31 mag 2013

SAN PIETROBURGO, DOVE UNA VOLTA C'ERA IL COMUNISMO


Il Punto di Dino Nardi ( nardi.svizzera@bluewin.ch )

Nel visitare per la prima volta una città russa, San Pietroburgo, confesso che sono rimasto piacevolmente sorpreso da alcuni suoi aspetti che, probabilmente, colpiscono positivamente qualsiasi altro turista occidentale, magari perché condizionato psicologicamente dai luoghi comuni che si raccontano e si leggono spesso sulla ex Unione Sovietica.

Sorpreso, innanzitutto, dalla cordialità e disponibilità della popolazione locale nei confronti degli stranieri nel cercare di farsi capire e nell'aiutare i turisti in difficoltà, in confronto all'indisponenza di molti altri popoli.
In secondo luogo da come San Pietroburgo, oggi, dopo la Perestroika e la cura Putin, sia da considerarsi una città europea ed occidentale ad ogni effetto, soprattutto nel costume di vita dei suoi abitanti e con un benessere abbastanza diffuso quantomeno a giudicare dall’elevato turismo interno che si nota, dall’affollamento dei ristoranti, dal forte traffico autostradale e dai modelli di auto di lusso circolanti per strada, nonché dai negozi griffati che si affacciano sulle sue strade principali. Un benessere ed un tipo di vita che, come mi hanno riferito alcuni interlocutori locali, pur non essendo certamente di questo stesso livello, è comunque palpabile in gran parte del Paese, soprattutto se confrontato ad un recente passato.
Sorpreso, poi, dalla cura che si ha in questa città per le sue bellezze artistiche, essenzialmente musei, chiese ortodosse e varie residenze, estive ed invernali, degli zar con annessi dei giardini spettacolari e l'ottima organizzazione a disposizione dei turisti. Tutto ciò in confronto alla trascuratezza, tutta italiana, che si ha nel Belpaese per le sue innumerevoli opere d'arte ed ai comportamenti spesso cialtroneschi di coloro che dovrebbero sovrintendere alla loro conservazione ed alla loro valorizzazione. Basti pensare alla Reggia Reale di Caserta ma anche allo stesso sito di Pompei, due esempi di degrado imperdonabili per l'Italia.
Infine, stupore per la pulizia impressionante che salta agli occhi ovunque, pure per uno come il sottoscritto che vive in Svizzera: niente graffiti a deturpare monumenti e facciate delle case; nessuna traccia di passaggio di cani (a dire la verità non se ne vedono in giro né al guinzaglio né liberi); niente cartacce, mozziconi di sigarette o altro. Veramente incredibile, neppure nel giorno della loro festa nazionale più amata, quella del 9 maggio, ovvero la Festa della Vittoria sui tedeschi nel 1945 dopo ben quattro anni di guerra. Una ricorrenza in cui, in città, accorrono milioni di russi, gran parte giovani, per partecipare o assistere alla sfilata nella Nievska Prospektiv dei sopravvissuti di quella guerra nonché dei vari corpi delle forze armate russe ed, alla sera, agli spettacolari e tradizionali fuochi d'artificio. Una moltitudine di persone che per un giorno invade la città senza lasciare alcuna traccia della sua presenza al contrario di quanto avviene in altri avvenimenti simili in Italia ma, penso, anche a Zurigo in occasione della Street Parade oppure della Züri Fest quando marciapiedi e strade della città sono lastricate di tutto e di più con gran lavoro straordinario per i netturbini.
Tutto bello e positivo, quindi? Si certamente, se non fosse che già al primo giorno di soggiorno in città, mentre stavo passeggiando, sono stato vittima di un tentativo di rapina non riuscito, per mia fortuna, avendo potuto recuperare immediatamente quanto mi era stato rubato dal borsetto. Ed ancora, alla vigilia della mia ripartenza da San Pietroburgo, sempre mentre camminavo per strada, il furto dalla tasca della giacca solo della guida turistica della città..... per mia fortuna, essendomi accorto in tempo che intorno a me c'era un po' troppa ressa!
Comunque due episodi che possono succedere ovunque nel mondo e, quindi, non tali da sconsigliare una visita in questa città stupenda, ricca di storia, costruita all’epoca degli Zar su ben 42 isole, tanto che San Pietroburgo da molti viene definita, e non a torto, la Venezia del nord.
Un ultima considerazione su questo soggiorno nel profondo nord-est dove, in questo periodo, il sole splende sino alle ore 22, è che dopo aver visto lo sfarzo delle residenze delle famiglie dei vari Zar succedutisi nel tempo con i loro palazzi e le loro ville e giardini, opera di artisti per lo più italiani, stracolme di decorazioni in oro, argento, ambra ed altri innumerevoli materiali preziosi, si comprende bene come si sia potuta scatenare ed aver avuto successo la rivoluzione comunista, dei servi della gleba, dell'ottobre del 1917 con buona pace della famiglia Romanov.
Anche se, poi, come insegna la storia, i servi della gleba ed i plebei della Russia ebbero la sfortuna di cadere dalla padella (lo zarismo) nella brace (il comunismo sovietico) e solo in questi ultimi lustri, dopo la fine dell’URSS, la popolazione sta cominciando ad assaporare la democrazia ed un po’ di benessere nonostante i tanti oligarchi in circolazione e le ombre che aleggiano su Vladimir Putin!
Zurigo, 24 maggio 2013

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