11 ago 2013

NEL MONDO SI CHIUDONO BEN 14 UFFICI CONSOLARI DI CUI 3 IN SVIZZERA



L E F U R B A T E E S T I V E D E L M A E !
 

Gli emigrati più anziani si ricorderanno certamente quanto accadde nell’estate di venti anni orsono, nel 1993, quando, rientrando nei loro Paesi di emigrazione dalle ferie estive, scoprirono che il Ministero degli Affari Esteri (ministro Beniamino Andreatta) aveva decimato il contingente degli insegnanti di ruolo distaccati all’estero mettendo, così, in crisi l’intero sistema dell’insegnamento della lingua e della cultura italiana per decine di migliaia di figli di emigrati italiani.

Un vero e proprio colpo di mano del MAE messo in atto senza che nessuno tra i soggetti interessati ne fosse stato preventivamente informato, neppure il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (Cgie) che, per legge, avrebbe dovuto esprimere il suo parere in proposito, pur non vincolante.
Dopo venti anni, in cui è proseguito, in un crescendo impressionante, il disinteresse dello Stato italiano per quest’ Altra Italia con un susseguirsi di tagli alle politiche a favore degli italiani all’estero (previdenza sociale, assistenza agli indigenti, insegnamento della lingua e cultura italiana, tagli ed impoverimento qualitativo e quantitativo dei servizi consolari, fiscalità sulla casa in Italia degli iscritti all’AIRE prima con l’ICI e poi con l’IMU, ecc.), ecco che il MAE (ministro Emma Bonino) si ripete in questa estate 2013. Non più con i corsi di lingua e cultura ormai ridotti allo stremo bensì tagliando ancora una volta e pesantemente la rete consolare approfittando della consueta disattenzione estiva degli italiani all’estero in vacanza nei loro Paesi d’origine o in qualche località turistica. Infatti, tramite un comunicato sindacale, è deflagrata, tra l’emigrazione organizzata, i Comites ed il Cgie, la notizia-bomba che il Ministero degli Affari Esteri ha deciso la ulteriore chiusura di 14 Uffici consolari (Sion, Neuchâtel, Wettingen, Tolosa, Alessandria, Scutari, Spalato, Mons, Timisoara, Newark, Adelaide, Brisbane, Capodistria, Amsterdam) di cui ben nove in aree con forte presenza di emigrazione italiana.
Anche in questo caso, come già nel 1993, la decisione del MAE è stata presa in perfetta solitudine senza aver richiesto il parere del Cgie e, perfino, all’insaputa degli stessi Comitati parlamentari per le questioni degli italiani all’estero di Camera e Senato. Addirittura, dalle notizie che circolano in rete, sembra che alcune sedi verranno chiuse già dal prossimo 1 settembre così che molti emigrati, al rientro dalle vacanze, non troveranno più il loro Ufficio consolare di riferimento! Una vera e propria ennesima furbata commessa ai danni delle comunità italiane all’estero come ormai accade da anni nonostante che oggi esse siano rappresentate non più unicamente dai Comites e dal Cgie (organismi solo consultivi) ma anche da diciotto parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero. Ma quest’ultima furbata del Ministero degli Affari Esteri danneggia pure il Sistema Italia nel mondo e gli stessi turisti italiani per cui dovrebbe essere preoccupato l’intero parlamento e non solo l’esigua pattuglia degli eletti all’estero.
Dodici deputati e sei senatori che, purtroppo, non fanno fronte comune e non hanno ancora acquisito la capacità di fare lobby nei rispettivi Gruppi parlamentari, né in parlamento nel suo complesso e neppure nel governo, probabilmente non tanto per una loro incapacità soggettiva ma per una refrattarietà per le problematiche degli italiani all’estero degli altri loro colleghi parlamentari eletti nel territorio metropolitano. E da qui la mancanza di risultati concreti rispetto alle problematiche che più interessano gli emigrati. Risultati che certamente non si ottengono con le ricorrenti interrogazioni e ordini del giorno, in cui si prodigano frequentemente questi diciotto eletti all’estero, poiché gli archivi del parlamento italiano sono pieni di ordini del giorno approvati, anche all’unanimità, e poi dimenticati!
Serve, pertanto, un immediato colpo di reni dei parlamentari della Circoscrizione Estero (con il sostegno dell’associazionismo, dei Comites e del Cgie) per riuscire a far bloccare quest’ultima chiusura degli Uffici consolari e senza dimenticare il problema ancora irrisolto dell’IMU per l’abitazione in Italia degli iscritti all’AIRE. Altrimenti è difficile immaginare come potranno continuare a presentarsi di fronte al loro elettorato e giustificare la mancanza di risultati utili su questioni di vitale importanza per le comunità italiane all’estero.

Dino Nardi, coordinatore UIM Europa e membro Cgie
Zurigo, 6 agosto 2013

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