9 mar 2013

BERSANI: “OTTO PUNTI PER UN GOVERNO DI CAMBIAMENTO”



(NoveColonne ATG) Roma - Alla fine la Direzione del Pd ha detto sì alla proposta di Pier Luigi Bersani, con un solo astenuto. I democratici si compattano intorno all’ipotesi di un governo di minoranza, che cercherà la fiducia in Parlamento sulla base di otto punti programmatici, guardando al Movimento 5 Stelle e voltando le spalle all’ipotesi di un governissimo col Pdl, “nel pieno rispetto – precisa Bersani - dei percorsi istituzionali e delle prerogative del capo dello Stato, ma abbiamo il diritto-dovere di pronunciarci con semplicità davanti all’opinione pubblica”.

Il primo punto di quello che Bersani ha prospettato come un “governo di cambiamento” sarà quello di uscire “fuori della gabbia” delle politiche europee di austerità, il secondo prendere misure urgenti sul fronte sociale e del lavoro, il terzo riformare la politica e la vita pubblica, il quarto “voltare pagina sulla giustizia e sull’equità”, il quinto le leggi sui conflitti di interesse, sull’incandidabilità, l’ineleggibilità e sui doppi incarichi, il sesto l’economia verde e lo sviluppo sostenibile, il settimo le norme sulla cittadinanza, le unioni civili e contro il femminicidio; l’ottavo punto, infine, riguarda l’istruzione e la ricerca. “Non stiamo corteggiando Grillo ma si sta interpretando quel che si muove nel profondo per bucare il muro di autoreferenzialità del sistema, che comincia ad essere in gioco” spiega Bersani nella relazione di apertura, aggiungendo “Noi non possiamo offrire una governabilità stabile, ma nemmeno gli altri”.  Il segretario democratico incalza Grillo: “Chi ha avuto il consenso di 8 milioni di elettori e ha scelto la via parlamentare – afferma - deve dire cosa vuol fare di questi voti per l'Italia, per il destino del Paese e dei nostri figli”. E chiude le porte a un’intesa con Pdl e con Berlusconi, perché nessuna collaborazione è possibile “con chi ha seminato il vento che ci ha portato la tempesta di oggi”. Nell’intervento di chiusura, il segretario democratico ha precisato che sarà possibile discutere sulle priorità tra i punti, ma che “di proposte B da questa direzione non ne sono venute, è venuta la proposta A. Dopo di che ci sono le difficoltà e non è sbagliato guardare alle difficoltà” che rendono “molto stretto” il passaggio per la prossima legislatura, ma o si decide di imboccarlo con decisione “oppure questo sentiero verrà sgombrato dalla nebbia”. Poi Bersani ha affermato che non appena “saranno chiari i calendari bisognerà fissare un’assemblea anche per la convocazione ordinaria del congresso”.    

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