29 mar 2013

CROCETTA MANDA VIA BATTIATO E ZICHICHI: ADDIO “MODELLO SICILIA”?



(NoveColonne ATG) Roma - C’è chi, come il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, non esita già a sostenere che “c’era una volta il modello Sicilia”. In effetti, la fine anticipata dell’esperienza di governo per Franco Battiato e Antonino Zichichi, cui il governatore Rosario Crocetta ha revocato il mandato di assessore, rischia di gettare un’ombra sull’esperienza amministrativa nata nell’isola con le regionali del 2012, un’esperienza che vede il sostegno dei grillini in molte delle riforme che sta portando avanti la giunta Crocetta, come l’abolizione delle Province, e che viene additata da molti come esempio da seguire a livello nazionale.
Il cantautore, ormai ex assessore al Turismo, paga le parole pronunciate ieri al Parlamento europeo: “Queste troie che si trovano in Parlamento farebbero qualsiasi cosa. È una cosa inaccettabile” aveva detto Battiato, suggerendo poi che sarebbe meglio “aprissero un casino”. La polemica era immediata divampata, coinvolgendo i vertici istituzionali del Paese. E a nulla sono valse le precisazioni del cantautore: “Prendo atto con dispiacere che la mia frase, che ovviamente si riferiva a passate esperienze politiche caratterizzate da una logica da mercimonio offensiva della dignità delle donne, sia stata travisata e interpretata come una offesa al Parlamento attuale, per il quale ho stima”. Crocetta si è scusato a nome del governo siciliano per le affermazioni, “certamente non istituzionali ed offensive” di Battiato nei confronti dei parlamentari italiani.
“Quando si sta nelle istituzioni - ha detto il governatore - si rispettano e si rispetta la dignità delle istituzioni medesime e, nel caso di Battiato sicuramente si è andati ben oltre e si è violato il principio della sacralità delle stesse. Siamo orgogliosi di appartenere al popolo italiano e di avere un Parlamento, l'espressione della sovranità del popolo e della partecipazione dei cittadini alla vita democratica. Quando si offende il Parlamento, si offende tutto il popolo italiano e ciò non è consentito a nessun componente delle istituzioni. Mi dispiace veramente molto, sono addolorato. Il Parlamento in questo momento - continua - è rappresentato da figure come Laura Boldrini e Piero Grasso, impegnati nel profondo per rinnovare il Paese e all'interno del Parlamento ci sono uomini e donne che cercano di trovare una soluzione in una fase drammatica della vita economica, politica e sociale”. Poi, secondo quanto riferito da una nota della Regione, il governatore “ha preso atto della disponibilità degli assessori Battiato e Zichichi di rinunciare al loro mandato presso il governo della Regione siciliana e ha revocato, a partire dalla data odierna, l'incarico assessoriale ai medesimi”. Una decisione condivisa dalla Boldrini: “Penso che quanto sia accaduto ieri sia stato veramente oltraggioso: la scelta del governatore Crocetta è una misura condivisibile”.
Il presidente del Senato Piero Grasso ha letto in aula la lettera di scuse indirizzatagli dal governatore, e l’aula ha salutato con un applauso il passaggio della revoca del mandato a Battiato. Per quanto riguarda Zichichi, ex assessore ai Beni culturali, allo scienziato Crocetta rimprovera le posizioni, in contrasto con la Giunta siciliana, favorevoli al nucleare e al Muos di Niscemi, ma soprattutto le “troppe assenze” per gli impegni in Svizzera: e quando c’era, spiega poi Crocetta, “tirava fuori storie di raggi cosmici. Non se ne poteva più. Se per lo meno avesse lavorato maggiormente per la Regione...”. Replica Zichichi: “Ringrazio vivamente Crocetta per avermi liberato dall’impegno che mi aveva chiesto di prendere affinché in Sicilia si potesse voltare pagina. In tre mesi di intenso lavoro – ricorda Zichichi - ho fatto dodici progetti la cui realizzazione avrebbe - per la prima volta nella storia della Sicilia post-guerra - portato un serio contributo per voltare pagina. La verità sta nel fatto che sono venute fuori profonde divergenze culturali. Di queste profonde divergenze culturali io sono orgoglioso in quanto sono queste profonde divergenze culturali l'unica strada affinché la Sicilia possa voltare pagina. Purtroppo Crocetta ha deciso di non provare nemmeno”.

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