IL PRESIDENTE DEL COMITES DI HANNOVER SCIGLIANO SI SCAGLIA CONTRO I TAGLI ALLE POLITICHE PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO
MERCOLEDÌ 16 NOVEMBRE 2011 18:19
HANNOVER\ aise\ - Pur aderendo all’invito dell'ambasciatore Michele Valensise per la prossima riunione che si terrà a Berlino a fine novembre, il presidente del Conites di Hannover, Giuseppe Scigliano, prende oggi "atto che i tagli annunciati colpiranno le tradizionali strutture previste dalla legge e dalle direttive comunitarie a favore dell’emigrazione italiana. Quegli stessi tagli, aggiunge Scigliano in una nota alla stampa, "colpiranno anche la struttura diplomatica che è preposta a gestire con i consolati, i servizi a favore dei connazionali".
Per il presidente del Comites "è evidente che il Governo" Berlusconi "ed il parlamento vogliono cancellare all’estero ogni rapporto fino ad ora costruito, tranne quello del voto che ci lega alla nostra terra nativa. Ne sono la prova", secondo Scigliano, "i tagli annunciati che colpiranno anche chi ci amministra ed i tagli lineari a tutte le strutture che nessun gruppo politico e gli stessi parlamentari eletti nella circoscrizione Estero sono riusciti a contrastare".
"Tutto ciò serve solo a giustificare gli equilibri di forza che ogni corporazione ha all’interno di questa compagine che ricorda tanto l’armata Brancaleone", incalza Giuseppe Scigliano.
"Si taglia ovunque senza criterio e s’investe o si pensa di investire in strutture attualmente superflue: tanto per citare un esempio, la costruzione del Ponte di Messina che dovrebbe collegare la Sicilia alla terra ferma dove ad aspettare gli isolani ci sarà un’autostrada famosissima, infrastrutture inesistenti ed un solo binario", prosegue Scigliano. "Quanto asserito diventa ancora più evidente se si considerano i tagli annunciati dai vari ministeri. Si prenda ad esempio l’emanando provvedimento sulle misure economiche che da un lato prevede la chiusura dell’ICI e lo smistamento del personale in altri uffici e dall’altro si creano nuove strutture con nuovo personale. La lista potrebbe continuare all’infinito ma il risultato ci porta inequivocabilmente ad un disegno ben preciso: in ogni caso chiudere con gli italiani all’estero".
"Questi", gli italiani all'estero, "non sono più visti come un valore aggiunto, un bagaglio enorme di risorse utilizzabili per produrre nuova linfa, anche economica, per la nostra Italia, quella che abbiamo sempre portato con noi ovunque e con orgoglio", ricorda Scigliano. "Chi si è spostato ed ha lasciato il proprio Paese ha avuto una forte motivazione ed ha mostrato una rottura con un sistema che produceva abusi, nepotismo, sfruttamento e tanto altro ancora. Oggi lo stesso sistema sta mostrando la sua faccia peggiore, quella dell’egoismo puro e della cecità assoluta nei confronti dei cittadini onesti e lavoratori".
"Non voglio assolutamente tornare nei luoghi comuni citando tutti i privilegi di cui godono i nostri politici", precisa il presidente del Comites, che però si appella "a loro, in nome del Comites che rappresento, affinché smettano di curare il loro orto ed inizino a curare anche gli interessi di chi li ha votati cercando di proporre tagli secondo dei criteri ben precisi che tengano soprattutto in considerazione la crescita del nostro Paese (non solo economica ma anche morale, sociale, culturale etc)".
"È veramente ora di smetterla di portare privilegi e capitali alle Caste, ai loro amici ed agli amici degli amici come sta accadendo attualmente in Italia", sbotta Scigliano. "Troppi personalismi e pochissimi programmi per uscire da una crisi che si potrebbe risolvere solamente se al nuovo Governo i partiti daranno una base solita mettendo avanti gli interessi della nazione e non quella clientelare".
Concludendo, il presiden Scigliano esprime il proprio apprezzamento agli emendamenti presentati in questi giorni dal senatore Claudio Micheloni e dall’onorevole Franco Narducci (firmati anche da Tonini, Pegorer, Randazzo e Bertuzzi). "Sono proposte coraggiose", osserva, "ed esprimono in pieno le esigenze del momento che abbiamo all’estero (quello che riguarda l’occupazione in loco del personale, al posto di quello di ruolo mandato dal MAE è stata una proposta votata all’unanimità dall’intercomites Germania già nel 2006). Queste proposte potrebbero essere attualmente le uniche sensate e percorribili per non smantellare definitivamente quel poco che ancora ci rimane, per cui", chiude, "auspico che il nuovo Governo le prenda in considerazione oppure ci dica come mantenere quello che abbiamo costruito". (aise)
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