3 set 2013
IL CITTADINO È AL CENTRO DELLO STATO MA LO È ANCHE IL CITTADINO CHE VIVE ALL’ESTERO?
Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha riconfermato
ultimamente, durante l’incontro di Rimini con Comunione
e Liberazione, la sua visione di centralità del cittadino in
uno Stato di Diritto
Quasi contemporaneamente però lo stesso Stato, sotto forma della prestigiosa Farnesina,
annuncia lo spostamento dei cittadini italiani all’estero in una posizione di vergognosa
marginalità.
La notizia della chiusura di 14 Sedi consolari, infatti, stride con le affermazioni del Capo del
Governo.
Le sue assicurazioni sulla centralità del cittadino nell’interesse dello Stato Italiano sembrano
non valere per chi vive all’estero.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Sembrano pensarla così gli amministratori della Cosa
Pubblica quando si tratta di avere cura dei diritti degli italiani oltreconfine.
Basta qualche esempio che riguarda l’iniquità delle imposte applicate ai cittadini italiani
residenti all’estero, soprattutto a livello comunale.
Ma la peggiore mortificazione si verifica nell’erogazione all’estero dei servizi statali. Trasferte
di oltre 800 Km diventano una realtà per il solo ritiro di una carta d’identità o per la richiesta di
un passaporto. Questa sarà la conseguenza della chiusura dei Consolati.
Altro che cittadino al centro dello Stato. Lo Stato fa sentire il cittadino italiano
all’estero un emarginato e lo tratta come tale.
E intanto
altri disoccupati emigrano dall’Italia, altri Comuni del Mezzogiorno si desertificano e altri
Consolati vengono chiusi!
E intanto
continua la favola della Farnesina che si riorienta, correndo appresso ai nuovi capitali nei
Paesi Brics, mentre si chiudono e si declassano sedi come Timisoara in Romania, attorno alle
quali ruota il fior fiore della nostra industria, con su impresso tanto di “Made in Italy”.
E intanto
fra la compagine sindacale c’è chi sobbalza nell’apprendere nel corso dell’audizione
parlamentare del Vice-Ministro Dassù che - forse - non tutti i quattordici consolati sono
destinati alla chiusura definitiva e chiede immediate delucidazioni al Direttore Generale per il
Personale! Per la difesa dei diritti dei nostri connazionali? No, no. Niente paura. Si tratta solo
del solito “do ut des”, nella buona tradizione dei rapporti MAE/Sindacati.
Roma, 3 settembre 2013
CONFSAL UNSA Coordinamento Esteri
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