6 gen 2012

EURO: COS’E’ CAMBIATO 10 ANNI DOPO

(NoveColonne ATG) Bruxelles – Il primo gennaio 2002 ha visto l’ introduzione nell’ Unione europea delle banconote e delle monete in euro, dando così l’ avvio ad un’  armonizzazione senza precedenti delle politiche monetarie e ad una maggiore cooperazione tra i paesi dell’ area dell’ euro. Se da un lato l’ euro e l’ Unione economica e monetaria hanno fornito una solida base per lo sviluppo dell’ economia, la crisi bancaria del 2008 e le sue conseguenze hanno messo a dura prova il sistema.
È apparso evidente che il successo dell’ euro dipende dalla solidità e sostenibilità delle finanze pubbliche e dall’ efficacia delle politiche macroeconomiche. Grazie alla normativa dell’ Ue in materia di governance e vigilanza sui conti pubblici, recentemente rafforzata, esistono già i mezzi per attuare un risanamento. Essa è stata ulteriormente rafforzata attraverso un “ pacchetto fiscale” concordato dai leader dell’ Ue allo scopo di rafforzare la disciplina di bilancio, intensificare il coordinamento delle politiche economiche e la governance di tutta l’ area dell’ euro. Negli anni precedenti la crisi l’ intera area dell’ euro ha beneficiato della stabilità macroeconomica che ha consentito di contenere l’ inflazione, mantenere bassi i tassi di interesse, conseguire una crescita economica per un periodo eccezionalmente lungo e rafforzare il mercato interno. I 332 milioni di persone che utilizzano l’ euro non devono più sostenere i costi connessi al cambio delle valute, le operazioni transfrontaliere sono più trasparenti e i consumatori possono confrontare i prezzi tra i vari paesi dell’ area dell’ euro. Olli Rehn, vicepresidente della Commissione europea e responsabile degli affari economici e monetari e dell’ euro ha dichiarato: “In un contesto di fragilità delle economie attuali, questo è il momento opportuno per ricordare i principi fondamentali che hanno ispirato la creazione dell’ euro e per ricondurre l’ Europa su un cammino di solidità e opportunità. Abbiamo i mattoni e il cemento; abbiamo la manodopera. Quello che occorre ora è la volontà politica, una forte determinazione e rapidi interventi per rilanciare la crescita economica, creare più posti di lavoro e ripristinare la fiducia degli investitori e dell’ opinione pubblica” .

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