11 mag 2012

CGIL - Cisl - Uil Esteri: "flussi di spesa del M.A.E"








Giulio Terzi
Ministro per gli Affari Esteri

Sen. Giorgio Tonini
Senato della Repubblica

On. Alessandro Ruben
Camera dei Deputati

On. Margherita Boniver
Camera dei Deputati

Dott. Natale D’Amico
Consigliere Corte dei Conti

Dott. Luigi Gianniti
Segretario Commissione Affari Esteri
Senato della Repubblica

Min. Pl. Sebastiano Cardi
Vice Segretario Generale

Min. Pl. Luca Sabattucci
Direttore Centrale Risorse Umane

Min. Pl. Placido Vigo
Capo Segreteria Particolare Signor Ministro

E, p.c.:

Amb. Giampiero Massolo
Segretario Generale

Amb. Giovan Battista Verderame
Direttore Generale Risorse Umane

Cons. Agostino Palese
Capo Unità per le Relazioni Sindacali



            Nel corso dell'informativa dello scorso 3 maggio ci è stato illustrato - per sommi capi - il contenuto del documento elaborato dalla Commissione costituita per volere del Ministro Terzi allo scopo di analizzare i flussi di spesa del M.A.E. ai fini della loro revisione e per prevedere, nel contempo, anche la riorganizzazione delle sue attività in modo di garantire comunque un'efficiente erogazione dei servizi ed un Paese sempre più presente sulla scena internazionale.
            Innanzitutto evidenziamo che, a nostro avviso, dovevano essere inclusi tra i componenti della citata Commissione, oltre a politici, tecnici e diplomatici, anche rappresentanti delle OO.SS. maggiormente rappresentative di questa Amministrazione.
            Infatti, come già abbiamo avuto modo di dire più volte, processi di razionalizzazione e riorganizzazione così complessi si debbono promuovere con il consenso e la partecipazione degli stessi lavoratori così come ribadito dall’Intesa sul lavoro pubblico, definita proprio in questi giorni tra Sindacati, Governo, Regioni ed Autonomie locali, la quale statuisce detto principio “…al fine di favorire la partecipazione consapevole dei lavoratori” oltre che allo scopo di  “...un coinvolgimento delle OO.SS. nei processi di razionalizzazioni delle Pubbliche amministrazione (spending review)”
            Inoltre, è fuori dubbio che, una composizione diversa della predetta Commissione, avrebbe anche consentito una più ampia visione delle problematiche affrontate con la possibilità di intercettare e analizzare una gamma più vasta di flussi di spesa e di attività, oltre che d’individuare un nuovo modello organizzativo per la Sede centrale; pertanto è con l’intento di allargare l'angolo della visuale del documento della Commissione, che intendiamo esporre alcune nostre osservazioni, partendo, però, da due imprescindibili premesse:

1.      Il rapporto tra bilancio MAE/bilancio dello Stato,  se raffrontato con i paesi europei a noi più vicini, risulta essere   il più basso, infatti: Francia 1,78%, Germania 1,1%,  Olanda 2,5%, Inghilterra 0,3%, Italia 0,22% (dati forniti nel corso dell’incontro); per non parlare dei tagli succedutisi dal 2009, che per il 2011 sono stati di oltre 200 milioni di euro per arrivare ai 216 per il 2012.
2.      L’incomprimibilità del bilancio del MAE pena la perdita della sua funzionalità e dell’erogazione dei servizi.

            Passando ora in rassegna i punti analizzati dalla Commissione, reputiamo utile rilevare quanto segue:

1.      IL PERSONALE

            Sembrerebbe che, sull'estero, la Commissione raccomandi – in sorprendente assonanza con quanto ha indicato di recente la Commissione Esteri su proposta del Sen. Micheloni - il raggiungimento di un rapporto di “20 a 80” tra personale di ruolo (AA.FF. e Dirigenza Diplomatica, che sull’estero potrebbe significare, di fatto, la sola presenza del personale diplomatico) e quello locale, a contratto.
A tal riguardo, vorremmo evidenziare che, per diverse ragioni, la questione è molto più complessa di un semplice rapporto numerico. Infatti:
Ø  E’ quanto meno singolare che nel corso della presentazione del  documento – e probabilmente, anche nello stesso documento -  non sia stato fatto alcun cenno al rapporto, come invece richiesto dal Governo nella sua direttiva in materia di spending review, tra l'organico della dirigenza e quello del restante personale. Attualmente il rapporto è il seguente: 1 dirigente ogni 6,2 unità di personale in termini assoluti; 1 dirigente ogni 8,06 unità di personale, all’estero; 1 dirigente ogni 3,94 unità di personale nella sede centrale (fonte: Annuario statistico 2011).
Crediamo tali rapporti non più sostenibili e, pertanto, riteniamo sia opportuno sospendere il concorso per la carriera diplomatica fino al raggiungimento di un più proporzionato rapporto dirigenza/unità di personale.
Ø  Osserviamo che l'affermazione secondo cui il rapporto “20/80” sarebbe in linea con quello ormai adottato da molti Paesi europei, corrisponde solo parzialmente a verità: infatti, in campo europeo esistono modelli organizzativi diversi, variamente articolati e non sempre in linea con l'ipotesi prospettata dalla Commissione (per esempio in Francia v. allegato n. 1).
Ø  Vi sono motivi funzionali e di sicurezza che rendono il numeratore della citata frazione non comprimibile oltre una certa misura: diversi sono, infatti, gli incarichi e le posizioni di responsabilità che, per la loro natura, mai dovrebbero essere affidati ad impiegati locali (come prevedono le stesse norme europee), trattandosi di personale per la maggior parte di nazionalità straniera (817 di cittadinanza straniera su un totale di 1546 con contratto locale), privo del necessario collegamento con la realtà italiana e facilmente influenzabile dal contesto in cui vive e opera. In molti Paesi, poi, è proprio impossibile trovare le professionalità necessarie e, anche là dove esse sono presenti, non bisogna dimenticare – e sottovalutare – il fatto che le modalità di assunzione sono, nella migliore delle ipotesi, non sufficientemente selettive quando non sono addirittura semplicemente clientelari. In ogni caso si tratta di procedure che non hanno nulla a che vedere con la difficoltà, la correttezza ed il rigore dei concorsi pubblici attraverso i quali si seleziona il personale di ruolo. 
Ø  L'ipotesi prospettata dalla Commissione - oltre a contrastare con il consolidato equilibrio tra le carriere – finirà anche per introdurre un fortissimo elemento di rigidità nella struttura della rete diplomatico-consolare. Infatti, proprio in un momento in cui il rapido evolvere delle condizioni internazionali, richiederebbe capacità di duttilità e flessibilità per adattarsi rapidamente alle mutate realtà, la presenza preponderante di personale a contratto, stanziale e localmente radicato, renderà pressoché impossibile -a meno di forzature sul piano del contratto di lavoro - ogni operazione di adeguamento della rete diplomatico-consolare alle nuove esigenze.
Ø  Sui possibili risparmi derivanti dall'aumento del numero del personale locale rispetto a quello di ruolo, rileviamo infine come la Commissione non abbia approfondito il ragionamento – sul medio e lungo periodo – tenendo presente i costi retributivi e previdenziali delle due categorie di personale, per non parlare del tendenziale aumento degli stipendi nei Paesi maggiormente industrializzati ove tale categoria è più presente, sia a contratto a legge italiana che locale (USA, Canada, Francia, Spagna, Svizzera, Belgio, Germania….).

Dalla disamina delle proposte della Commissione è emerso che alcuni fondamentali aspetti relativi alla gestione del personale non risultano essere stati minimamente presi in considerazione,  pertanto si ritiene opportuno chiedere:
·         che attraverso i proventi delle percezioni consolari, dei visti e dei risparmi sull’ISE provenienti dai pensionamenti e dalle riduzioni di presenze all’estero ed in Italia delle posizioni dirigenziali, degli esperti, dei consulenti e dei “ Chiara fama” (in proposito v. allegato 2) si proceda all’assunzione esclusiva di personale di ruolo delle AA.FF. mediante  una deroga  al blocco del turn over;
·         che non venga aumentato il contingente del personale a contratto;
·         una modifica al DPR 18/67 che preveda l’attribuzione all’estero di funzioni ascrivibili, per la loro specificità, al solo personale di ruolo.

            Di contro, non tanto per la cosa in sé, quanto per la vaghezza con cui la stessa è stata esposta nell'informativa, suscita in noi preoccupazione la raccomandazione di rivedere la struttura dell'ISE nel senso di rivederne l’articolazione nelle sue diverse componenti.
Tralasciando di esporre le nostre idee in proposito, ci preme, sottolineare che le nostre preoccupazioni sono dovute al timore di trovarci di fronte ad interventi che possano difettare in equilibrio ed equità. Al fine di fugare ogni dubbio, chiediamo già ora di essere coinvolti, fin dall'inizio dell’eventuale processo decisionale, nella revisione della struttura dell'ISE.
Analogo discorso vale per la rivisitazione delle spese di trasferimento a cui, anche in questo caso, si è fatto solo un accenno fugace nella stessa informativa.   

2.      LA RETE DIPLOMATICO CONSOLARE E DEGLI  IIC

Comprendiamo le esigenze dettate dal mutato scenario geopolitico internazionale, pur tuttavia riteniamo che il modello presentato possa essere sviluppato nel senso auspicato dal Documento firmato tra Amministrazione e Sindacati il 29.04.2008 (allegato n. 3) e che prefigurava per quanto riguarda la rete consolare un’organizzazione “stellare” articolata su un Consolato Generale HUB, una serie di Agenzie consolari, Vice Consolati e Consolati, oltre che nei Paesi a forte emigrazione anche in quelli con un vasto territorio, consistenti flussi turistici, interessi economici e promozione culturale.

Non condividiamo invece il sistema proposto dalla Commissione che riduce le strutture sopra elencate e privilegia la presenza di un folto numero di sportelli consolari, perché determina in realtà una contrazione dei servizi.
Gli sportelli consolari infatti (in quanto meri recettori di documentazione), oltre a non avere alcun riconoscimento nella Convenzione di Vienna,  non forniscono alla collettività ed ai locali tutte le prestazioni di cui necessitano e determinano una costosa sottoutilizzazione del personale preposto ed un sovraccarico dell’ufficio consolare di riferimento.
Inoltre, operando isolato dal contesto della Sede di riferimento e - in molti casi al di fuori di ogni tipo di controllo anche sull’orario di lavoro - non garantiscono nemmeno l’uniformità delle limitate prestazioni.

Abbiamo forti perplessità anche per quanto concerne il ricorso ai servizi offerti dal “Consolato digitale”, sia per la tipologia delle collettività, che non sempre sono in grado di utilizzare gli strumenti informatici, sia per il venir meno del legame istituzionale con il Paese di origine.
Tale modello che non può, in nessun modo, essere considerato alternativo al rapporto interpersonale non produce, per l’effetto imbuto che crea sulla struttura finale e sui relativi carichi di lavoro del personale, benefici nell’erogazione dei servizi.

In merito alla rete degli Istituti di Cultura riteniamo che ne vada preservata l’autonomia operativa e funzionale onde salvaguardare la valorizzazione della nostra lingua e cultura e di conseguenza del personale dell’Area della Promozione culturale. In quest’ottica grande rilevanza ha l’ubicazione degli Istituti stessi che non possono essere ridotti a uffici dell’Ambasciata e/o della sede consolare, in considerazione anche dell’autonomia finanziaria che permette, alla maggior parte di essi, di autofinanziarsi.

3.      LE SINERGIE CON LA UE (SEAE)

E’ necessario individuare, come avviene in altri Paesi membri, anche per le AA.FF. spazi ed opportunità di collocazione all’interno delle delegazioni UE, oltre che in quelle aree ove non siamo presenti come Paese e in tutti quegli organismi, ove si reputi necessaria la presenza italiana.

4.      I BENI DEMANIALI

E’ necessario costituire con urgenza una Commissione tecnica che elabori un piano programmatico di dismissioni, cartolarizzazioni, ammodernamento e ristrutturazione del patrimonio demaniale del MAE, a Roma e all’estero.

Chiediamo alla Commissione di Spending Review di valutare:

a)      la creazione di strutture uniche e polivalenti laddove esistono pluralità di sedi e/o uffici nella stessa città (Bruxelles, Vienna, Ginevra, New York,  Roma,  ecc,…);
b)      l’acquisizione di maggiori quote sui proventi dall’alienazione dei nostri beni all’estero;
c)      l’alienazione di quei beni che prevedono l’esborso, praticamente a fondo perduto, di esose spese condominiali; una drastica riduzione del parco demaniale all’estero delle oltre 200 auto blu, celate sotto la voce “auto di servizio”, soprattutto in considerazione del fatto che il servizio corrieri è garantito “door to door” dalla DHL, sempre meno si ricorre al servizio postale e che pertanto i cosiddetti “piccoli trasporti”sono di fatto azzerati;
d)     un maggior contenimento delle spese di arredamento e ristrutturazione delle residenze demaniali estere nonché degli uffici al MAE destinati ai vertici politici;
e)      l’annullato di nuovi  progetti per  la costruzione di alloggi (ad es. a Baghdad con oltre 1 mlione di euro):
f)       l'avvio – attraverso un puntuale controllo di gestione dei contratti – della riduzione delle spese per locazione di immobili. Al fine di favorire il processo di razionalizzazione di questa tipologia di spesa e per rendere l'intervento sulle locazioni sistematico ed agganciato a riferimenti oggettivi, riteniamo che sarebbe anche opportuno definire con precisione i parametri di connessione tra superficie occupata e numero degli occupanti.

PROPOSTE A MEDIO E A LUNGO TERMINE DI TAGLI E O DI RINVENIMENTO DI NUOVE RISORSE

            Chiudiamo il presente documento con l'esposizione di alcune proposte di riduzione di spesa e di riorganizzazione di talune attività che – nel medio periodo – potrebbero generare risparmi:

Ø  A seguito degli interventi normativi che hanno reso possibile il voto degli italiani all'estero, occorre riflettere sulla compresenza di tanti momenti di rappresentanza delle nostre collettività: Parlamentari, Consiglio Generale degli Italiani all'estero (CGIE) e Comitati degli Italiani all'estero (COMITES). A tal riguardo, si attira l'attenzione sulle somme destinate agli ultimi due organismi pari a 2 milioni di euro di contributi ed ai costi preventivati per il loro rinnovo: 16 milioni di euro per CGIE e COMITES (125 organismi) e 23 milioni di euro per l’elezione dei 16 parlamentari. In proposito andrebbero anche esaminate le percentuali di partecipazione ai distinti appuntamenti elettorali.
Ø  Cospicui risparmi potrebbero anche derivare da modifiche alle modalità di esercizio del voto da parte degli italiani all'estero. Ad esempio, si potrebbe consentire di votare solo a coloro che espressamente chiedano di essere iscritti nelle liste elettorali, come avviene in altri Paesi europei (così facendo, si consentirebbe di ridare trasparenza a tutta la procedura del voto e solo in termini di spese postali – mediamente 8, 10 euro a raccomandata - si conseguirebbero notevoli risparmi); oppure si potrebbe consentire l'esercizio del voto in loco a tutte le categorie di cittadini “temporaneamente all'estero” evitando che gli stessi vengano in Italia ad esercitare il loro diritto ottenendo un risparmio – a beneficio dello Stato – sul rimborso delle relative spese di viaggio (più di 20 milioni di euro).
Ø  Risparmi sono possibili anche attraverso una riduzione del costo delle consulenze e delle collaborazioni esterne del Commissariato Generale di Governo per le esposizioni internazionali di Yeosu e Venlo, e attraverso la razionalizzazione delle loro attività. Nonostante gli interventi già operati in questa direzione, riteniamo che esistano ancora margini per una riduzione oltre ai limiti già imposti dalla legislazione vigente in materia, dei contratti di consulenza a persone fisiche (spesso personale in pensione) e a società.
Ø  Margini per economie di spesa sono conseguibili anche attraverso l'ulteriore riduzione di indennità e rimborsi spettanti ai Capi Missione che siano destinatari di Residenze demaniali.

            In sintonia con quanto ci sembra abbia fatto la Commissione nel suo documento, vorremmo anche noi evidenziare che la nostra Amministrazione non è solo un “centro di spesa”, ma anche una risorsa per il Paese, capace di generare entrate e, quindi, è necessario fare anche ragionamenti in termini di investimenti e non solo di tagli.
Tralasciando tutte quelle azioni e quegli interventi di promozione (ad es. commerciale e/o culturale), capaci di generare ritorni economici non facilmente quantificabili, vorremmo invece fare un cenno ai modi in cui si potrebbe intervenire su alcune voci di entrata ai fini di un loro incremento:
Ø  rivedere gli importi della Tabella dei diritti consolari, fermi ai livelli di quindici anni fa (1997);
Ø  creare le condizioni per dare attuazione all'art. 27 del DPR. 54/2010 in base al quale gli Uffici all'estero possono essere autorizzati a offrire servizi a pagamento alle imprese.
            In conclusione, crediamo di poter dire che la logica di intervento della spending review sulla spesa possa rappresentare l'occasione per superare l'approccio ragionieristico dei tagli lineari operati a più riprese negli ultimi anni ed avviare un vero processo di modernizzazione e razionalizzazione dell'attività delle pubbliche amministrazioni.
            Tuttavia, siamo anche fermamente convinti che questi processi, destinati ad incidere profondamente sul lavoro e sui lavoratori pubblici, devono essere fatti con il coinvolgimento delle Organizzazioni sindacali, così come è previsto, peraltro, nella già citata Intesa sul lavoro pubblico, in fase di definizione proprio in questi giorni.
            Pertanto, chiediamo che si apra immediatamente un confronto su questi temi, al fine di condividere i criteri per la realizzazione dei processi di miglioramento e innovazione della nostra Amministrazione, in un quadro di riduzione degli sprechi e di razionalizzazione delle spese, anche tenendo conto delle norme già vigenti (art. 16, D.L.  98/2011) in materia di destinazione in quota-parte dei risparmi derivanti dai processi di riorganizzazione ai fondi per la contrattazione integrativa (FUA).   
Roma, 8 maggio 2012

FP CGIL Esteri                                          FP CISL Esteri                                UILPA Esteri
Paola Ottaviani                                           Aldo Migani                                     Giuseppina Messana

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