“Con la chiusura degli uffici consolari le sedi dell’Inca subiscono la pressione di una quantità di richieste e bisogni che non trovano il loro naturale sbocco”
ROMA – “L’aggressione subita la sera di giovedì 7 luglio da un'operatrice dell’Inca di Amburgo, denuncia il clima di esasperazione determinatosi nell’importante città tedesca con la chiusura, il 30 giugno, del consolato italiano e dei relativi servizi alla nostra comunità, ai numerosi turisti, agli imprenditori e a tutti coloro, tedeschi compresi, che hanno necessità di rivolgersi ai servizi consolari del nostro Paese”. Inizia così la nota con cui lo Spi Cgil esprime solidarietà alla operatrice dell’Inca vittima ad Amburgo di un episodio di violenza.
“La chiusura del consolato di Amburgo – prosegue il comunicato - e la non apertura di un’agenzia consolare sostitutiva, richiesta dagli stessi politici tedeschi, è un’altra tessera di una politica di Governo cieca e avulsa dai bisogni della nostra emigrazione, che da anni conosce solo la logica dei tagli alle già scarse risorse ad essa destinate. Il dimezzamento delle risorse per l’assistenza agli anziani e alle aree più disagiate delle nostre comunità all’estero, per la scuola, la lingua e la cultura italiana nel mondo, fino alla chiusura indiscriminata di Consolati che, come nel caso di Amburgo obbligano le persone a spostarsi per 400 chilometri ad Hannover per i servizi richiesti, sono la sintesi della scelta di abbandono dei nostri emigrati assunta e praticata dal Governo Berlusconi. Le sedi dell’Inca diventano così l’ultima possibilità di risposta e di servizio, subendo la pressione di una quantità di richieste e bisogni che non trovano il loro naturale ufficio nelle competenze delle sedi consolari”.
“All’operatrice vittima dell’aggressione e all’Inca di Amburgo – ha commentato Renata Bagatin, segretaria nazionale dello Spi-Cgil - va tutta la nostra solidarietà e la nostra vicinanza. Mentre condanniamo con estrema fermezza comportamenti che identificano, proprio in coloro che li stanno aiutando, i capri espiatori di una situazione di cui non hanno nessuna colpa”. Dalla Bagatin viene anche sottolineata sia la responsabilità del Governo, che anche in questo 150° dell’Unità d’Italia, “ignora la nostra emigrazione”, sia la necessità di un urgente apertura ad Amburgo di un’agenzia consolare.(Inform)
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