetti di
integrazione a cominciare dalla scuola".
A dirlo è stato il Ministro
dell'Integrazione Cecile Kyenge, a Roma a margine dell'incontro
"Immigrazione, media e politica", organizzato dall'associazione di
migranti Prendiamo la Parola, nella sede della Federazione Nazionale della
Stampa Italiana. Prendiamo la Parola è un collettivo, formato da un gruppo di
migranti di origine straniera, circa una settantina, che si è riunito per la
prima volta lo scorso febbraio a Firenze, con lo scopo di costruire "un
soggetto nazionale organizzato, rappresentativo, politico, che rivendichi
dinanzi alle istituzioni e alla società la nostra appartenenza alla società
italiana e il nostro contributo all'economia, alla cultura e allo sviluppo
sociale del Paese", come spiega il primo punto del Manifesto
dell'associazione. "In questi anni le politiche sull'immigrazione sono
state spinte soprattutto da una propaganda che ha cercato il consenso
attraverso la competizione tra esclusi - ha spiegato la Presidente
dell'associazione Mercedes Frias -. In questo contesto siamo stati
rappresentati come una minaccia. Su questo c'è chi ha costruito la sua fortuna
politica, e delle normative che hanno reso normale la violazione dei diritti
fondamentali garantiti a tutti dalla Costituzione, hanno reso normale
l'umiliazione della dignità delle persone e del razzismo. Vogliamo ribaltare lo
scenario che ci vede vittime o carnefici a seconda della circostanza".
Sull'episodio che ha visto vittima il ministro Cecile Kyenge è intervenuto
anche Giovanni Rossi, Presidente Fnsi: "Sono accadute cose di una gravità
estrema". E sulla rappresentazione dei migranti nei media Rossi ha detto:
"In questo c'è una forte responsabilità dei giornalisti. Noi siamo e
operiamo in un Paese che non ha fatto ancora i conti con il proprio passato. A
differenza della Germania qui non si discute come mai siano state possibili le
leggi razziali". Nell’ultimo decennio, secondo il rapporto dell'Istat Noi
Italia 2013, la popolazione straniera residente in Italia si è notevolmente
accresciuta. I dati del censimento 2011 segnalano che il numero degli stranieri
residenti è più che triplicato rispetto al censimento 2001. Infatti, al 1°
gennaio 2012, i cittadini stranieri non comunitari regolarmente presenti in Italia
sono poco più di 3 milioni e 600 mila, circa 100 mila in più rispetto all’anno
precedente. Ancora secondo gli ultimi dati Istat, tra il 2010 e il 2011 i
flussi di nuovi ingressi verso il nostro Paese hanno subito un brusco
rallentamento: i permessi rilasciati durante il 2011 sono 361690, quasi il 40%
in meno rispetto all’anno precedente. Nello specifico negli ultimi vent’anni
sono aumentati i permessi di soggiorno per famiglia, passando dal 12,8% al
31,1% del totale. È cresciuta anche la quota di minori non comunitari presenti
in Italia, passata dal 21,5 del 2011 al 23,9% dei cittadini nel 2012. Tale
quota è più elevata nel Nord che nel Mezzogiorno (rispettivamente 25,4 e
19,2%).
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