31 gen 2013

CONTRIBUTI SILENTI: PER INAS-CISL UN’INGIUSTIZIA DA COMBATTERE A COLPI DI RICORSO


ROMA\ aise\ - Un’ingiustizia da combattere a colpi di ricorso. Così l’Inas-Cisl definisce in una nota la questione dei contributi silenti. Il caso, si spiega, è esploso dopo le dichiarazioni del direttore generale dell’Inps, Mauro Nori, che ha denunciato come, con le nuove norme che regolano la previdenza, milioni di euro di contributi versati dai lavoratori sono divenuti perfettamente inutili per accedere alla pensione.


Il patronato Inas segue già da tempo "le gravi conseguenze provocate da una serie di interpretazioni ministeriali che cambiano le carte in tavola per moltissimi cittadini: queste persone oggi si trovano a scegliere tra perdere del tutto quei contributi o versarne altri se possibile, perché il ministero del Lavoro, nonostante la legge non sia cambiata, ha deciso di ignorare le problematiche di chi è incappato in regole previdenziali diverse da quelle con cui pensava di fare i conti".
Le più colpite sono le donne che hanno versato 15 anni di contributi: in base alla riforma del 1993, questo bastava ad ottenere la pensione mentre oggi di anni ne servono almeno 20.
"Il risultato – commentano gli esperti del patronato – è una situazione ‘gratuitamente’ ingiusta contro cui faremo ricorso fino all’ultimo grado di giudizio".
"Si è ottenuto soltanto un aggravio di costi per lo Stato, che dovrà far fronte alle cause amministrative e giudiziarie, mentre le misure adottate puntavano, con modalità approssimative, al risparmio in termini di spesa pubblica", sottolinea l’Inas Cisl.
Insomma, per l’Inas, "un bel pasticcio che ora il ministero del Lavoro dovrà assolutamente risolvere".
"Dovranno essere approntate al più presto norme più flessibili, che consentano a ciascun lavoratore di utilizzare in ogni caso tutto il patrimonio contributivo versato", auspica il patronato.
Nel frattempo i cittadini potranno rivolgersi all’Inas Cisl per "farsi assistere nella tutela di un loro sacrosanto diritto". (aise)

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