(NoveColonne ATG) Roma - Il caso Lega ha portato alla ribalta il tema del finanziamento pubblico alla politica, che sta ulteriormente delegittimando i partiti e le istituzioni politiche tra i cittadini. Il 75% degli italiani afferma di essere stato colpito dall’uso improprio dei fondi pubblici provenienti alla Lega dai rimborsi elettorali; oltre i due terzi dal ruolo esercitato dai familiari di Bossi ai vertici del Carroccio, mentre il 63% dall’assoluta inadeguatezza del tesoriere e di alcuni esponenti del gruppo dirigente.
I recenti scandali sulla gestione dei rimborsi elettorali, che hanno investito la Margherita e la Lega Nord, hanno contribuito ad accrescere il discredito delle forze politiche agli occhi dell’opinione pubblica. Secondo l’indagine realizzata per la trasmissione Otto e Mezzo dall’Istituto Demopolis, l’80% degli italiani appare insofferente alle enormi somme destinate ai partiti, ben superiori alle effettive spese elettorali. Colpisce l’opacità nella gestione dei fondi, ma anche – per i due terzi degli intervistati – la totale assenza di sistemi di controllo delle spese. Se per 6 italiani su 10 i rimborsi elettorali ai partiti sono del tutto sbagliati, il 37% ritiene invece giusto il principio, ma solo a condizione che ne venga ridotta drasticamente l’entità e sia imposta una assoluta trasparenza nei bilanci e nella rendicontazione delle spese. La proposta di un sistema di controlli senza tagli, avanzata da Alfano, Bersani e Casini, è ritenuta apprezzabile da appena il 13% degli elettori. Oltre un terzo ritiene la proposta inutile, mentre la maggioranza degli intervistati la giudica del tutto insufficiente in assenza di un serio ridimensionamento delle somme. Il 93% dei cittadini, intervistati dall’Istituto di ricerche diretto da Pietro Vento, afferma che i partiti dovrebbero rinunciare alla prossima tranche di rimborsi prevista nel mese di luglio. Colpisce la percentuale, ma anche la trasversalità: oltre 9 elettori su dieci di Centro Destra e di Centro Sinistra; il 97%, praticamente tutti, di chi si dichiara politicamente non collocato.
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