30 set 2012

Lo Stato dell’Unione e la necessità di un’Europa politica: un nuovo contratto per l’Unione.

Il 12 settembre il Presidente della Commissione Europea Barroso è intervenuto al Parlamento Europeo a Strasburgo per parlare dello Stato dell’Unione, evidenziando come la crisi dell’Ue sia prima di tutto una crisi di fiducia.

Barroso si è chiesto, infatti, come possono i cittadini credere nell’Europa quando gli stessi attori politici dell'Europa non rispettano le regole e le decisioni che hanno stabilito e ogni giorno seminano dubbi sul futuro dell’euro e dell’Europa stessa.
Barroso ha proposto un nuovo contratto per l’Unione, proprio come un contratto di fiducia tra i nostri paesi, tra gli Stati membri e le istituzioni europee, tra le parti sociali e tra i cittadini e l'Unione europea.
Finalmente ci si è resi conto che l'Europa ha bisogno di una nuova direzione, di nuovi strumenti, di più unità e integrazione: tutto questo però deve nascere con la partecipazione dei cittadini.
Il progetto, che è emerso dal dibattito a Strasburgo, sarà un progetto graduale, ma animato da una grande ambizione per il futuro e la Federazione si profila ora come il più naturale orizzonte per l'Europa.
Ai molti che diranno che questo progetto è troppo ambizioso e che non è realistico possiamo rispondere con la provocazione di Barroso: “è forse realistico andare avanti come abbiamo fatto finora? È realistico quello a cui assistiamo in molti paesi europei? È realistico che i contribuenti paghino le banche e poi siano costretti a restituire alle banche la case che hanno pagato perché non possono rimborsare il mutuo? È realistico che in alcuni dei nostri Stati membri più del 50% dei giovani siano disoccupati? È realistico continuare a cercare di navigare a vista, finendo per accumulare errori perché le risposte non sono convincenti? È realistico pensare di poter guadagnare la fiducia dei mercati quando mostriamo così poca fiducia gli uni negli altri?”.
Barroso ha, forse per la prima volta, parlato di una federazione democratica di Stati nazione in grado di affrontare i problemi comuni grazie a una sovranità condivisa., una definizione ambigua, ma almeno un passo avanti.
Nel dibattito è intervenuto il nostro capogruppo Swoboda che ha chiesto subito un patto per la coesione sociale, a Trattati esistenti, per modificare le politiche europee, troppo incentrate sull’austerità e per risolvere la crisi economica democratica, anche attraverso referendum europei e una più decisa partecipazione dei cittadini.

Dunque ora siamo arrivati a questi punti:
1. da un lato si stanno affinando gli strumenti per varare l'Unione Bancaria
2. dall'altro si ritorna a parlare della riforma dei Trattati Ue.
Come ha scritto Amato sul Sole 24 Ore le azioni della BCE e la sentenza della Corte tedesca hanno alzato gli argini del torrente in piena, ci sentiamo più sicuri, ma questo non basta e ora la palla torna alla politica: “è la politica che deve colmare in sede europea il divario sempre più ampio fra il livello di integrazione insito negli strumenti messi in campo sul terreno economico e finanziario e quello, ben più sfilacciato, che esiste sul piano politico-istituzionale”.

Sul primo punto si parte dal documento Van Rompuy, Barroso, Junker e Draghi "Verso un'autentica unione economica e monetaria" con l'obiettivo di arrivare al vertice del 18-19 ottobre con un rapporto interinale ed entro l’anno all’approvazione di vere e proprie proposte.
La discussione è basata su una issues note che il consiglio Europeo ha distribuito ai governi la scorsa settimana e che traccia delle linee guida e le prossime tappe per la riforma della zona euro: l'unione economica, l'unione di bilancio, l'unione bancaria e l'unione politica. Relativamente all'Unione Bancaria sul tappeto ci sono la creazione di un meccanismo di vigilanza unico incentrato sulla BCE, un sistema europeo di garanzia dei depositi e di gestione e risoluzione delle crisi bancarie.
Nel documento poi, per quanto riguarda l’Unione di bilancio, si affronta il tema di un possibile bilancio europeo della zona euro (tema ancora molto controverso, soprattutto in Germania) e del debito nazionale e sulle possibili opzioni in caso ecceda i limiti consentiti dal patto di stabilità.
In questi primi documenti cominciano a profilarsi, sia pur timidamente, ipotesi di mutualizzazione del debito.
Sul secondo punto, sul fronte più complesso della riforma dei Trattati dell’Unione e della creazione di una vera federazione la discussione è avviata, anche se si registrano molta cautela e prudenza.
Avviare una riforma dei Trattati significa “aprire un vaso di Pandora” dagli esiti imprevedibili se non si ha chiara la direzione di marcia. 

A tal proposito importante è la proposta di Bersani di avviare una Costituente europea per ridare centralità alla politica e alla volontà popolare.
Il progetto europeo, come dice il professor Alberto Quadrio Curzio, ha bisogno di concretezza, ma anche di competenza e di ideali, e proprio da questi dobbiamo partire per ricreare un sentimento di cittadinanza europea e per rilanciare cooperazione e solidarietà tra i paesi.

Ideali significa innanzitutto l'appartenenza a una comune civiltà e cultura.

Fa piacere dunque nell'articolo del Prof Quadrio Curzio, su Il Sole 24Ore, il richiamo al gruppo di riflessione sulla dimensione spirituale e culturale dell'Europa voluto dall'allora presidente della Commissione Romano Prodi, per contribuire a dare anche un grande respiro culturale al futuro dell'Europa, come fu con le idee democratiche, sociali e liberali di personalità come De Gasperi, Spinelli ed Einaudi.
Certo, l'ulteriore integrazione politica incontra ancora resistenze, ma l'obiettivo non è più un tabù.
Sarà importante, realisticamente, che coloro che sono veramente europeisti decidano "cosa" vogliono ottenere e poi adottino con coraggio la procedura e la strada più utili.

Patrizia Toia

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