Nella
giornata del 14 marzo scorso, presso la Leibnizhaus dell’Università di Hannover,
si è tenuto il Convegno sul tema “L'italiano e i processi di
globalizzazione: le sfide del “mercato” delle lingue”, promosso e
organizzato da questo Consolato Generale d’Italia in Hannover, in
collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Wolfsburg e il Comites di
Hannnover, di cui ho aperto i lavori portando ai presenti il saluto di S.E.
l'Ambasciatore d'Italia Elio Menzione.
Alla
manifestazione hanno preso parte numerosi docenti delle Università tedesche e
italiane, insegnanti di italiano, Presidenti delle Deutsch-italienische
Gesellschaft e amici della lingua
italiana provenienti dai cinque Laender della circoscrizione consolare ed in
particolar modo dalla Bassa Sassonia. In
sostanza si è trattato di un Convegno per addetti ai lavori.
Il Convegno ha
trattato ha focalizzato i processi di mutamento, i fenomeni di contatto, di
mantenimento e di diffusione della lingua italiana. Due Relatori
dell'Università di Osnabrueck hanno
invece incentrato il proprio intervento sulla condizione dell’italiano come
lingua straniera nel sistema istruttivo e universitario della Bassa Sassonia.
Il prof.
Klaus Hölker, ordinario di letterature romanze presso l’Università Leibniz di Hannover,
ha presieduto i lavori introdotti con una serie di domande poste agli illustri
Docenti dall'Addetto culturale del Consolato, Sig.ra Laura Todescato.
Il Prof. Massimo Vedovelli, Rettore dell’Università per Stranieri di Siena,
Ateneo specializzato nella ricerca e nell’alta formazione sull’italiano come
lingua prima e seconda, sul dialogo e la mediazione fra lingue e culture
diverse e nella diffusione della lingua italiana, ha presentato una relazione dal
titolo “Il ruolo dell'emigrazione per i nuovi assetti dello spazio linguistico
italiano” affrontando il tema del rapporto tra l’italiano e le altre lingue nel
territorio nazionale e della posizione di questa lingua nel panorama
internazionale. Da Paese di emigrazione, l’Italia è diventata meta di intensa e
crescente immigrazione ampliando il proprio spazio linguistico fino a
comprendere lingue di altri popoli, che diventano sempre più visibili nei
panorami urbani. Il plurilinguismo, che attualmente caratterizza la Penisola,
può essere visto come una Babele in cui la pluralità degli idiomi genera
incomprensibilità e confusione, oppure come opportunità “pentecostale” per la
comprensione degli altri. Analogamente, l’italiano lingua di origine e lingua
straniera all’estero è motore di mutamento dei contesti sociali in cui si
inserisce.
Il secondo
intervento, della prof.ssa Andrea Grewe, ordinario di Letterature romanze
presso l’Università di Osnabrück e del prof. Andrea Palermo, lettore d’italiano
presso lo stesso Ateneo, ha riguardato la situazione dello studio della lingua
italiana nella Bassa Sassonia. Presentando una serie di dati sullo studio
dell’italiano nei diversi ordini scolastici, i due docenti hanno messo in
evidenza la situazione di lenta ma progressiva diminuzione del numero degli
apprendenti di italiano e la soppressione
di alcune cattedre di Italianistica nelle università della Bassa
Sassonia. Nel “mercato delle lingue”, accanto alla supremazia assoluta dell’inglese, si assiste
sempre
più a un aumento dello spagnolo a scapito del francese e dell’italiano,
due idiomi che si contendono il terzo posto nella classifica delle lingue straniere
più studiate in tutti gli ordini di scuola. L’università di Osnabrück ha
adottato, nel corso degli ultimi anni, una serie di misure di contenimento del
fenomeno che sono approdate in un progetto volto alla valorizzazione del
background migratorio di studenti con origini italiane.
Nel terzo intervento il prof. Edgar Radtke,
ordinario di Linguistica romanza presso
l'Università di Heidelberg, ha illustrato alcune tendenze in atto nel
sistema linguistico italiano, interessato dall’espansione di tratti
regionalmente e localmente connotati. Nel complesso rapporto lingua-dialetto,
che ha accompagnato la nascita e lo sviluppo della nazione, si osserva una
regressione delle macrodialettalità mentre alcune microdialettalità si
insediano in nuovi territori. Questo è il caso della gorgia, fenomeno fonetico
originariamente localizzato nella valle dell’Arno, che si è via via diffuso
fino a raggiungere la Maremma Toscana.
L’ultimo intervento della prof.ssa Maria Catricalà, ordinario di Linguistica
presso l’Università Roma Tre, presentato da Annarita Guidi (docente di
scrittura e assegnista nello stesso Ateneo), ha affrontato il tema della lingua
dei brevetti che, secondo le ultime risoluzioni dell’Unione Europea, possono
essere depositati in inglese, francese e tedesco. L’esclusione dell’italiano
pone non solo i problemi di traducibilità notoriamente correlati al lessico tecnico-scientifico e
dell’innovazione, ma anche importanti limiti alla creatività linguistica che,
attraverso l’attività onomaturgica, definisce e identifica l’invenzione oggetto
del brevetto stesso e rappresenta un importante tratto identitario della
italiana e del made in Italy.
I numerosi interventi che hanno animato il dibattito finale hanno
evidenziato la notevole attenzione che questo tema riveste non solo per i
docenti italiani ma anche e soprattutto per quelli tedeschi. In particolare, il
titolare della cattedra di Romanistica dell'Università di Rostock, nel
formulare alcune domande di filologia della lingua, ha invitato tutti i relatori
a proseguire questo importante dibattito con un Convegno da tenersi presso la
loro Università, esortanto i suoi colleghi a fare altrettanto affinchè si
formalizzi un vero e proprio Forum itinerante sul tema del Convegno.
Invito che
è stato accolto con entusiasmo non solo dal Console Generale, ma da tutti i
rappresentanti delle Universitá presenti al Convegno.
Articolo Scritto da Gianpaolo Ceprini
Foto di Giuseppe Scigliano
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