(NoveColonne ATG) Roma - Negli ultimi tre anni, a
causa dell’imperversare della crisi economica, si è registrata una vera e
propria impennata degli italiani che si rivolgono ai centri di assistenza della
Caritas, che sono ormai il 33,3% degli utenti (erano il 28,9% nel 2011, il
23,1% nel 2009). È il quadro che emerge dal Rapporto Povertà 2012 della Caritas.
L’allarme riguarda alcune categorie in particolare, come casalinghe (+177,8%),
anziani (+51,3%) e pensionati (+65,6%). Nel rapporto si mette inoltre in luce
come l’attuale welfare mostri “un’evidente incapacità” nell’affrontare le nuove
forme di povertà provocate dalla crisi: nello specifico tra i limiti del
sistema figurano la mancanza di un coordinamento complessivo, il ritardo con
cui vengono erogate le misure, il restringimento delle risorse a disposizione
del settore socio-assistenziale. L’insieme dei problemi, spiega il rapporto,
determina “un vero e proprio percorso a ostacoli, dotato di irrazionale logica,
in cui la presenza di barriere e veti incrociati rende quasi impossibile
l’esigibilità dei diritti e la fruizione tempestiva del servizio, anche in
presenza di oggettive situazioni di bisogno”. Inoltre, negli ultimi mesi il
disagio sociale si è fortemente acuito, come dimostra l’aumento degli
interventi per fornire beni materiali per la sopravvivenza, cresciuto nella
prima metà del 2012 del 44,5% rispetto al 2011. La richiesta di aiuti economici
risulta più diffusa tra gli italiani (20,4%) rispetto agli stranieri (7,4%), da
cui viene invece più richiesta di lavoro (17% contro l’8,9% degli italiani) e
orientamento (13,4% contro il 3,6%). Complessivamente, nel 2011 sono oltre 6
milioni i pasti erogati (in media 16.514 al giorno) nelle 449 mense distribuite
sul territorio nazionale. Dal rapporto Caritas emerge inoltre una fotografia
della povertà che non riguarda più soprattutto
emarginati ed homeless, segno di una progressiva normalizzazione sociale
dell’utenza Caritas: le persone con un domicilio sono l’83,2%, mentre la quota
di quelle senza dimora o con gravi problemi abitativi è diminuita del 10,7% nei
primi sei mesi del 2012 rispetto al 2011. Nonostante la crisi e le difficoltà,
affiora comunque la volontà di rimettersi in gioco da parte di chi si rivolge
ai centri Caritas: i “ripartenti”, come vengono definiti nel rapporto, chiedono
orientamento per la riqualificazione professionale e la formazione, ma a
giocare a loro sfavore spesso è l’età troppo elevata e l’abbassamento della
qualità del mercato del lavoro, con situazioni di sfruttamento e
sotto-retribuzione. “Non si doveva arrivare alla situazione che ha preso in
mano questo governo, che è purtroppo una situazione estremamente difficile in
cui siamo costretti a muoverci in spazi limitatissimi – commenta il ministro
per l’Integrazione e la Cooperazione Andrea Riccardi -. Quando si eredita
un’industria indebitata non si possono fare miracoli e purtroppo questo lo
pagano i più deboli”.
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