26 giu 2011

Commento al disegno di legge di riforma dei Comites e del CGIE,approvato dal Senato della Repubblica il 25 maggio 2011

Riceviamo dal Senatore Claudio Micheloni la seguente comunicazione:


Allego, per opportuna informazione, la dichiarazione di voto finale del Sen. Giorgio Tonini,
Capogruppo PD alla Commissione Affari Esteri, emigrazione (Aula-25 maggio 2011)


TONINI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TONINI (PD). Signora Presidente, credo che quello svolto prima in Commissione affari esteri e poi nell'Aula del Senato in questi due giorni, sia stato un buon lavoro, che credo abbia dato smalto al Parlamento. È stata una buona pagina di lavoro parlamentare.
Questa legge nasce per iniziativa parlamentare. Innanzi tutto, il primo disegno di legge in materia è stato quello del nostro collega Micheloni, che ha aperto la strada a tale confronto. Poi c'è stato il lavoro importante e molto aperto del relatore Tofani, di cui gli diamo atto, e un atteggiamento positivo e costruttivo da parte del Governo. Tutto ciò si è rispecchiato nel clima che si respirava in Aula in questi due giorni, che, a me piace rimarcare, è positivo e costruttivo, e grazie al quale si è anche riusciti a far cambiare idea gli uni agli altri. Il Parlamento dovrebbe essere questo, il luogo dove ci si parla, anche con l'ambizione e la presunzione di convincersi a vicenda e quindi, possibilmente, di trovare insieme le soluzioni migliori.
Naturalmente, quando poi si va al voto finale, bisogna tirare una riga e fare un somma algebrica tra i più e i meno. Ci sono molti più in questa riforma che, vorrei dire, è istituzionale: non è un provvedimento tra i tanti ma che ha a che fare con regole e istituzioni importanti per la nostra democrazia, come quelle che si occupano della partecipazione degli italiani all'estero, di quella comunità italiana che non è in Italia e che è una delle ricchezze importanti del nostro Paese.
Ebbene, questa riforma, che è ancora incompiuta, in attesa dell'esame dell'altro ramo del Parlamento, ha degli aspetti positivi, in particolare, quelli relativi alla certezza del voto, e prevede anche un impianto che cerca di essere innovativo rispetto al Consiglio generale, con l'ambizione di dargli nuovo respiro e nuovo ruolo. Tuttavia ci sono anche elementi problematici e critici, che ci hanno visti distinti nel voto. Ad esempio, avremmo voluto COMITES più vicini alla base degli italiani all'estero; invece abbiamo degli organismi troppo lontani dal nostro punto di vista, perché la soglia per poterli costituire è troppo alta. È previsto un solo COMITES per circoscrizione mentre avremmo preferito un'articolazione più ampia. Poi c'è questa norma sulla partecipazione delle liste, che invece prevede una soglia troppo bassa, con il rischio accentuato di una forte frammentazione e anche con una politicizzazione della rappresentanza nei COMITES.
C'è inoltre un punto che consideriamo squilibrato e che avremmo voluto venisse affrontato in maniera diversa. Mentre abbiamo condiviso la valorizzazione delle Regioni, non possiamo condividere la mortificazione e la sostanziale espulsione dagli organismi di rappresentanza degli italiani all'estero di tutto quel mondo che fa riferimento all'associazionismo e ai patronati, con norme di incompatibilità sui COMITES e con il rifiuto di prevedere almeno una rappresentanza senza diritto di voto di questi mondi nel Consiglio generale.
Per queste ragioni, il nostro voto sarà contrario, sia pure con uno spirito di apprezzamento per il lavoro comune svolto, nella speranza che alla Camera esso possa produrre un risultato perfezionato da portare ai nostri italiani all'estero. Essi, infatti, sono una ricchezza fondamentale per il futuro del nostro Paese e possono diventare il nostro Commonwealth, la rete di forza dell'Italia in tante parti del mondo e una delle leve fondamentali per rilanciare il nostro Paese. (Applausi dal Gruppo PD).
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COMMENTO

Il testo approvato al Senato della Repubblica, pur apportando importanti innovazioni in materia di riforma di rappresentanza degli italiani all’estero, non accoglie gli emendamenti di seguito elencati, che, in quanto determinanti, mi auguro possano essere affrontati nella discussione alla Camera. Ne riassumo qui le linee principali.

Comitati degli Italiani all’Estero


Rappresentanza territoriale

La nuova proposta di legge trasforma tutti i territori, in cui oggi esiste un Comites, in Circoscrizioni elettorali. Questo garantirà la rappresentanza di tutti i territori oggi coperti dai Comites esistenti. In effetti, ogni territorio, pari al numero dei Comites oggi esistenti, eleggerà propri rappresentanti in proporzione alla popolazione che li rappresenterà al Comites di competenza.


Art. 1
La quota di 20'000 cittadini è troppo alta, bisogna portarla a 15'000 unità.
È di primaria importanza introdurre il concetto che renda possibile l’istituzione di più di un comitato per Circoscrizione consolare come proposto dall’emendamento 1.219 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Dopo il comma 4, aggiungere il seguente: 4-bis. Tenuto conto delle dimensioni della circoscrizione consolare e della presenza nella stessa di almeno di cinquemila cittadini italiani, nelle aree ove alla data di entrata in vigore della presente legge è già presente un Comites, sono istituiti più comitati all’interno della medesima circoscrizione.”

Non accolto dal Senato. Le modifiche all’art. 1 sono determinanti per una compiuta riforma.



Art. 4 comma 1 “Funzioni e compiti del Comitato: I Comitati sono organi di rappresentanza territoriale degli italiani all’estero presso tutti gli organismi che determinano politiche idonee ad interessare le comunità medesime. La rappresentanza diplomatico-consolare italiana informa le autorità di accreditamento dell’istituzione del Comitato e del tipo di attività che svolgerà.”

Questo articolo estende notevolmente la rappresentanza e le funzioni dei Comitati rispetto all’attuale comma 2 dell’art. 1 della legge 286 del 23 ottobre 2003, oggi in vigore.


Art. 4 comma 8 “Ciascun Comitato redige una relazione annuale sugli interventi effettuati dalle autorità ed enti italiani a favore della collettività italiana nel territorio di riferimento, nonché sullo stato della stessa collettività. Esamina, in particolare, le condizioni di vita e di lavoro dei singoli e della collettività nel suo insieme, e le attività relative alla formazione scolastica e professionale, e propone le iniziative, anche economiche, necessarie a garantire il regolare svolgimento di tutte le attività sociali, culturali ed economiche della comunità, nonché quelle volte ad una più efficace integrazione con il Paese ospite. Un apposito capitolo della relazione è dedicato al tema della diffusione della lingua e della cultura italiana nell’ambito della collettività, anche sotto il profilo dell’efficacia degli strumenti adottati e delle iniziative promosse a tal fine e, se del caso, formula proposte per il miglioramento dei servizi. Un ulteriore apposito capitolo relaziona sul funzionamento degli uffici consolari e sui servizi devoluti alla comunità italiana ivi residente.”

Tale Comma, formula con chiarezza i compiti del Comitato conferendo a quest’ultimo un peso notevole, visto che il lavoro svolto dai Comites diventa base delle attività del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, il quale avrà l’incarico di redigere “atti di indirizzo e raccomandazioni in merito alle politiche delle comunità italiane all’estero”.



Art. 4 - Comma 8 - Riproporre con forza l’introduzione del concetto contenuto nell’emendamento 4.207 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Al comma 8, aggiungere, in fine, i seguenti periodi: “Un ulteriore apposito capitolo riferisce sul funzionamento degli uffici consolari e sui servizi devoluti alla comunità italiana lì residente. Il predetto capitolo è uno dei parametri di valutazione del Ministero degli affari esteri, degli uffici e delle carriere amministrative e diplomatiche del Ministero degli affari esteri.”

Questo emendamento ha avuto parere contrario del Governo e non è stato sostenuto dalla maggioranza per il contenuto dell'ultimo periodo. Ritengo importante battersi ancora alla Camera per ottenere il voto favorevole anche in relazione all'ultimo periodo che darebbe ampia valenza al lavoro delle collettività.


Art. 4 Comma 12 - Ridurre il termine di 180 giorni a 90 giorni.
Obbliga il Ministero degli Affari Esteri a rispondere in relazione alle proposte formulate da ciascun Comitato.
Oggi, ai Comites rispondono le istituzioni che ne hanno la sensibilità. Con questo comma i Comitati hanno un riconoscimento istituzionale che sicuramente cambierà il tipo di rapporto con le istituzioni italiane rispetto a quello che hanno con la legge attuale. Il sistema elettorale ispirato al sistema delle elezioni comunali italiane, punta a impedire il ripetersi di quelle situazioni di ingovernabilità dei Comitati che troppe volte si sono trovati in condizioni di non poter eleggere un presidente.


Art. 5
Togliere il termine di “una riunione” e introdurre il concetto di “almeno una riunione”



Art. 6 comma 7 - Per rispettare l’impegno dei Comites a procurarsi proprie risorse economiche, si definisce il concetto secondo il quale i finanziamenti del Ministero degli Affari Esteri erogati per il funzionamento dei Comitati, non possono subire riduzioni in funzione delle risorse proprie di cui i Comitati possono eventualmente disporre.

Art. 6
Sarebbe opportuno presentare un emendamento per introdurre al comma 7 ultimo periodo, dopo “alla lettera d)” le lettere “ a) e e)”.
È importante sia per motivare i Comitati a ricercare risorse proprie sia per rispettare il loro lavoro di volontariato.

Art. 12
Sopprime il limite di incompatibilità secondo l’emendamento 12.207 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Al comma 8, sopprimere le seguenti parole: “i soggetti che rivestono cariche rappresentative presso gli istituti di patronato e di assistenza sociale.”

Non accolto dal Senato.
Questo limite è eccessivo perché non chiaro. Un conto è mettere un limite ai rappresentanti legali, un conto è mettere un limite agli operatori sul territorio. Ritengo fondamentale che questo emendamento venga accolto.

Art. 13
Credo sarebbe utile definire meglio i poteri del comitato elettorale, produzione, spedizione, custodia del materiale elettorale, ecc.: non sono certo che basti rimandare al regolamento.

Art. 22
Inserire l’emendamento 22.0.1 “RANDAZZO, MICHELONI, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, PERDUCA, TONINI, ZAVOLI, BERTUZZI, PEGORER. Dopo l’articolo 22, inserire il seguente: “Art. 22-bis. (Commissioni di lavoro e osservatori permanenti) 1. Il Comitato può istituire nel suo seno commissioni di lavoro, delle quali possono essere chiamati a far parte esperti esterni, compatibilmente con le esigenze di bilancio. 2. Le commissioni di cui al comma 1 sono presiedute da un membro del Comitato. Alle loro riunioni può partecipare il capo dell’ufficio consolare o un suo rappresentante, appositamente delegato. 3. Il Comitato può istituire nel suo seno osservatori permanenti sulle problematiche delle donne e delle nuove generazioni. 4. Gli osservatori di cui al comma 3 sono presieduti da un membro del Comitato e composti da donne e giovani impegnati nella comunità della circoscrizione consolare, esperti designati dal Comitato sulle materie attinenti alla condizione delle donne e dei giovani, nonché rappresentanti di associazioni e enti impegnati su queste tematiche” accolto in Senato come ordine del giorno.

Riproporre l’emendamento 22.2 “MICHELONI. Dopo il comma 5, aggiungere il seguente: “5-bis. Ai membri del comitato che partecipano alle riunioni previste dalla presente legge spettano il pagamento delle spese di viaggio, qualora fuori del comune di residenza, e un rimborso forfetario per le spese di vitto e alloggio sostenute nel periodo di permanenza nella sede della riunione. Agli stessi membri spetta, inoltre, un rimborso forfetario per le spese telefoniche, postali e per le loro attività sul territorio di competenza.”

Non accolto in Senato.





Consiglio Generale degli Italiani all’Estero

La riforma prevede sostanzialmente due innovazioni fondamentali: 1. per essere membro del CGIE bisogna essere membro di un Comites; 2. l’attuale componente di nomina governativa viene sostituita dagli Assessori regionali all’emigrazione o dai Presidenti delle Regioni, ove non esista un Assessore con delega all’emigrazione. Questa innovazione crea un organismo di altissimo livello istituzionale. E’ evidente che un organismo formato dai diretti rappresentanti degli italiani all’estero (rappresentanti eletti a suffragio universale nei Comites), dai rappresentanti delle Regioni e dai rappresentanti dello Stato centrale, ha un’elevata caratura istituzionale che potrà dare la massima forza agli indirizzi per le politiche degli italiani all’estero e alle istituzioni. Svolgerà inoltre un importante ruolo di coordinamento e di armonizzazione delle politiche dello Stato e delle Regioni. Coordinamento di cui da anni si sente la mancanza.
Le associazioni degli italiani all’estero, i partiti e i movimenti politici con sede all’estero, potranno candidare i propri rappresentanti che vivono sul territorio e che conoscono la realtà, le problematiche e le esigenze dei propri connazionali, molto meglio delle associazioni dell’emigrazione italiana che operano esclusivamente sul territorio italiano.

Queste sono le modifiche già votate dal Senato. Se alla Camera si riuscisse ad aggiungere altri elementi innovativi, allora credo che avremo dato agli italiani all’estero un sistema di rappresentanza di alto livello istituzionale e con un vero peso politico. Nel dettaglio di seguito le proposte di miglioramento della legge:

Art. 25
Comma 4, sostituire “autorità consolare” con “autorità diplomatica” verificare se non è un errore formale del Senato, questa cosa fu discussa in aula.

Riproporre l’emendamento 25.207 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Al comma 4 aggiungere le seguenti parole: “, cinque rappresentanti designati dalla consulta nazionale delle associazioni nazionali dell’emigrazione, sei rappresentanti dei Patronati maggiormente presenti all’estero secondo i dati del Ministero del Lavoro, un rappresentante della federazione nazionale della stampa, un rappresentante della federazione unitaria della stampa italiana all’estero, un rappresentante dei sindacati più rappresentativi dei lavoratori frontalieri.”

Non accolto dal Senato.

Art. 26
Riproporre l’emendamento 26.204 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Al comma 1, sostituire le parole: “eletti nella circoscrizione estero” con il seguente periodo: “. Il Parlamento esamina la relazione annuale del consiglio generale degli italiani all’estero”.

Art. 27
Riproporre l’emendamento 27.204 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Al comma 1, dopo la lettera e), inserire la seguente: “e-bis). Commissioni tematiche permanenti di lavoro.”

Rigettato dal Senato, accolto come ordine del giorno dal Senato.


Riproporre l’emendamento 27.206 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Al comma 6, sostituire le parole: “si riuniscono una volta” con le seguenti: “si riuniscono due volte”.

Art. 28
Riproporre l’emendamento 28.205 MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, TONINI, PEGORER, BERTUZZI. Al comma 1, sostituire le parole: “in via ordinaria una volta all’anno” con le seguenti: “ in via ordinaria due volte all’anno”.

Non accolto in Senato.

Riproporre l’emendamento 28.1 (testo 2) “RANDAZZO, MICHELONI, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, PERDUCA, TONINI, ZAVOLI, BERTUZZI, PEGORER. Al comma 1 aggiungere, in fine, il seguente capoverso: “Esso inoltre può essere convocato in via straordinaria su motivata richiesta di almeno due terzi dei suoi componenti non oltre il ventesimo giorno dalla data di deposito della richiesta presso la segreteria generale”. Dopo il comma 2, inserire il seguente: “2-bis. Le riunioni del CGIE di norma si aprono con una relazione del Governo fatta dal Ministro degli affari esteri o da un suo delegato, e con una relazione del vicepresidente vicario dell’organismo”. Al comma 3, inserire dopo la parola: “continentali” le seguenti parole: “e delle Commissioni permanenti di lavoro”.

Art. 31
Riproporre l’emendamento 31.4 “MICHELONI, RANDAZZO, CABRAS, LIVI BACCI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, PERDUCA, TONINI, ZAVOLI, BERTUZZI, PEGORER. Al comma 1, dopo le parole: “telefoniche e postali” aggiungere le seguenti: “e per le loro attività sul territorio di competenza”.

Art. 32
Riproporre l’emendamento 32.3 testo 2 “MICHELONI, RANDAZZO. Sostituire l’articolo con il seguente: “Art. 32. – (Rappresentanti) – 1. Partecipano ai lavori del Consiglio, con solo diritto di parola, i seguenti rappresentanti: a) il Direttore generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie e il Direttore generale per la promozione e cooperazione culturale del Ministero degli Affari Esteri; b) il direttore generale per le politiche previdenziali del Ministero del lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, o un suo delegato; c) un rappresentante del Ministero dell’interno, un rappresentante del Ministero dell’istruzione, Università e ricerca, un rappresentante del Dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico, e un rappresentante del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio; d) un rappresentante del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro; cinque rappresentanti designati dalla Consulta nazionale delle associazioni nazionali dell’emigrazione; e) sei rappresentanti dei Patronati maggiormente presenti all’estero secondo i dati del Ministero del lavoro; f) un rappresentante della Federazione nazionale della stampa; g) un rappresentante della Federazione Unitaria della Stampa Italiana all’Estero; h) un rappresentante dei sindacati più rappresentativi dei lavoratori frontalieri. 2. L’Ufficio di Presidenza può invitare a partecipare ai lavori delle assemblee plenarie del consiglio, con solo diritto di parola, fino a 10 personalità competenti sui temi all’ordine del giorno, scelte tra rappresentanti delle istituzioni di organismi od enti italiani, nonché studiosi delle materie all’attenzione del Consiglio, rimborsandone le eventuali spese di viaggio e soggiorno, a valere sugli ordinari stanziamenti di bilancio per il Consiglio. 3. Il Presidente è tenuto a comunicare l’ordine dei lavori di ciascuna sessione del consiglio al Presidente della Camera dei deputati ed al Presidente del Senato della Repubblica, i quali, ove lo ritengano opportuno, potranno designare fino a sette parlamentari appartenenti alle Commissioni permanenti competenti per materia che parteciperanno ai lavori dell’assemblea plenaria del Consiglio con solo diritto di parola”.

Difendere almeno le lettere a, b, c, d, nonché i commi 2 e 3.


In conclusione, il voto contrario del gruppo PD del Senato è dovuto al non accoglimento di questi emendamenti. Suggerisco al gruppo PD della Camera di riproporre tali emendamenti al fine di ottenere un gran numero di voti favorevoli, in modo particolare gli articoli 1, 12, 28 e 32, affinché la legge sia veramente una riforma di rilievo.

Sen. Claudio Micheloni
Roma, 22 giugno 2011

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