Lunedì 25 Marzo 2013 12:25
ROMA\ aise\ - "Sarebbe veramente inaudito che noi lasciassimo dissolvere questo patrimonio di unità, solidarietà e fraternità che abbiamo costruito. Credo che i nostri Paesi, l'Italia e la Germania, i nostri governi, le nostre persone non lasceranno dilapidare questo straordinario patrimonio, ma porteranno avanti l'impegno per la costruzione europea".
È quanto ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Sant'Anna di Stazzema dove, insieme al presidente della Repubblica Federale di Germania, Joachim Gauck, ha ricordato ieri, domenica 24 marzo, la strage del 1944.
I due capi di Stato hanno deposto una corona al Monumento ossario che ricorda l'eccidio e scoperto una lapide. Questo il testo: "Davanti a questo simbolo/memoria perenne/delle atrocità della guerra/e della barbarie nazista e fascista/nel rendere omaggio/alle vittime inermi/ci incontriamo fratelli tra fratelli/cittadini dell'Europa unita/alfieri dei principi/di pace democrazia libertà giustizia".
Napolitano e Gauck hanno, quindi, visitato il Museo storico di Sant'Anna e risposto, in incontri con i familiari delle vittime, ai saluti del sindaco di Stazzema, Michele Silicani, e del superstite Enrico Pieri.
"Si possono leggere libri, si possono leggere ricostruzioni attente, documentate, puntuali della strage di Sant'Anna di Stazzema, si possono leggere relazioni importanti - a cui è giusto riconoscere quel che va riconosciuto di storici italiani e tedeschi -, ma bisogna venire qui e bisogna anche inerpicarsi lassù, fino all'Ossario, fino al monumento, accanto al quale abbiamo deposto la nostra lapide comune in tutte e due le lingue, per toccare con mano, per sentire che cosa sia stata l'assurdità e la ferocia - senza uno straccio di giustificazione, senza uno straccio di pretesto - che si abbatterono sulla popolazione inerme di questo piccolo borgo sperduto, che non era una fortezza da espugnare: era soltanto un grumo di umanità che mai avrebbe dovuto essere oggetto di una simile feroce distruzione", ha detto Napolitano.
Il presidente della Repubblica ha poi espresso parole di ringraziamento nei confronti del collega tedesco Gauck. "Non ho nessun merito per la sua visita", ha spiegato Napolitano, "io ho fatto solo da postino, perché, quando un mese fa sono andato a Berlino, ho pensato di consegnargli la lettera di Enrico Pieri ed è stata sufficiente quella perché lui decidesse con assoluta determinazione di venire a Sant'Anna di Stazzema. Direi che da quel giorno, pur sapendo che avevo molti problemi per la situazione in Italia, è stato tenace nel chiedermi l'intesa sul momento, sul giorno in cui venire qui e ci siamo facilmente messi d'accordo e ci troviamo ora insieme. Ed è di grandissimo significato ed importanza, caro presidente Gauck, che lei sia qui".
Napolitano si è quindi rivolto alla popolazione di Sant'Anna di Stazzema: "Voi che avete resistito alla furia di quella terribile strage, che siete sopravvissuti, che avete coltivato la memoria, voi che avete combattuto per la libertà, voi, lo sapete bene - e io lo voglio ripetere - come noi italiani siamo fieri della straordinaria prova di volontà appassionata ed eroica di riscatto che offrimmo fra il settembre del 1943 e l'aprile del 1945 con la Resistenza, con il movimento partigiano, con la Guerra di Liberazione, con l'esercito di Liberazione, la prova che offrimmo anche tra queste cime, anche in queste valli nelle condizioni più difficili, anche sfidando quello che purtroppo venne a scatenarsi contro il popolo di Sant'Anna di Stazzema. Siamo di ciò orgogliosi e fieri", ha proseguito Napolitano, "ma non dimentichiamo i misfatti del fascismo, le vergogne e la catastrofe in cui il fascismo trascinò l'Italia. Non lo dimentichiamo, non lo cancelliamo solo perché siamo riusciti anche a liberarcene in modo straordinario con la Resistenza".
Il presidente Napolitano ha voluto anche riprendere alcune riflessioni del presidente Gauck sul "concetto di colpa", sul "problema del come si può anche vedere condannata moralmente e storicamente la colpa di regimi infami". Da parte sua Napolitano ha voluto "anche dire che questa memoria, questo omaggio collettivo è anch'esso un'alta forma di giustizia, anche più alta di quella che talvolta non si riesce a trovare nei tribunali. Per quanto possiamo rammaricarcene, addolorarcene, per quanto possiamo deplorare che non si riesca ad avere giustizia nei tribunali, siamo certi che questo nostro omaggio, questa nostra memoria è un'alta forma di giustizia per quello che voi avete sofferto. Ed è una condanna più pesante di ogni altra per coloro che portano la colpa di quelle sofferenze. Non dimentichiamo le nostre responsabilità storiche, ma guardiamo avanti. Guardiamo avanti onorando innanzitutto il terribile sacrificio delle vittime e mai si potrà dire tutto il merito di coloro che coltivano anche l'omaggio a queste vittime. Guardiamo avanti coltivando e trasmettendo la memoria storica come patrimonio comune".
In conclusione Napolitano ha fatto riferimento alla prossima scadenza del mandato di presidente della Repubblica: "Questo è probabilmente l'ultimo atto pubblico ufficiale che io compio e sono felice che sia questo. E porterò come memoria preziosa e come lascito del mio settennato l'esempio che lei, presidente Gauck, mi dà di nobiltà d'animo e di amicizia", ha concluso.
In mattinata, il presidente Napolitano aveva partecipato a Roma alla commemorazione del 69° anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. A margine della cerimonia, rispondendo alla domanda dei giornalisti sull'attuale momento politico, aveva detto: "Senza dubbio in questo momento abbiamo bisogno di unità, ma anche di pensare adesso all'interesse generale del Paese e di dare continuità alle nostre istituzioni democratiche". (aise)
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