La questione morale sollevata dal comportamento deplorevole di un funzionario diplomatico è l’occasione giusta per rivedere la prassi disciplinare del MAE.
Di fronte alle denunce rivolte ad uno funzionario diplomatico per vilipendio della Repubblica, il Coordinamento Esteri della Confsal- Unsa si dichiara certo delle giuste conseguenze che saranno adottate in materia disciplinare nei confronti del predetto, senza riguardo alcuno per la categoria di appartenenza.
La Confsal- Unsa è certa che i vertici del MAE, dinanzi al devastante resoconto che il quotidiano “La Repubblica” ha presentato sul degrado morale emerso dal comportamento del diplomatico, si adopereranno con tutte le loro forze per il ripristino della legalità, della trasparenza, della parità di trattamento e dell’applicazione lineare dei diritti e delle sanzioni nei confronti di tutto il personale in servizio alla Farnesina, dall’ultimo degli uscieri al primo degli diplomatici.
Il Coordinamento Estero della Confsal- Unsa si aspetta dall'attuale gestione del MAE che non si ripetano mai più casi di draconiane ed ingiuste sanzioni - senza possibilità di revoca e di ascolto - come accaduto nel 2011 nei confronti dell’ impiegato Amor Khediri in servizio presso la nostra Ambasciata in Tunisi. Anche in quel caso la stampa s’interrogò se alla Farnesina regnasse il Tribunale della Santa Inquisizione, ma le reazioni furono quelle descritte ora da “La Repubblica”: di gomma, che assorbono ogni impatto.
La Confsal- Unsa è certa che l’attuale gestione del MAE non accetterà di essere legittimata dalla prassi che impone ad inneggiare “ È morto il Re, evviva il Re”. Solo il ripristino dello Stato di Diritto, anche tra le mura del prestigioso Ministero degli Affari Esteri, darà credibilità e fiducia ad una nuova gestione voluta da un Governo che si è presentato al Paese con la promessa di legalità, di equità, di sobrietà e di serietà.
Roma, 16 gennaio 2012
CONFSAL UNSA COORDINAMENTO ESTERI
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