5 gen 2014

IL PARTITO DI MATTEO



Ora che le squadriste al botulino e le falangi dei pasdaran del pregiudicato di Arcore, gridando "al golpe!", hanno sbracato come una pochade teatrale, siamo entrati tra flash e fanfare nell´era dell´esordiente Matteo (Renzi).
Il partito di Matteo, il PD, nato giá zombie, si appresta a mettere in scena l´ennesima puntata delle metamorfosi di regime.  
                                                                                                     Vent´anni fa per impedire che lo scoperchiamento di Tangentopoli da parte di Mani Pulite avesse la sua logica prosecuzione in una <<rivoluzione della legalitá>> , invece soffocata nella culla, il Paese si consegnava alla videocrazia del parvenu di Arcore. La puntata seguente lo consegnava, nell´inverno 2011, alla supponenza del cameriere dei banchieri Monti. Neppure le elezioni politiche del 27.2.2013 portarono a un governo di cambiamento. La puntata successiva consentiva a Re Giorgio (Napolitano) la restaurazione legittimista-partitocratica con il governo di "larghe intese", che salvaguarda la struttura feudal-familistica, ammanicata, corrotta e aperta al puzzo mafioso, del capitalismo italiano.
E adesso l´Ultimo arrivato, Fonzie, pardon Renzi, con il "suo" PD cadutogli tra le mani come una pera matura, promette di realizzare quelle riforme volute giá dall´ottima presidente della camera Nilde Jotti, con la bicamerale negli anni ´80.
 La sinistra rosso-antico (D`Alema & co.) l´aspetta al varco. Senza di loro non sará capace di cambiare neppure il colore della carta igienica nelle toilettes di Montecitorio. "L´eroe" é un marpione ex-democristiano, ex-PPI, ex-Margherita, ...infine segretario PD dopo una "folgorante" carriera da opportunista ammanicato con politici del calibro di DeMita, Cirino Pomicino e del decadente-decaduto Berlusconi. Quindi, dov´é  la novitá tanto sbandierata da giornali e televisioni? Fonzie cambierá tutto per non cambiare niente!...e questo nella "migliore tradizione" trasformista italiana.
Tutto quello che Renzie ha fatto fino ad oggi é stato in funzione propagandistica "pro domo sua". Lo stile é berlusconiano. Il pregiudicato  ha messo al suo servizio i suoi spin doctors. Qualsiasi sciocchezza  dica é ripresa a reti unificate. Questa presenza mediatica ossessiva, per chi non ne puó piú degli ultimi 20anni di politica spettacolo, é la "novitá" per i meno accorti che vedono in lui il "rottamatore". Lo stesso termine é indice del livello culturale del rivoluzionario della ribollita toscana. Per me é una specie di Capitan Fracassa, un personaggio carnascialesco. È il furbo saccente e pasticcione della Commedia dell´Arte. Cuperlo, di fronte a lui , é un intellettuale.
Non so se vi é sfuggita questa perla del nostro "eroe": << ...riformo tutto  ma voi notai, dentisti, farmacisti, medici, avvocati,... eccetera  non preoccupatevi: a voi non vi tocco, basta che mi votiate!>>
È allucinante che tanti italiani ci siano cascati. Ma si sa, gli italiani sono un pó creduloni, purtroppo: si sono fatti fregare prima da Mussolini, poi da Craxi, dall´Evasore, da Prodi, da Monti e ora ...potrebbe riuscirci Renzi. Ma non é solo colpa loro. Basta che arrivi uno in tempi di crisi a dirgli che tutto cambierá e...loro ci cascano come pere cotte perché si fidano di un sistema dell´informazione che ignorano essere controllato da pochi imprenditori che, con una mano finanziano le campagne elettorali dei loro amici politici, mentre con l´altra chiamano i direttori a libro paga per sincerarsi che parlino bene di chi li deve sostenere al governo.
Per scuotere l´Italia ci vorrebbe una rivoluzione. Niente spargimento di sangue, per caritá, basterebbe una vera rivoluzione liberal-borghese: ridistribuire la ricchezza del paese facendo pagare a chi i soldi li aveva, li ha e ha aumentato il patrimonio con la crisi. Una bella riforma tributaria coniugata con la lotta serrata all´evasione fiscale e alle mafie, i cui beni sequestrati vanno utilizzati per risarcire le vittime e finanziare  progetti socio-culturali. Ma chi parla piú di questo? Sono rimasti solo Vendola, don Ciotti, Landini, la FIOM-CGIL  e quelli di art.21, a ricordarlo.
È in grado Renzi di farla? Ma per favore! Quello é ammanicato con i finanzieri d´assalto e i politici conservatori. Si metterá d´accordo con loro e scaricherá le aspettative della collettivitá civile.
Le colpe della classe politica e imprenditoriale italiane sono imperdonabili e antiche. Questi signori non sono stati capaci in 150 anni di storia del paese a far sentire gli i taliani come UNA COLLETTIVITÁ CIVILE. I mali di fondo della societá non sono stati affrontati da nessuno, tanto che oggi gli italiani faticano a percepirsi come una collettivitá civile, disprezzano le regole che una collettivitá si dá per convivere civilmente nel comune interesse; mancano di coraggio civile che serve per fare ognuno, nel proprio piccolo, il proprio dovere. E non basta. I guasti del berlusconismo devono ancora emergere in tutta la loro profonda pericolositá. Serve un antidoto al veleno instillato nel corpo sociale dal pregiudicato di Arcore: basta con la politica spettacolo! La politica vada fatta in parlamento e non negli studi televisivi. Ci vuole serietá. Bisogna imparare dagli errori guardando indietro e imboccare la strada giusta. La serietá é la sola che, dando il benservito al Masaniello di turno, possa far uscire gli italiani dalla palude. Senza illuderli. Le diffuse illegalitá nelle quali nuotano, vanno combattute e superate non assolvendo nessuno! Basta condoni e sanatorie! Chi ha sbagliato, paghi!
Ma chi puó riportare l´etica nella politica?  Chi puó fare tutto questo? Una sinistra moderna che affianchi al rosso-antico diventato minoranza conservatrice, il cocktail multicolore dei cittadini impegnati nella miriade di associazioni per la difesa dei beni comuni. Temo che per arrivare al mixeraggio di questo cocktail arcobaleno e naturale si debba passare per la spaccatura del PD e  la nascita di un nuovo contenitore politico per quei 10 milioni e passa di cittadini onesti che aspettano di poter votare per una forza politica credibile e di sinistra.
Ma chi discute oggi di una sinistra degna di questo nome? Una sinistra che s´impegni nell´elaborazione di una strategia capace di sottrarre l´Italia alla stretta mortale che ha giá strangolato Grecia, Portogallo e Irlanda? La nuova classe politica deve essere in grado di sbattere qualche pugno sul tavolo a Bruxelles, anziché ostentare sempre un´obbedienza cieca e assoluta. Letta é un pappamolla prigioniero delle vecchie logiche politiche PDL-PD meno L. Due partiti conservatori che si spartiscono la torta del potere gattopardescamente. Le loro intese sono larghe solo nel conservarlo e nel mantenere i privilegi della casta.
Se poi distacchiamo un pó lo sguardo dai problemi nazionali, ci si accorge che sopravvalutiamo la capacitá di influire sugli stessi e sulla nostra vita. Nel mondo attuale sono all´opera movimenti tettonici sui quali l´influenza della politica tradizionale é scarsa. Puó poco Hollande, perfino la Merkel e Obama. Figuriamoci un Berluschino (Renzie) qualsiasi. Nel mondo sono all´opera forze economiche (ampiamente rappresentate nelle conferenze a porte chiuse del Bilderberg!) che premono per limitare la democrazia. Se l´Europa occidentale vuole entrare a far parte della nuova economia globalizzata, lo Stato provvidenza creato nel dopoguerra deve scomparire anche a prezzo di dolorose rinunce in materia di sicurezza e protezione sociali. E se tale sospettositá avesse un fondamento? Se gli esperti fossero veramente i soli a poterci salvare?, si chiede il filosofo-pop Slavoj Zizek. Il filosofo sloveno risponde a queste domande constatando che la crisi economica mostra, tuttavia, che non é il popolo, ma sono gli esperti stessi a brancolare nel buio. In Europa occidentale constatiamo infatti la crescente inettitudine delle élite al potere, che non sono  piú in grado di governare i rispettivi paesi. Oggi in Europa i ciechi, guidano i ciechi...Sembra che stia prendendo corpo il contenuto del romanzo fantastico "Cecitá", del compianto premio Nobel per la letteratura José Saramago. Speriamo che non si arrivi alle estreme conseguenze descritte nel romanzo. Facciamo gli scongiuri...                                                                                                       Intanto  il pianeta é entrato nella terza rivoluzione industriale, quella tecnologica, lasciandosi alle spalle quella industriale affermatasi nel XIX secolo. L´era del petrolio ha fatto il suo tempo. Oggi, e nel futuro lo sará ancora di piú, sono le nuove tecnologie che semplificheranno l´organizzazione del lavoro e creeranno i nuovi posti di lavoro dando soddisfazione alla "generazione perduta", i 30enni precari e disoccupati che la crisi economica ha enormemente falcidiato negli ultimi 10 anni. Sul tema approvigionamento energetico l´intelletuale americano Jeremy Rifkin, considera l´Italia l´Arabia Saudita della terza rivoluzione industriale. Ció che l´Arabia Saudita rappresenta da 50 anni nel campo petrolifero, l´Italia lo puó diventare in quello dello sfruttamento delle energie alternative: solare , eolico, termico. La penisola italiana ha tutto quello che serve: acqua, sole, vento , tre regioni interessate da fenomeni geotermici (Toscana, Lazio, Campania). Gli italiani devono solo attrezzarsi per sfruttare queste fonti inesauribili d´energia.
Ma come si fa a battere le lobby economiche ammanicate con la politica tradizionale? Puó bastare un voto libero e democratico?  Con la classe politica delegittimata, televisioni e giornali sempre meno influenti nel formare l´opinione pubblica, sempre piú cittadini che ricorrono alla rete per informarsi  (...secondo una statistica dal 2007 ad oggi la percentuale é salita dal 25% al 47%!), potrebbe bastare. In democrazia 1 vale 1. Potrebbe bastare a portare in parlamento una maggioranza di giovani 30enni dinamici e motivati e a mettere in minoranza il vecchiume dei partiti ammanicati alle lobby economiche! Non sará facile ma la strada é quella. Bisogna battere anche il vecchio travestito da nuovo: il capitalismo <<ammanicato>>,  di <<relazione>>, collusivo (talvolta anche con zone criminali) per iniettare nel sistema produttivo dosi da cavallo di un´imprenditoria responsabile. Un capitalismo dal volto umano, modello Olivetti anni ´50 (...e Della Valle?). È realizzabile? Capitan Findus-Letta & Renzie vogliono sostituire con logiche gattopardesche le attuali <<bande>>, salotti e familismi di potere, con altre analoghe, in chiave generazionale. Non basterá privilegiare il made in Italy di qualitá, con particolare attenzione per l´industria del lusso e del settore enogastronomico da una parte e la finanza cosmopolita dall´altra. Bisogna abbattere l´ignominia delle disparitá retributive tra lavoratori e top manager e   favorire altre misure di giustizia sociale indilazionabili. Le grandi opere per un capitalismo moderno non possono essere le TAV, greppie di giganteschi <<inciuci>> politico-affaristici, ma la banda larga ovunque e una politica ecologica radicale, che possono diventare il volano della ripresa economica. La valorizzazione dei beni culturali puó contribuire alla ripresa del paese se sottratta alle miopi logiche di una gretta commercializzazione. Fino agli anni ´70 il capitalismo italiano ha saputo generare capitani d´industria all´altezza dei tempi. Oggi sembra non sia rimasto piú nulla delle virtú alla base del miracolo economico e civile del dopoguerra. Il noto sociologo Luciano Gallino non si stanca di dire che ci vogliono idee, ci vuole un piano, ci vuole una politica industriale, una politica del territorio, una politica urbanistica, una politica energetica. Non é convincente la <<galleria>> proposta da Renzi.
 È come essere caduti nel baratro. Un incubo ci assale. Ma ci sono incubi che ci mostrano la via d´uscita. Quello che c´é da fare, farebbe tremare i polsi  a chiunque. Bisogna, nonostante tutto, restare ottimisti. Gli onesti e i giusti, i lavoratori, sono nel mondo la stragrande maggioranza. Sono loro le vittime  dei governi corrotti e  dei cleptocrati della finanza che l´hanno scatenata. Ha ragione il leader greco di Syriza, Alexis Tsipras: <<...la crisi é stata accentuata da condotte corruttive, da una vasta oligarchia chiusa e il modo in cui si é tentato in questi anni di risolverla é spostando la responsabilitá dei mali presenti, dalle spalle dei cleptocrati a quelle del cittadino comune che lavora duramente>>. I lavoratori di tutto il mondo, insieme a imprenditori e finanzieri intenzionati a svolgere, col loro lavoro, una funzione sociale...infine prevarranno sul potere oligopolistico e lobbistico della stessa finanza d´assalto. Guida e stella polare di questo progresso dovrá essere l´Unione Europea che, infine, capirá che é questa la sua missione del XXI secolo.
I nazionalisti, i populisti, i razzisti nostrani e di tutta l´Unione Europea dovranno  essere azzittiti con i fatti. Le loro chiacchiere pretestuose stanno facendo solo perdere tempo prezioso a tutti e accumulare  altro denaro nelle tasche dei soliti noti. Le decine e decine di milioni di cittadini onesti farebbero bene a far abbassare la cresta agli esperti-ciechi al comando nei paesi occidentali e a occuparsi in prima persona dei loro problemi.
Lotta alla cleptocrazia in ogni paese europeo e del mondo intero! Sosteniamo le lotte dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali!

VITTORIO STANO, Hannover

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