29 mar 2014

Lampedusa : Mar Mediterraneo = Norderney : Mare del Nord



Lampedusa : Mar Mediterraneo = Norderney : Mare del Nord


Grande è la delusione ad Osnabrück. Da settimane. Durante lo scorso anno diverse istituzioni ed organizzazioni hanno trascorso mesi a discutere per elaborare un piano per la migliore sistemazione ed integrazione dei profughi che sarebbero arrivati. Le loro idee sono confluite nel „Piano della città di Osnabrück per procurare spazi abitativi ai profughi e per favorirne l'integrazione“.
Abitazioni adatte sono state cercate, analizzate e rimesse in sesto. Dall'autunno profughi di varie nazionalità sono andati ad abitarci. Gruppi di volontari si sono occupati di loro visitandoli, organizzando collette, corsi di lingua e di guida della bicicletta, incontri con il vicinato. I profughi cominciano a sentirsi a casa, dicono di trovarsi bene qui e di voler restare. Nella loro cassetta della posta trovano addirittura una lettera di benvenuto del borgomastro.
E, quasi contemporaneamente, la comunicazione della loro imminente espulsione (in tedesco!)
Quanti traumi si possono far subire ad un essere umano? Per quanto tempo una persona ha il diritto di riprendersi da esperienze drammatiche? Solo pochi mesi?
Nelle prossime settimane ca. 80 profughi dovranno lasciare la nostra città, 53 in direzione Italia. Quest'ultimi rabbrividiscono solo a pensarci.
Per fortuna, sia Caritas Italia, sia Terre des Hommes Italia, con i cui collaboratori ho avuto occasione di parlare al telefono, smentiscono la notizia, dettata da pur sempre comprensibili paure dei profughi, che in Italia vengano tolti loro i bambini.
Tuttavia in Italia starebbero male, dicono. Avendo, tra l'altro, vissuto lì per strada i nostri profughi hanno già sofferto per le insufficienti cure mediche e la fame e non vogliono rifare l'esperienza. „We don't need Italia“, è scritto su un cartellone.
È chiaro che il Paese non ce la fa a far fronte alle costanti ondate di profughi. Quale Paese ne sarebbe capace?
Lampedusa è un'isoletta di ca. 20 km². Come se la caverebbe la Germania se ogni giorno da centinaia a perfino mille persone, sbarcassero a Juist o Norderney? Continuerebbero tranquilli a bersi il tradizionale tè o chiederebbero aiuto ai Paesi vicini e cercherebbero di modificare insieme il regolamento Dublino III?
Tutti provano comprensione per lo stato di emergenza in alcuni Paesi europei di prima accoglienza.
Ma cosa possiamo fare noi abitanti di Osnabrück contro un regolamento europeo che ci lega le mani?
Giovedì 20 marzo ca. 150 persone volevano ribellarsi contro le espulsioni incombenti, perché „nessuno dovrebbe essere considerato illegale“, al contrario, ogni essere umano dovrebbe poter scegliere liberamente il proprio luogo di residenza in un „mondo senza confini“. Alla fine della marcia di protesta le persone davanti al municipio che chiedevano a viva voce ai rappresentanti politici di fare qualcosa, erano 600.
I membri della commissione per l'assistenza sociale - che stavano trattando il tema - hanno interrotto la loro seduta per rispondere alle domande dei dimostranti. Inesauditi rimarranno desideri come „Date alloggio ai profughi nel municipio!“; tuttavia stanno facendo tutto quanto è in loro potere per aiutare i profughi.

Se mi fosse concesso di esprimere tre desideri sarebbero i seguenti:
1.    Dublino III viene modificato in modo tale che nessun profugo debba tornare  nello Stato membro EU competente finché questo non garantisce di potergli dare sufficiente assistenza.
2.    I profughi che sono stati affidati ad una città e ci si trovano bene possono rimanerci.
3.    La città stessa ha la facoltà di decidere di tenersi i profughi affidategli.

In fondo Osnabrück, la nostra „Città della pace“, nonostante le esitazioni e le difficoltà iniziali è riuscita a dimostrare di sapersi occupare bene dei profughi giunti finora.

Daniela Dandrea
Membro del Comites di Hannover
Presidentessa del Consiglio per la migrazione di Osnabrück

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