5 lug 2011

3° Festival der Philosophie ad Hannover, dal 12 al 15 aprile 2012

3° Festival der Philosophie ad Hannover, dal 12 al 15 aprile 2012, questa volta intorno alla domanda: Di quanta ragione ha bisogno l'uomo?
E’ qualcosa di unico e di eccezionale sul terreno tedesco, sempre più arido di filosofia e di cultura. E si sa, viene dall’Italia, dal Festival di Filosofia di Modena!


Ogni due anni puntuale come un meccanismo ad orologeria scoppia nella cittadina di Leibniz quest’evento come una piccola rivoluzione pacifica, come un fuoco d’artificio. E gli stessi autori sono sopraffatti dal successo di quanto hanno soltanto messo in moto.

Prima della chiusura delle scuole, non c’è niente da fare, dobbiamo annunciarne il tema a scolari, insegnanti, studenti, così che anch’essi, sulle spiagge più assolate, sulle montagne più alte si chiedano con noi: ma di quanta ragione abbiamo bisogno? Non pensiamo mica per pensare, ma per agire, per partecipare anche alla vita politica, alla democrazia in ogni più piccolo atto quotidiano.

E senza provocazioni per piccoli e grandi non possiamo avvicinarci a questo tema così difficile, perché esso definisce l’umano in sé. La politica culturale europea, dopo Bologna, ci ha abituati a cibo in scatolette come per i gatti. Non ci resta che ribellarci e spremerci le meningi insieme agli insegnanti di filosofia e farne uscire qualcosa di utile anche per altri da presentare al Terzo „Festival der Philosophie“! Forza, quindi con la fantasia!



Il concetto di „ragione“ varia da epoca ad epoca, ogni generazione cerca di definirla a modo suo e finisce per acchiapparne una forma ancora più antica, imballata e infiocchettata in modo „innovativo“ per poter esser meglio distribuita e venduta. Soltanto la storia della Filosofia, la Cenerentola della Filosofia in Germania (20 Cattedre su tutto il terreno tedesco), può aiutarci a smascherare i trucchi e ad individuare le conseguenze indivuali e sociali dell’accettanza di un concetto di ragione.
La Ragione ha a che fare con la conoscenza e con la volontà e deve guidarci al vivere bene. Dopo la ragione del bello e del senso comune slittiamo sempre di più nella dittatura del possibile e del fattibile. Dalle quattro cause aristoteliche, passiamo con Leibniz alla sola „ragione sufficiente“ e arriviamo ad oggi, in cui l’azione viene giustificata e provocata soltanto dall’economico. Ma è veramente la ragione a più portata di mano, la più semplice anche la più ragionevole? Non dovremmo pensare la nostra vita in un lasso di tempo più ampio? Non abbiamo svuotato e declassato il Mondo al livello di „Umwelt“ di materia da sfruttare senza fini superiori? Ci basta essere individui passivi, non vogliamo darci da fare a diventare protagonisti attivi della storia?

Qual è la ragione adeguata? E a che fine? Soltanto dopo aver risposto a questa domanda, con un’analisi senza pregiudizi della storia, possiamo dedicarci al tema del Festival: Di quanta ragione abbiamo bisogno?

Della maggior quantità possibile? Perché la ragione del cuore è un superlativo della semplice ragione intellettuale...Ha la ragione in ogni uomo un diverso raggio d’azione? Ci sono esseri umani più ragionevoli in alcuni campi e meno in altri? C’è una ragione femminile e una maschile? C’è una ragione del perdere e una del vincere? Se l’uomo è un animale ragionevole perché ci sono tipi che accettano in determinate situazioni di essere schiavi o padroni e scambiare questi ruoli in altre situazioni. Dalle rivoluzioni americana e francese non ci dovrebbero essere più schiavi, ma esistono forme di schiavitù nascoste di istituzioni, mercati, banche...in cui lo stesso lavorano esseri umani. Chi accetta il modello Vittima-Boia cade facilmente anche nel contro-modello. Si può opporre alla lotta agonistica tra contrasti (Eraclito), alla ragione dialettica la certezza di una ragione storica? La nostra vita è veramente diversa dalla battaglia delle rane e dei topi di Omero e Leopardi?

La logica e la ragione si schiantano contro i paradossi delle vita: i trucchi della ragione, come mutazioni genetiche, ci lasciano crescere... Come facciamo a garantire la nostra identità al confronto di questi nodi della ragione?

Ci sono state in passato persone estremamente ragionevoli che si sono fatte trascinare al tempo stesso dalla passione dell’arte e della poesia? Pascal, Shakespeare, signora Meck tra Tschaikowsky e Debussy, Wittgenstein... Potrebbero darci esse una mano...

E via dicendo. Buone vacanze, tante tante ispirazioni e arrivederci ad Hannover!

Assunta Verrone, Referente della Cultura Comites Hannover

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