Il 6 settembre la Banca centrale europea con 21 voti favorevoli su 22 ha approvato il cosiddetto “scuso antispread”: una misura che permette di difendere i Paesi sotto attacco speculativo intervenendo senza limiti nell’acquisto sul mercato secondario dei titoli di Stato da 1 a 3 anni.
Un passo importante definito “uno spartiacque” per l’Eurozona, anche se questa nuova arma ha però un limite: gli acquisti di bond saranno garantiti ai Paesi solo rispettando "strette condizioni".
Si tratta di una misura auspicata dall’Italia, poiché il solo fatto che esista fa da deterrente alla speculazione, dimostrando una volontà di reazione a difesa dell’euro.
L’azione dello scudo, riducendo il costo del debito, evita che la spesa pubblica continui a dilatarsi, mangiandosi tutti i risparmi ottenuti con le misure di rigore.
Ma queste misure tampone non bastano: qualcuno ha giustamente osservato che Mario Draghi per la terza volta ha “comprato tempo per gli noi”, per gli Stati, e che questo tempo va usato per agire.
Patrizia Toia
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