(NoveColonne
ATG) Roma - L’Aula della Camera ha dato il via libera definitivo al dl sulla
spending review, che così è diventato legge.
Il provvedimento ha ricevuto 371
sì, 86 no e 22 astensioni. Presenti in 479, i votanti sono stati 457. In
precedenza, l’Aula aveva votato la fiducia sul decreto con 403 sì, 86 no e 17
astenuti. Per l’esecutivo guidato da Mario Monti si tratta della fiducia n° 34.
I tagli alla spesa pubblica toccano, tra l’altro, gli ospedali, gli statali e
le province. La “cura dimagrante” dello Stato permetterà di non aumentare l’Iva
ad ottobre, di tutelare un’ulteriore platea di 55.000 esodati e di aiutare i
comuni colpiti dal sisma dell’Emilia (con risorse pari a 6 miliardi). Ecco nel
dettaglio alcune misure previste nel provvedimento: le Province verranno “riordinate”
(dovranno avere almeno 350.000 abitanti e un territorio di 2.500 chilometri
quadrati). Per quanto riguarda gli organici della Pubblica amministrazione, si
prevede la riduzione del 20% dei dirigenti pubblici e del 10% del personale non
dirigente. In ambito sanitario, invece, entro novembre le Regioni dovranno
tagliare circa 7mila posti letto negli ospedali arrivando a 3,7 ogni 1000
abitanti (oggi è 4). Il provvedimento prevede non solo tagli, ma anche nuovi
aggravi fiscali: le 8 regioni in disavanzo sanitario (Piemonte, Lazio, Abruzzo,
Molise, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia) potranno anticipare al 2013 la
maggiorazione dell’addizionale regionale Irpef, dallo 0,5% all’1,1%. Le tasse
universitarie aumentano per gli studenti fuori corso: +25% per redditi sotto
90.000 euro, +100% oltre 150.000 euro (stop invece agli aumenti per chi è in
regola e sotto i 40.000 euro).
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