Ora che le squadriste al botulino e le falangi dei pasdaran del
pregiudicato di Arcore, gridando "al golpe!", hanno sbracato come una pochade teatrale, siamo entrati tra flash e fanfare
nell´era dell´esordiente Matteo (Renzi).
Il partito di Matteo, il PD, nato giá zombie, si appresta a mettere in
scena l´ennesima puntata delle metamorfosi di regime.
Vent´anni fa per impedire che lo scoperchiamento di Tangentopoli da
parte di Mani Pulite avesse la sua logica prosecuzione in una
<<rivoluzione della legalitá>> , invece soffocata nella culla, il
Paese si consegnava alla videocrazia del parvenu di Arcore. La puntata
seguente lo consegnava, nell´inverno 2011, alla supponenza del cameriere dei
banchieri Monti. Neppure le elezioni politiche del 27.2.2013 portarono a un
governo di cambiamento. La puntata successiva consentiva a Re Giorgio
(Napolitano) la restaurazione legittimista-partitocratica con il governo di
"larghe intese", che salvaguarda la struttura feudal-familistica,
ammanicata, corrotta e aperta al puzzo mafioso, del capitalismo italiano.
E adesso l´Ultimo arrivato, Fonzie, pardon Renzi, con il "suo"
PD cadutogli tra le mani come una pera matura, promette di realizzare quelle
riforme volute giá dall´ottima presidente della camera Nilde Jotti, con la
bicamerale negli anni ´80.
La sinistra rosso-antico (D`Alema
& co.) l´aspetta al varco. Senza di loro non sará capace di cambiare neppure
il colore della carta igienica nelle toilettes di Montecitorio.
"L´eroe" é un marpione ex-democristiano, ex-PPI, ex-Margherita,
...infine segretario PD dopo una "folgorante" carriera da
opportunista ammanicato con politici del calibro di DeMita, Cirino Pomicino e
del decadente-decaduto Berlusconi. Quindi, dov´é la novitá tanto sbandierata da giornali e
televisioni? Fonzie cambierá tutto per non cambiare niente!...e questo nella
"migliore tradizione" trasformista italiana.
Tutto quello che Renzie ha fatto fino ad oggi é stato in funzione
propagandistica "pro domo sua". Lo stile é berlusconiano. Il
pregiudicato ha messo al suo servizio i
suoi spin doctors. Qualsiasi sciocchezza
dica é ripresa a reti unificate. Questa presenza mediatica ossessiva,
per chi non ne puó piú degli ultimi 20anni di politica spettacolo, é la
"novitá" per i meno accorti che vedono in lui il
"rottamatore". Lo stesso termine é indice del livello culturale del rivoluzionario
della ribollita toscana. Per me é una specie di Capitan Fracassa, un
personaggio carnascialesco. È il furbo saccente e pasticcione della Commedia
dell´Arte. Cuperlo, di fronte a lui , é un intellettuale.
Non so se vi é sfuggita questa perla del nostro "eroe":
<< ...riformo tutto ma voi notai,
dentisti, farmacisti, medici, avvocati,... eccetera non preoccupatevi: a voi non vi tocco, basta
che mi votiate!>>
È allucinante che tanti italiani ci siano cascati. Ma si sa, gli
italiani sono un pó creduloni, purtroppo: si sono fatti fregare prima da
Mussolini, poi da Craxi, dall´Evasore, da Prodi, da Monti e ora ...potrebbe
riuscirci Renzi. Ma non é solo colpa loro. Basta che arrivi uno in tempi di
crisi a dirgli che tutto cambierá e...loro ci cascano come pere cotte perché si
fidano di un sistema dell´informazione che ignorano essere controllato da pochi
imprenditori che, con una mano finanziano le campagne elettorali dei loro amici
politici, mentre con l´altra chiamano i direttori a libro paga per sincerarsi
che parlino bene di chi li deve sostenere al governo.
Per scuotere l´Italia ci vorrebbe una rivoluzione. Niente spargimento di
sangue, per caritá, basterebbe una vera rivoluzione liberal-borghese:
ridistribuire la ricchezza del paese facendo pagare a chi i soldi li aveva, li
ha e ha aumentato il patrimonio con la crisi. Una bella riforma tributaria
coniugata con la lotta serrata all´evasione fiscale e alle mafie, i cui beni
sequestrati vanno utilizzati per risarcire le vittime e finanziare progetti socio-culturali. Ma chi parla piú di
questo? Sono rimasti solo Vendola, don Ciotti, Landini, la FIOM-CGIL e quelli di art.21, a ricordarlo.
È in grado Renzi di farla? Ma per favore! Quello é ammanicato con i
finanzieri d´assalto e i politici conservatori. Si metterá d´accordo con loro e
scaricherá le aspettative della collettivitá civile.
Le colpe della classe politica e imprenditoriale italiane sono
imperdonabili e antiche. Questi signori non sono stati capaci in 150 anni di
storia del paese a far sentire gli i taliani come UNA COLLETTIVITÁ CIVILE. I
mali di fondo della societá non sono stati affrontati da nessuno, tanto che
oggi gli italiani faticano a percepirsi come una collettivitá civile,
disprezzano le regole che una collettivitá si dá per convivere civilmente nel
comune interesse; mancano di coraggio civile che serve per fare ognuno, nel
proprio piccolo, il proprio dovere. E non basta. I guasti del berlusconismo
devono ancora emergere in tutta la loro profonda pericolositá. Serve un
antidoto al veleno instillato nel corpo sociale dal pregiudicato di Arcore:
basta con la politica spettacolo! La politica vada fatta in parlamento e non
negli studi televisivi. Ci vuole serietá. Bisogna imparare dagli errori
guardando indietro e imboccare la strada giusta. La serietá é la sola che,
dando il benservito al Masaniello di turno, possa far uscire gli italiani dalla
palude. Senza illuderli. Le diffuse illegalitá nelle quali nuotano, vanno
combattute e superate non assolvendo nessuno! Basta condoni e sanatorie! Chi ha
sbagliato, paghi!
Ma chi puó riportare l´etica nella politica? Chi puó fare tutto questo? Una sinistra
moderna che affianchi al rosso-antico diventato minoranza conservatrice, il
cocktail multicolore dei cittadini impegnati nella miriade di associazioni per
la difesa dei beni comuni. Temo che per arrivare al mixeraggio di questo
cocktail arcobaleno e naturale si debba passare per la spaccatura del PD e la nascita di un nuovo contenitore politico
per quei 10 milioni e passa di cittadini onesti che aspettano di poter votare
per una forza politica credibile e di sinistra.
Ma chi discute oggi di una sinistra degna di questo nome? Una sinistra
che s´impegni nell´elaborazione di una strategia capace di sottrarre l´Italia
alla stretta mortale che ha giá strangolato Grecia, Portogallo e Irlanda? La
nuova classe politica deve essere in grado di sbattere qualche pugno sul tavolo
a Bruxelles, anziché ostentare sempre un´obbedienza cieca e assoluta. Letta é
un pappamolla prigioniero delle vecchie logiche politiche PDL-PD meno L. Due
partiti conservatori che si spartiscono la torta del potere gattopardescamente.
Le loro intese sono larghe solo nel conservarlo e nel mantenere i privilegi
della casta.
Se poi distacchiamo un pó lo sguardo dai problemi nazionali, ci si
accorge che sopravvalutiamo la capacitá di influire sugli stessi e sulla nostra
vita. Nel mondo attuale sono all´opera movimenti tettonici sui quali
l´influenza della politica tradizionale é scarsa. Puó poco Hollande, perfino la
Merkel e Obama. Figuriamoci un Berluschino (Renzie) qualsiasi. Nel mondo sono
all´opera forze economiche (ampiamente rappresentate nelle conferenze a porte
chiuse del Bilderberg!) che premono per limitare la democrazia. Se l´Europa
occidentale vuole entrare a far parte della nuova economia globalizzata, lo
Stato provvidenza creato nel dopoguerra deve scomparire anche a prezzo di
dolorose rinunce in materia di sicurezza e protezione sociali. E se tale
sospettositá avesse un fondamento? Se gli esperti fossero veramente i soli a
poterci salvare?, si chiede il filosofo-pop Slavoj Zizek. Il filosofo sloveno
risponde a queste domande constatando che la crisi economica mostra, tuttavia,
che non é il popolo, ma sono gli esperti stessi a brancolare nel buio. In
Europa occidentale constatiamo infatti la crescente inettitudine delle élite al
potere, che non sono piú in grado di
governare i rispettivi paesi. Oggi in Europa i ciechi, guidano i
ciechi...Sembra che stia prendendo corpo il contenuto del romanzo fantastico
"Cecitá", del compianto premio Nobel per la letteratura José
Saramago. Speriamo che non si arrivi alle estreme conseguenze descritte nel
romanzo. Facciamo gli scongiuri...
Intanto il pianeta é entrato
nella terza rivoluzione industriale, quella tecnologica, lasciandosi alle
spalle quella industriale affermatasi nel XIX secolo. L´era del petrolio ha
fatto il suo tempo. Oggi, e nel futuro lo sará ancora di piú, sono le nuove
tecnologie che semplificheranno l´organizzazione del lavoro e creeranno i nuovi
posti di lavoro dando soddisfazione alla "generazione perduta", i
30enni precari e disoccupati che la crisi economica ha enormemente falcidiato
negli ultimi 10 anni. Sul tema approvigionamento energetico l´intelletuale
americano Jeremy Rifkin, considera l´Italia l´Arabia Saudita della terza
rivoluzione industriale. Ció che l´Arabia Saudita rappresenta da 50 anni nel
campo petrolifero, l´Italia lo puó diventare in quello dello sfruttamento delle
energie alternative: solare , eolico, termico. La penisola italiana ha tutto
quello che serve: acqua, sole, vento , tre regioni interessate da fenomeni
geotermici (Toscana, Lazio, Campania). Gli italiani devono solo attrezzarsi per
sfruttare queste fonti inesauribili d´energia.
Ma come si fa a battere le lobby economiche ammanicate con la politica
tradizionale? Puó bastare un voto libero e democratico? Con la classe politica delegittimata,
televisioni e giornali sempre meno influenti nel formare l´opinione pubblica,
sempre piú cittadini che ricorrono alla rete per informarsi (...secondo una statistica dal 2007 ad oggi
la percentuale é salita dal 25% al 47%!), potrebbe bastare. In democrazia 1
vale 1. Potrebbe bastare a portare in parlamento una maggioranza di giovani
30enni dinamici e motivati e a mettere in minoranza il vecchiume dei partiti
ammanicati alle lobby economiche! Non sará facile ma la strada é quella.
Bisogna battere anche il vecchio travestito da nuovo: il capitalismo
<<ammanicato>>, di
<<relazione>>, collusivo (talvolta anche con zone criminali) per iniettare
nel sistema produttivo dosi da cavallo di un´imprenditoria responsabile. Un
capitalismo dal volto umano, modello Olivetti anni ´50 (...e Della Valle?). È
realizzabile? Capitan Findus-Letta & Renzie vogliono sostituire con logiche
gattopardesche le attuali <<bande>>, salotti e familismi di potere,
con altre analoghe, in chiave generazionale. Non basterá privilegiare il made
in Italy di qualitá, con particolare attenzione per l´industria del lusso e del
settore enogastronomico da una parte e la finanza cosmopolita dall´altra.
Bisogna abbattere l´ignominia delle disparitá retributive tra lavoratori e top
manager e favorire altre misure di
giustizia sociale indilazionabili. Le grandi opere per un capitalismo moderno
non possono essere le TAV, greppie di giganteschi <<inciuci>>
politico-affaristici, ma la banda larga ovunque e una politica ecologica
radicale, che possono diventare il volano della ripresa economica. La
valorizzazione dei beni culturali puó contribuire alla ripresa del paese se
sottratta alle miopi logiche di una gretta commercializzazione. Fino agli anni
´70 il capitalismo italiano ha saputo generare capitani d´industria all´altezza
dei tempi. Oggi sembra non sia rimasto piú nulla delle virtú alla base del
miracolo economico e civile del dopoguerra. Il noto sociologo Luciano Gallino
non si stanca di dire che ci vogliono idee, ci vuole un piano, ci vuole una
politica industriale, una politica del territorio, una politica urbanistica,
una politica energetica. Non é convincente la <<galleria>> proposta
da Renzi.
È come essere caduti nel baratro.
Un incubo ci assale. Ma ci sono incubi che ci mostrano la via d´uscita. Quello
che c´é da fare, farebbe tremare i polsi
a chiunque. Bisogna, nonostante tutto, restare ottimisti. Gli onesti e i
giusti, i lavoratori, sono nel mondo la stragrande maggioranza. Sono loro le
vittime dei governi corrotti e dei cleptocrati della finanza che l´hanno
scatenata. Ha ragione il leader greco di Syriza, Alexis Tsipras: <<...la
crisi é stata accentuata da condotte corruttive, da una vasta oligarchia chiusa
e il modo in cui si é tentato in questi anni di risolverla é spostando la
responsabilitá dei mali presenti, dalle spalle dei cleptocrati a quelle del
cittadino comune che lavora duramente>>. I lavoratori di tutto il mondo,
insieme a imprenditori e finanzieri intenzionati a svolgere, col loro lavoro,
una funzione sociale...infine prevarranno sul potere oligopolistico e
lobbistico della stessa finanza d´assalto. Guida e stella polare di questo
progresso dovrá essere l´Unione Europea che, infine, capirá che é questa la sua
missione del XXI secolo.
I nazionalisti, i populisti, i razzisti nostrani e di tutta l´Unione
Europea dovranno essere azzittiti con i
fatti. Le loro chiacchiere pretestuose stanno facendo solo perdere tempo
prezioso a tutti e accumulare altro
denaro nelle tasche dei soliti noti. Le decine e decine di milioni di cittadini
onesti farebbero bene a far abbassare la cresta agli esperti-ciechi al comando
nei paesi occidentali e a occuparsi in prima persona dei loro problemi.
Lotta alla cleptocrazia in ogni paese europeo e del mondo intero!
Sosteniamo le lotte dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali!
VITTORIO STANO, Hannover
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