(NoveColonne ATG) Roma - La legge di stabilità avrà
effetti positivi sul 99% dei contribuenti. Il ministro dell’Economia Vittorio
Grilli, in un’audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato,
rivendica gli interventi combinati su Iva e Irpef contenuti nel provvedimento
al vaglio del Parlamento e difende il disegno di legge dagli attacchi che
piovono da più parti. Nella stessa sede, critiche arrivano da Istat, Corte dei
conti e Bankitalia. Via twitter è il segretario del Pd Pier Luigi Bersani a
“sfidare” il ministro: “A noi”, dice il leader democratico commentando i dati
diffusi da Grilli in audizione, “non risulta”: la legge di stabilità così com’è
“ha effetti regressivi”.
I dati forniti dal titolare dell’Economia alla Camera
dicono che il taglio di un punto dell’Irpef per i primi due scaglioni, seppur
mitigato da alcune modifiche alle deduzioni e alle detrazioni fiscali (con
l’inserimento di una franchigia di 250 euro per gran parte delle spese e di un
tetto di 3.000 per il complesso delle detrazioni), porterà un beneficio medio
di 160 euro pro-capite, con picchi di 220-230 euro per chi ha un reddito
compreso tra 25 e 45mila euro che si assottigliano via via che il reddito
cresce. A subire effetti negativi dalle nuove misure fiscali sarebbero invece
solo 495mila contribuenti. Le misure riguardano 30,8 milioni di soggetti su un
totale di 41,5 milioni e saranno positive per 30,3 milioni di questi. Gli
effetti negativi si faranno sentire solo per 495mila contribuenti, per lo più
con redditi alti. I vantaggi fiscali andranno per il 54% ai lavoratori
dipendenti, per il 34% ai pensionati, per il 10% ai lavoratori autonomi e per
il 2% agli altri. Quanto all’aumento percentuale di un punto dell’Iva, Grilli
sottolinea che questa misura ha il suo punto di forza nel fatto di colpire
tutti, evasori inclusi: si tratta dunque di una misura che va nella direzione
dell’equità del sistema, afferma il ministro ricordando che l’aumento tocca il
50% dei consumi e, in particolare, quelli che riguardano il paniere “tipico dei
redditi più alti”, mentre non tocca i consumi tipici delle fasce più deboli, come
gli acquisti al supermercato. In conclusione, il ministro sottolinea che con
questo ddl il governo non chiede ulteriori sacrifici al Paese: negli ultimi 18
mesi, ricorda, “è stato necessario introdurre dei correttivi grossissimi.
Questi naturalmente non possono essere leggeri e non si può pensare che non
abbiano impatto sulle famiglie. Noi abbiamo una legge di stabilità che per la
prima volta in 18 mesi è neutrale”. Bersani replica: “E’ ardito dire che non
pesa sulle famiglie, punterei a una maggior equità e a un maggior sostegno
della domanda interna”. Il segretario del Pd non è l’unico a criticare le
misure del governo: secondo il presidente della Corte dei Conti Luigi
Giampaolino il ddl di stabilità rischia di innescare un inasprimento dell’Imu e
delle tariffe da parte delle amministrazioni comunali, che potrebbero essere
obbligate a compensare i tagli. Secondo Salvatore Rossi, vicedirettore generale
di Bankitalia, “potrebbe essere prudente prevedere contenute misure
correttive”. Il presidente dell’Istat Enrico Giovannini rileva che il ddl
penalizzerà le famiglie con figli minorenni: “Lo svantaggio relativo delle
famiglie con figli risulta più evidente se questi sono di minore età”.
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