28 ott 2012

PARI OPPORTUNITA’, WEF: ITALIA PEGGIORA E TORNA A LIVELLI 2007



(NoveColonne ATG) Roma - La parità tra uomo e donna in Italia è ancora lontana, anzi, è sempre più lontana. Il dato allarmante è quello fornito dal rapporto del World Economic Forum “Global Gender Gap” 2012, una classifica mondiale che confronta i paesi in base alla parità di diritti tra uomo e donna nella società. Nella graduatoria infatti il Belpaese si piazza all’ottantesimo posto, perdendo sei posizioni rispetto al 2010 e al 2011, anni in cui risultava 74esimo al mondo, e ben 13 rispetto al 2008. Per trovare dati peggiori di questi bisogna tornare al 2007 quando l’Italia risultava 84esima.
La situazione, secondo il rapporto Wef, peggiora di anno in anno e non solo rispetto ai paesi del Nord Europa che come ogni anno risultano essere i migliori al mondo in fatto di uguaglianza tra generi, ma anche in confronto con il Kenya, che dalla 99esima posizione è passato quest’anno alla 72esima, il Brasile, la Colombia e il Vietnam. Tra i paesi virtuosi l’Islanda risulta essere la migliore già dal 2009 (dal 2006 al 2008 era comunque al quarto posto), seguita da Finlandia, Norvegia e Svezia. Quinta in classifica l’Irlanda che ha migliorato nettamente la sua posizione rispetto al 2006 quando era soltanto decima. Nella top 10 compaiono inoltre la Nuova Zelanda, la Danimarca, le Filippine, il Nicaragua (balzato dal 62esimo posto del 2006 al nono nel 2011 e poi quest’anno) e la Svizzera. A portare a casa risultati peggiori rispetto all’Italia sono, tra gli altri, l’Ungheria, la Grecia, Malta, il Giappone mentre Siria, Chad, Pakistan e Yemen chiudono la classifica stilata dal Wef in base a precisi parametri che riguardano la partecipazione economica e politica, le aspettative di vita e l’uguaglianza retributiva. A commentare il dato nazionale emerso dal report il leader di Sel Nichi Vendola secondo il quale l’Italia “vanta ancora un indecente primato che ci ricorda bruscamente come la parità fra i generi in economia, l’accesso all'istruzione e alla politica, nonché le differenze in materia di salute e aspettativa di vita rendano il nostro paese lontano dall'essere un paese civile”. Dello stesso tenore il giudizio della senatrice dell’Idv Giuliana Carlino secondo la quale “abituarsi a questo trend di disuguaglianza in continua crescita sarebbe davvero grave. E' dovere di tutti, uomini e donne, denunciare i mancati investimenti in favore dei servizi per la famiglia, dagli asili nido all' assistenza degli anziani. La vera equità nasce proprio dalle pari opportunità, che per ora - conclude Carlino - sono solo quelle della disoccupazione e della totale mancanza di tutele per colpa di un governo pasticcione e inadeguato".

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