Si dice, e forse si pensa pure, che i maggiori errori gli uomini li abbiano sempre commessi in gioventù, vuoi per eccesso di entusiasmo, vuoi per mancanza di esperienza; ma se si dà uno sguardo alla storia, anche a quella più recente, ci si accorge che gli errori più devastanti sono quelli commessi quando la giovinezza è un lontano ricordo e all'entusiasmo è subentrata la quiete della maturità. Qualche esempio: Quando l'imperatore austriaco Francesco Giuseppe (Ciccopeppe per gl'italiani) accese la miccia della polveriera europea, dichiarando guerra alla Serbia, era oltre gli ottant'anni di età; e quando il presidente tedesco Hindenburg favorì l'accesso al potere di Adolf Hitler, che tanti lutti doveva causare di lì a poco al mondo intero, non era meno matusa dell'imperatore d'Austria.
Ciò premesso, vogliamo dare uno sguardo alle vicende attuali di casa nostra, troppo presto ancora per un annovero nel grande libro della Storia? Nell'aprile 2013 Giorgio Napolitano viene (briga per essere?)rieletto per la seconda volta Presidente della Repubblica Italiana che di anni, se non vado errato, ne ha ben ottant'otto. Con la sua riconferma parte subito l'inciucio di cui le fila, facenti capo ai burattini, vengono azionate dal cavaliere di Arcore il quale vede in esso un'ancora di salvezza ai suoi numerosi processi di imminente scadenza. Il primo a farne le spese e a trarne le conseguenze è stato colui che, bene o male, aveva ottenuto dalle urne una maggioranza per formare il nuovo Governo. Ma l'uomo di Bettole aveva fatto male i suoi calcoli: il grande vegliardo gli negava l'incarico di presentarsi alle Camere per ottenere la fiducia, avendo già in mente un Governo dalle larghe intese tra PDL e PD e lasciando a bocca asciutta il movimento di Beppe Grillo. In altre parole, meglio un inciucio ben riuscito anzicché far correre rischi ai detentori del ventennale potere. E quando per il capo indiscussso del PDL incominciava la resa dei conti con le cosiddette toghe rosse, ecco (San) Giorgio salvatore correre in suo aiuto con un lusinghiero (sic!) invito al Colle per concertare in comune le strategie da seguire. Cosicché invece di un ordine perentorio di levarsi dai piedi, come ci si sarebbe aspettato da un Presidente super partes, una paterna accoglienza da figliol prodigo. E chissà che tra le altre effusioni non gli abbia anche prospettato l'offerta di uno scranno a vita nel Senato della Repubblica! La Storia giudicherà se sarà stato un grave errore o un lungimirante beneficio per il Paese.
Antonio Circosta
Membro del Comites di Hannover
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