8 nov 2012

CRISI, CROLLA IL REDDITO DELLE FAMIGLIE ITALIANE



 
(NoveColonne ATG) Roma - Il reddito disponibile delle famiglie italiane ha subito, e subirà almeno fino al 2014, un vero e proprio crollo da quando è esplosa la crisi economica. La contrazione che ha perso avvio nel 2008 si protrarrà, infatti, fino al 2014 per una perdita totale di quasi 90 miliardi di euro, il 10% in meno rispetto al 2007. 





E' il dato che emerge da una ricerca condotta dal Centro Europa Ricerche (Cer) in convenzione con l'Ires Cgil centrata sull'emergenza redditi e “le ipotesi sciagurate, esplicitate dal ministro Fornero, per indebolire la copertura dei contratti nazionali”, come denuncia il segretario confederale, Danilo Barbi. Nell'analisi dell'andamento del reddito disponibile delle famiglie italiane lungo sette anni (2008-2014), lo studio mette l'accento inoltre sul fatto che la contrazione che si registrerà quest'anno sarà la massima di sempre, pari al -4,3%. Un dato che va ben oltre il precedente 'picco', registrato nel 2009, quando la diminuzione è stata del -2,5%. Una contrazione 'monstre', si legge nello studio, “nella quale si stanno volatilizzando tutti i guadagni realizzati a partire dal 1996”, così come per dimensioni e durata, questa flessione del reddito disponibile “non ha paragoni nelle serie storiche del dopoguerra”. Il risultato, spiega quindi Barbi, “è che sempre più ci allontaniamo da una situazione di semplice recessione, per entrare in condizioni di vera e propria depressione economica”. Per il dirigente sindacale, infatti, i dati dello studio Cer e Ires Cgil “descrivono la violenta emergenza dei redditi che incide radicalmente sulla crescita e sull'occupazione. Il tutto infatti si registra in un Paese come il nostro in cui l'80% del Pil è fatto dalla domanda interna”. Di fronte a questi numeri, quindi, “le dichiarazioni del ministro Fornero sono sciagurate quanto incredibili, vista la drammatica situazione dei salari”, osserva Barbi in merito alle parole della ministra circa la rinuncia all'indicizzazione degli aumenti salariali all'inflazione in via automatica.

Nessun commento:

Posta un commento