14 nov 2013

Il “premio della Pace di Stoccarda” a Enrico Pieri e Enio Mancini due dei sopravvissuti alla strage di Sant’Anna di Stazzema.




Aderire e sostenere lo “Stuttgarter Friedenspreis” degli AnStifter è stata per le ACLI  Baden-Württemberg una delle esperienze più arricchente e toccante degli ultimi anni..
Oltre alla soddisfazione di aver visto una buona partecipazione della comunità italiana e una grande presenza istituzionale – S.E. l’ambasciatore Dott. ElioManzione, il Console Generale di Stoccarda Dott. Francesco Catania, la Direttrice dell’Itatituto Italiano di Cultura Dott. Adriana Cuffaro e il Presidente delle ACLI Germania Duilio Zanibellato – è stato il trascorrere un giorno e mezzo insieme alla comunità di Sant’Anna di Stazzema che ci ha arricchito e onorato.

Circa sessanta persone, tra cui quasi tutti i sopravvissuti alla strage, colpite in modo impressionante dall’accoglienza di persone che appartengono e vivono in quella terra dalla quale sono venuti i carnefici che il 12 agosto del 1944 tolsero il diritto di vivere ad una intera comunità.
Discutere con loro, ascoltare la loro perplessità – “ma sono tedeschi queste persone?” – sentire nelle loro voci sentimenti di gratitudine e anche ammirazione per quello che veniva fatto per loro, tradurre questi sentimenti e ritradurre i senso di colpa che i “tedeschi” presenti provavano per i crimini commessi da altri loro connazionali, il desiderio di fare “cose buone” per i cittadini di Sant’Anna, ha significato per le ACLI Baden-Württemberg essere parte, vivere un percorso che porta verso la rappacificazione, il perdono.

“ Sono onorato di ricevere questo premio della pace da parte degli AnStifter,  ma questo non ripaga dell’orrore vissuto il 12 agosto del 1944 quando in poco tempo la mia famiglia fu annientata. È stato un atto contro l’umanità che forse non troverà una giustizia legale, ma la storia e le persone come voi hanno già espresso la loro condanna”. Così Enrico Pieri durante la conferenza stampa.

Enio Mancini, assente per motivi di salute e rappresentato dall’amica Maren Westermann, …ha ricordato , ringraziandolo, quel giovane soldato tedesco che ha sparato in aria per distogliere l’attenzione dei commilitoni permettendo a lui e alla sua famiglia di salvarsi”

“Porto nel cuore con onore il ricordo e la medaglia che la mia mamma ha ricevuto per quell’atto eroico che mi  ha salvato la vita, ma che le è costata la vita. L’ho vista uccidere sotto i miei occhi attraverso uno spiraglio della porta che chiudeva la nicchia dove mi aveva nascosto”. Cosi ricorda Mario Marsili, con un grande nodo alla gola, durante la conferenza stampa.

Una conferenza stampa carica di emozioni e sentimenti contrastanti che rendono difficile anche il “lavoro” dei traduttori, ma dove emerge da parte dei protagonisti un forte senso di riconciliazione, ma allo stesso tempo l’impegno a non fare dimenticare.

Alla conferenza stampa è seguito l’incontro nella sala del Neuen Schloß di tutta la delegazione di Sant’Anna di Stazzema – ca. 60 persone - con il Presidente del Land Baden-Württemberg Winfried Kretschmann 
Anche Kretschmann, dopo aver ascoltato diverse testimonianze ha espresso la sua indignazione sul fatto che ancora oggi i colpevoli ancora rimasti non scontino nessuna pena.
“Sul percorso della giustizia non può influire, ma comprende la delusione dei cittadini di Sant’Anna di Stazzema”, così ancora il Ministerpresident Kretschmann.

Nella sala del Theaterhaus circa mille persone hanno accolto in piedi, con una lunga ovazione,  l’ingresso sul palco della comunità venuta da Sant’Anna di Stazzema, presenti quasi tutti i sopravvissuti alla strage.
E in un religioso silenzio hanno ascoltato le brevi, ma toccanti testimonianze delle e dei sopravvissute-i.
Con voce incrinata dall’emozione, ma con dignità e senza rancore ognuno ha raccontato come si è salvato o è stato salvato: del soldato che davanti a una creatura di pochi mesi dice “Nein” all’esecuzione; a chi, cadendo, è stato poi  coperto dai corpi dei propri famigliari; chi ha visto, nascosto, l’orrore dell’uccisione della propria mamma; al soldato che spara in aria e permette a una famiglia di scappare.
Grandi emozioni tradotte con grande sensibilità da Julia Keltz che ha moderato la serata di gala introducendo poi gli interventi di diversi oratori.
Werner Wölfle, in rappresentanza della città di Stoccarda., ha posto l’accento sull’aspetto giuridico che purtroppo sta seguendo un percorso deludente, ma sottolinea come l’impegno di Enio Mancini e Enrico Pieri non permette di stendere un manto di silenzio e di oblio su questo crimine. Ringrazia gli AnStifter per l’assegnazione del premio a Enrico Pieri e Enio Mancini: “Il conferimento del premio della pace deve essere inteso come il segnale del nostro disaccordo se questi criminali non sono costretti a rispondere alle loro azioni . ..” L´assegnazione del „Friedenspreis“ esprime questo disagio morale e rende onore all´impegno di due sopravvissuti e di un intero paese affinché  tali crimini non succedano mai più e affinché, al posto loro, siano possibili amicizia e comprensione reciproca., così conclude Wölfle.
S.E. l’Ambasciatore d’Italia Elio Menzione, porta i saluti del Presidente Napoletano che impossibilitato ad essere presente ha incaricato lui di rappresentarlo.
L’Ambasciatore trova particolarmente significativo che nella città che ha visto l’archiviazione del processo penale a carico degli indiziati della strage, oggi venga assegnato il premio della pace a Enrico Pieri e Enio Mancini e sottolinea il senso di giustizia che la manifestazione assume.
“La vostra presenza e la testimonianza della memoria è la condanna più pesante inflitta a coloro che portano la colpa delle incommensurabili sofferenze umane inflitte a Sant’Anna di Stazzema. Trasmettendo e coltivando la memoria storica come patrimonio comune, abbiamo avuto il coraggio, Italia e Germania, di guardare al futuro. Ebbene, oggi siamo qui, italiani e tedeschi, uniti in uno spirito di fraternità europea, per continuare a guardare al futuro e all’avvenire dei nostri figli.“ conclude l’ambasciatore .
Dopo un piacevole intermezzo musicale del “Gruppo di Musica Popolare” che presenta con sensibilità musiche e canzoni tipiche della tradizione del Sud Italia,  Julia Kelz  introduce Giuliana Sgrena per la Laudatio.

Giuliana Sgrena, che nel 2005 ha avuto assegnato anche lei lo “Stuttgarter Friedenspreis”
ricorda come quella di Sant’Anna, insieme a Marzabotto e alle Fosse Ardeatine, è stata una delle stragi più efferate perpetrate dai nazisti contro la popolazione civile italiana.
Sottolinea il valore simbolico estremamente importante del “Friedenspreis” non solo perché assegnato da un’associazione tedesca, ma perché è frutto di un profondo rapporto intessuto tra die Anstifter (promotori del premio per la pace), i sopravvissuti e la popolazione di Sant’Anna tutta.
La Sgrena ripercorre il percorso giudiziario che solo dopo 60 anni di silenzio è stato iniziato in Italia e conclusosi con una sentenza di condanna che però la Germania non ha nemmeno riconosciuto. Si può sperare che forse proprio l’impegno degli Die Anstifter potrà aprire altre strade per fare giustizia, per ottenere la quale sono impegnati da decenni Enio Mancini ed Enrico Pieri.
Una giustizia, che dopo settant’anni, può rappresentare solo un risarcimento morale, ma
che potrà servire da monito per le nuove generazioni verso le quali siamo sempre debitori
della verità.
Giuliana Sgrena ha poi ricordato il percorso diverso compiuto da Enrico Pieri ed Enio Mancini per elaborare il dramma che hanno vissuto e per arrivare poi ad essere i testimoni principali del messaggio di pace, di riappacificazione e del non dimenticare che viene da Sant’Anna di Stazzema.
L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema è stato a lungo e colpevolmente dimenticato dalle
autorità italiane, ma dall’inizio degli anni ’90 la situazione è cambiata, finalmente l’impegno
costante dei sopravvissuti ha smosso le istituzioni: è stato costituito il Parco nazionale
della pace, mentre musicisti tedeschi hanno restaurato l’Organo della pace.
Negli anni la consapevolezza che gli orrori della guerra possono servire a costruire la pace, continua la Sgrena,  ha permesso di superare il rancore e l’odio, e ha favorito la costruzione di rapporti tra i nostri popoli entrambi vittime dei loro aguzzini, anche se indubbiamente vi è stata un’adesione popolare sia al nazismo che al fascismo.
La memoria degli orrori passati è l’unico antidoto per scongiurare gli orrori della guerra.
E conclude la sua laudatio con quello che Enio Mancini scrive a conclusione del suo libro:
quello che ho visto … mi fa con forza ripudiare la guerra così come previsto dall’articolo 11 della costituzione italiana. Art. 11 molto spesso disatteso e aggirato con pretesti, cavilli e interessi di politica internazionale. La guerra non può mai essere umanitaria, ma semmai il suo contrario. Mai più odio, distruzione e morte! Mai più guerra!”

Dopo la Laudatio, Ebbe Kögel e Heidemarie Roth consegnano lo „Stuttgarter Friedenspreis” a Enrico Pieri e a Enio Mancini, rappresentato da Maren Westermann.
L’applauso e l’ovazione del pubblico è forte e lungo a dimostrazione di quanto è sentito questo momento.
Maren Westermann (ispiratrice e sostenitrice dell’Organo della Pace) legge il messaggio di ringraziamento di Enio Mancini, mentre Enrico Pieri si affida al proprio figlio per ribadire il suo ringraziamento e rilanciare il suo messaggio per un’Europa unita , solidale e della pace.
Etta Scollo e Susanne Paul con un repertorio di canzoni tradizionali siciliane miste a musica pop e jazz hanno entusiasmato il pubblico che ha vissuto un forte ed emozionante momento quando Etta Scollo ha cantato “il bambino nel vento”, la canzone di Guccini che parla del campo di concentramento di Auschwitz.
L’associazione dei sopravvissuti di Sant’Anna ha poi consegnato delle Targhe ricordo a Peter Grohman (Die Anstifter); all’Ambasciatore Elio Menzione, a Werner Wölfle e a Ebbe Kögel.
Il Gruppo di Musica Popolare e Etta Scollo insieme hanno poi intonato Bella ciao …. e il pubblico in sala è esploso in un canto corale che ha accompagnato la salita sul palco della gente di Sant’Anna di Stazzema e di tutti coloro che hanno collaborato ad una indimenticabile serata per un saluto e un grazie finale.

Giuseppe Tabbì
Presidente ACLI Baden-Württemberg

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