da sin. C. De Lucia, I. leganza, G. ceprini, D.Cellai e G. Scigliano |
A margine di una bellissima mostra, presso il ristorante italiano 2INCONTRO", l'artista Ilaria Leganza ha incontrato il Console Generale G. Ceprini ed il Presidente del Comites G. Scigliano. L'incontro è stato molto produttivo perchè il Comites, ha in programma per il 2014 una mostra collettiva itinerante ed il Presidente ha offerto all'artista uno spazio. tale mostra sarà patrocinata dal Consolato e farà tappa oltre che ad Hannover ad Amburgo, a Wolfsburg e probabilmente anche a Berlino.
Ilaria nasce a Poggiardo (Le) nel 1985;
attualmente vive e lavora a nella città di Firenze.
Si forma presso L'Accademia di Belle Arti di Firenze ottenendo specializzazione in
Arti Visive e Linguaggi Multimediali nel 2009.
Dal 2010 lavora nel settore della Fotografia contemporanea e dell'illustrazione per
l'editoria conseguendo i seguenti attestati:
-''Studio e ricerca fotografica'' presso la Laba (Fi), Master II livello;
-''Progetto Ricreare – Loris Cecchini'',Museo d'arte contemporanea Luigi Pecci (Pr);
-''Riqualifica Firenze'', Centro per l'arte contemporanea Ex3 ( Fi);
-'' Osservazione ambientale'', Atelier d'arte Sudest Space, (Le);
- ''Arteterapia'' Qualifica professionale (Dott. Magda Legnaioli);
- ''Didattica e percorsi tattili'' Artedata;
Espone in numerosi spazi, pubblici e privati, realizzando e partecipando a mostre
collettive e personali, tra queste:
- Festival della Fotografia (Arezzo);
- Progetto artistico ''I fantasmi di Scano Boa'', (Esposizioni itineranti di grafica)
-''Expo arte'' (Fiera del Levante), Bari;
-Progetto ''Domus Manifesta'', Museo Venturino Venturi, Loro Ciuffena (Arezzo);
-Seconda edizione ''La terra ha bisogno degli uomini'', Reggia di Caserta;
-''Mercantia 2009'', Palazzo Pretorio, Certaldo;
-''Libri d'artista'', Biblioteca Nazionale e Chiesa delle ex Leopoldine, Firenze;
-Progetto ''Le tre porte'',Villa Voghel, Comune Firenze;
-Progetto'' Case e case '', lo spazio dell'uomo'', galleria Il Germoglio, Pontedera;
- Progetto di pittura '' Case e Case '', Villa Pozzolini, Firenze;
Premi legati all'illustrazione: Primo premio al concorso di illustrazione per l'editoria
''Lo sguardo dell'aquila'', Comunità montana del Friuli; Primo premo ''Betania loghi''
(Le); Primo Premio''Il faro'', Bottang space (Le), COOP '' illustra spot'' (1998).
Attualmente impegnata nella collaborazione con Associazioni artistiche e culturali,
si occupa di progetti didattici per l'infanzia.
Tra i Progetti didattici realizzati: IL TUO ANGOLO SEGRETO 2013 (Muse Pecci,
Prato); RI CREANDO 2013 (Associazione Anelli Mancanti, Firenze); LO SPORT
DEL 2000 ( Scuola Privata Calasalenziane, Fi), SCENOGRAFY 2( Spazio ricreativo
Borgo Magliano Resort, laboratorio di scenografia creativa).
Maggiori informazioni:
leganzartgallery.it
Testi critici
FIGURAZIONI POSTMODERNE
Ilaria Leganza è una giovane artista di origine pugliese che si forma a Firenze in ambiente
accademico, con specializzazione in Arti visive e Linguaggi multimediali.
Dal 2000 espone in numerosi spazi pubblici e privati in Italia ed all'estero, conseguendo
significativi consensi di critica e pubblico per aver maturato un immaginario figurativo originale
che spazia dalla tecnica pittorica a quella fotografica, fino alla progettazione di installazioni.
Il fulcro ispirativo della sua produzione artistica è da ricercarsi nell'approfondimento del
rapporto intimo e sociale tra individuo e contesto abitativo nella dimensione postmoderna,
realizzando inquadrature di esterni ed interni, stranianti sul piano esistenziale che si
alimentano dell'interazione fra visionarie architetture urbane e figure anonime.
Il ciclo di opere pittoriche a tecnica mista su tavola - acrilico, pastello, collage - su cui si
concentra la Personale “Case e case” allestita a Villa Pozzolini a Firenze, delinea prospetti di
edifici di un neourbanesimo imperante che dialoga con personaggi tratti dalla vita reale, in
equilibrio su metaforiche reti mediatiche nell'evocazione significante della fragilità e precarietà
dell'esistenza, quasi in sintonia con la filosofia filmica di “Stalker” alla A.Tarkovskij, regista
amato dall'artista.
Le brillanti capacità grafico-disegnative costruiscono definite strategie volumetriche con
spiccato senso della ricerca prospettico-spaziale cui fanno da supporto i valori cromatici densi e
pacati in assorte atmosfere metafisiche, animate da silhouettes decoupèes di figure di varia
estrazione sociale alla ricerca di una propria identità nella società di massa.
L'artista, sensibile interprete del contemporaneo, dipinge con lirica ideazione landscapes
globalizzati del vivere per riflettere sul confine labile tra reale e virtuale, naturale ed artificiale,
evidenziando i labirinti dei desideri e destini dei singoli nel dilagare dei social media,
suggerendo la criticità di quella “solitudine multipla” nell'interconnessione sul web.
L'intento di restituire dignità all'essere umano con le sue esigenze aggregative e di ripristino
delle radici culturali negli usi e costumi propri dei luoghi di appartenenza, si esplicita quando
l'attenzione di Ilaria Leganza si sposta sul binomio locale-globale nella rivisitazione di vecchie
case intonacate di bianco, nel ricordo assolato dell'amata Puglia, che nella consunzione delle
pareti murarie, realizzate sapientemente mediante l'apporto di stratificazioni cartacee,
riportano la coscienza del fruitore all'importanza del culto delle tradizioni originarie pur
nell'accettazione delle nuove sfide della modernità.
Sullo sfondo di severe facciate di grattacieli si stagliano le tragittografie simboliche del
cittadino cosmopolita, attivo superstite che tesse la possibile continuità tra conservazione ed
innovazione.
In ultima anlisi, sulla scia del realismo americano alla E.Hopper, le forme di urbanizzazione
rappresentate vengono dirottate su un registro surreale per tramutarsi in icone silenti di nuovi
stilemi di vita metropolitana, ridisegnando i contatti tra le aspettative degli individui nella
prossimità dello scambio esistenziale, tra le insidie dell' omologazione ed alienazione.
La contiguità tra linguaggio pittorico ad imitazione del mezzo fotografico si rivela nei tagli
moderni adottati dall'artista e nell'utilizzo di luminescenze al pari di flash fulminei sulla matrice
dai cromatismi ora caldi ora artificiali.
Ilaria Leganza dimostra dunque determinazione nel dar voce ai nodi cruciali di una società
industriale avanzata tra spinta tecnologica e cultura ecosostenibile, prediligendo un'esecuzione
raffinata e poetica di scenografie dai toni riflessivi e d'animazione nell'esplorare
figurativamente la relazione condizionante, ma vitale, tra persona ed esigenza di insediamento
sul territorio nella mediazione-impatto che le forme architettoniche hanno sull'ambiente e
l'esistenza dell'uomo nell'avvicendarsi delle epoche storiche.
Giugno, 2011
SILVIA RANZI
molti anni analizza la visione dell'architettura di ultima generazione affrontando di essa
ogni suo aspetto.
L’epicentro delle sue riflessioni, tradotte con mezzi pittorici, fotografici e installativi, è
il contesto domestico dell’uomo, inteso come scrigno di intimità e roccaforte di sicurezza.
Le opere di Ilaria, inizialmente incentrate sulla raffigurazione di prospetti di palazzi, di
sezioni urbane, di depositi popolati da pochissimi abitanti, mettono l’uomo in secondo
piano per erigere a protagonisti gli interni e i contesti abitativi. Il clima convulso della
metropoli appare assente dalle sue composizioni sebbene la solitudine delle persone
raffigurate e l’isolamento dei contesti presentati ne evochino alcuni aspetti problematici
come l’alienazione e la necessità di rifugiarsi in un altrove appartato. La spoglia
descrizione dei dettagli, le tinte neutre e a tratti spente, striate di zone più vivaci e accese,
evocano un’atmosfera di pittura esistenziale dove si nascondono le ambivalenze e i risvolti
psichici dell’individuo. Negli ultimi lavori Ilaria getta una luce più morbida sugli ambienti
che lei stessa focalizza e racchiude in piccole serrature - come recita il titolo di queste
opere – cui lo spettatore può accedere porgendo uno sguardo attento e intimista, quasi da
voyeur. Attraverso queste esigue aperture, inserite su porte nere che marcano la soglia tra
l’io e il mondo, si dischiudono piccole realtà borghesi disabitate ma vissute, di sapore
vagamente démodé, arredate con comò, poltrone, lampade, scrigni, carta da parati e
dipinti anonimi. Con questi elementi, come ci dice la stessa autrice, si dispiega <<un
piccolo mondo che vibra tra luci e ombre, che si anima di ricordi, che si muove o si arresta,
che si lascia comprendere o si nasconde; allo stesso modo, attraverso la serratura di una
porta chiusa, mentre fuori tutto è confusione, si ritrova il luogo del silenzio e della pace:
quello della casa>>. Il sottile crinale che separa l’esterno e l’interno, e ciò che sta al di qua
e al di là della porta, si rivela dunque come metafora della contrapposizione tra la
collettività assordante e anonima e la silenziosa intimità dell’individuo. Intorno a questo
gioco di rimandi si articola anche la ricerca formale e iconografica di Ilaria, sensibile alle
opere di maestri come Hopper, Gordon Matta Clark, Tarkovskij, di cui rievoca, volta per
volta, le architetture problematiche, la solitudine, il ritmo del tempo.
Angela Sanna
Critica e storica dell'arte
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