17 ott 2013

Il VII Salotto di Sofia su "artisti & giustizia" il 20 ottobre alle 17 nel Künstlerhaus Hannover



In onore del suo 171° anniversario e dell'annuale Festa di San Luca (18 ottobre), protettore della Gilda degli artisti, in quanto l'evangelista viene riconosciuto come il miglior ritrattista della Madonna col bambino, Hannoverscher Künstlerverein e Accademia di Ipazia, intendono affrontare un argomento cruciale per i nostri giorni: dare il via ad un discorso di fondo sulla situazione degli artisti, letterati, sui loro bisogni e sul loro riconoscimento. Una vita senza artisti e senza le scienze umane sarebbe non soltanto invivibile in Germania quanto pericolosissima per la salute dei cittadini (l'arte e le scienze umane sono una "seconda natura", una culla buona che accoglie e accompagna le persone nei momenti più difficili della vita) e per la democrazia in questo paese sempre pronto a seguire l'ultima moda tecnocratica che spunta all'orizzonte. In mancanza di cornici legislative di educazione e cultura Europee la Germania appare come il paese spiritualmente più povero d'Europa, il suo Prodotto nazionale lordo nasconde un alto grado di frustrazione, infelicità, degrado delle scienze umane. Una rivoluzione culturale che parta dal Sud, dai paesi di ricchezza "reale" potrebbe aiutare anche la classe intellettuale tedesca a svegliarsi dal letargo e impegnarsi in politica. Nel ballottaggio della votazione del sindaco una settima fa c'è stata una partecipazione del 38% dei cittadini alle urne. Ci si chiede se sia stato veramente scelto dai cittadini o da Dio, e se è stato scelto da Dio allora dovrebbe anche collocare la salute e il benessere di artisti, letterati, operatori culturali come quello dei suoi figli più deboli. Se uno vuole farsi infatti l'immagine di una città - dice il filosofo Peter Nickl - deve guardare a come vengono trattati lì i più deboli. E gli artisti e i letterati sono "bambini" per scelta, altrimenti il loro cuore non potrebbe cogliere tutti i movimenti delle speranze, delle paure, delle angosce del tempo nella loro patria. Di cosa hanno bisogno questi artisti per poter rimanere in una città, farla continuare a ridere e a sperare?
Conrad Wilhelm Hase nella metà dell'800 rispondeva nell'inaugurare l'edificio da lui progettato nella Sophienstraße 2, "questa deve essere una casa per gli artisti". Il concetto di casa dà un senso di protezione.
E questo vuole assicurare anche l'Hannoversche Künstlerverein iniziando questo discorso su Artisti & Giustizia. Forse sarà soltanto l'inizio di un discorso politico nel cuore economico dell'Europa ma averlo iniziato bene, vale più della metà dell'opera, ci assicura il massimo cultore d'Italia, Johann Wolfgang von Goethe. E con questo augurio vogliamo invitarVi a prendere parte. (Assunta Verrone)



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