14 nov 2011

Narducci : la manovra finanziaria per il 2012, un altro duro colpo per gli italiani all’estero

all’estero



(Roma, 12 novembre 2011) - La Camera dei Deputati ha approvato oggi (12 novembre) il disegno di legge recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” (Legge di stabilità 2012) e il disegno di legge recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2012 e per il triennio 2012-2014. Dopo il Senato della Repubblica anche la Camera dei Deputati ha proceduto all’esame rapidissimo della manovra finanziaria, ritenendo che l’adozione della legge di stabilità possa contribuire alla messa in sicurezza delle nostre finanze pubbliche, sottoposte negli ultimi mesi ad un attacco durissimo dai movimenti speculativi internazionali. Le ragioni sono note e hanno riempito per settimane i notiziari e i giornali italiani e non: il nostro elevato debito pubblico e l’inadeguatezza delle politiche messe in campo dal Governo Berlusconi in questi tre anni, fino a quando l’Italia non è stata “commissariata” dall’Europa e dalla banca Centrale Europea.

La portata complessiva della manovra finanziaria per il 2012 è nel frattempo nota a tutti; per quanto riguarda il bilancio del Ministero degli Affari esteri si riassume in un nuovo pesante colpo, ovvero decurtazioni per 206,4 milioni. Un taglio ingente che ancora una volta colpisce un Ministero largamente ridimensionato negli ultimi anni. E a pagarne il pegno saranno i “soliti noti”: la cooperazione allo sviluppo (si attesta a 86 milioni), gli italiani all’estero, la promozione del sistema Paese, la rete diplomatico-consolare. Ma ci sono tagli e tagli, come ho sostenuto in Commissione Affari esteri in sede di espressione di parere sulla Legge di stabilità, perché la riduzione di 206 milioni di euro a fronte di una previsione di 1900 milioni di euro incide per quasi l’11%. I tagli alla promozione della lingua e della cultura italiana, alle politiche migratorie e allo sportello unico per l’internazionalizzazione delle imprese (come noto, nel frattempo è stato chiuso l’ICE) porteranno ad un indebolimento complessivo della capacità produttiva del nostro sistema Paese, che combatte da anni con un basso livello di crescita e continua a perdere posizioni anche nel turismo.

Nella manovra vi è comunque un aspetto positivo poiché si passa dalla cultura dei tagli lineari ad una più corretta distinzione tra spese rimodulabili e spese non rimodulabili, il che sollecita una corretta procedura dell’attuazione della spending review, uno strumento voluto dal centrosinistra e che deve essere utilizzato per ottimizzare e non semplicemente per “smantellare”. Le riduzioni degli stanziamenti rimodulabili ammontano complessivamente a 144,6 milioni di euro, dei quali una notevole e deprecabile decurtazione di 10,8 milioni proviene dal programma per gli italiani all’estero e 9, 6 milioni dal programma per la rete diplomatico-consolare.

Per quanto concerne il parere della Commissione Affari esteri, il relatore ha accolto la mia richiesta – analoga a quella approvata al Senato – di prevedere uno stanziamento autonomo per il Museo nazionale dell’emigrazione italiana, per garantire la copertura delle spese di manutenzione e funzionamento del Museo stesso.

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