GIOVEDÌ 05 LUGLIO 2012 12:30
ROMA\ aise\ - Nella tarda serata di ieri, il Senato ha approvato il decreto che rinvia le elezioni di Comites e Cgie.
La discussione, ripresa in mattinata, era stata sospesa per cercare di capire quanti soldi – di quelli inizialmente destinati alle elezioni – erano effettivamente disponibili per una rassegnazione a lingua e cultura, assistenza e funzionamento dei Comites già da questo 2012. La cifra, inizialmente 6,7 milioni di euro, era scesa, secondo le prime comunicazioni del Mef riportate dalle Commissioni, a 1 milione e 539mila euro. ma è cambiata ancora, per fortuna in meglio: ieri il senatore Azzolini ha infatti confermato che i soldi a disposizione sono 3.539.464 euro, anche se, ha voluto precisare, "non risulta chiaro dal report che ci è stato consegnato quali sono i provvedimenti che hanno consentito l'attingimento dai capitoli di bilancio".
In ogni caso, la cifra è stata ritenuta sufficiente, per la Commissione Bilancio, a coprire l’emendamento presentato dai relatori Mantica e Tonini, che recita:
"Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:
"3-bis. I risparmi di spesa, pari a 3.539.000 euro per l'anno 2012, derivanti dal rinvio delle elezioni per il rinnovo dei Comitati e del Consiglio generale degli italiani all'estero sono destinati:
a) per un ammontare pari a 2 milioni di euro per l'anno 2012 in favore degli interventi per il sostegno degli enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana all'estero;
b) per un ammontare pari a 1.339.000 euro per l'anno 2012 al rifinanziamento delle attività di assistenza, diretta e indiretta, degli italiani residenti all'estero in condizioni di indigenza;
c) per un ammontare pari a 200.000 euro per l'anno 2012 al funzionamento dei Comites".
I senatori hanno quindi presentato i loro emendamenti e fatto le loro critiche osservazioni sulla questione-risorse, ma anche sulla ratio del decreto.
Fantetti (Pdl) ha espresso il suo "disappunto" perché "si sancisce un principio molto grave in base al quale il Governo indica al Parlamento l'opportunità, ovvero la possibilità di rinnovare un'assemblea elettiva prevista da una legge dello Stato sulla base o meno degli stanziamenti, quindi della capacità economica necessaria a organizzare queste elezioni. Io non vorrei fare paragoni impropri, ma questa è un'Aula, quindi un'Assemblea elettiva degli italiani prevista da una legge dello Stato, per la quale non vorrei mai che un giorno il Governo si presentasse a dire che non è possibile effettuare il rinnovo previsto della legge perché mancano i fondi".
Critico anche Micheloni (Pd): "3,5 milioni sono la metà dei soldi previsti per le elezioni; al Ministero degli affari esteri da dieci giorni è di pubblica notorietà il fatto che i soldi erano stati spesi e che in effetti restavano 1,5 milioni. Il Governo ha impiegato due giorni per trovare, non so dove, 2 milioni, e siamo arrivati a 3,5 milioni, ma deve essere chiaro che con questa somma a settembre non si riaprono i corsi di lingua e cultura italiana nel mondo. Anche con i 6,7 milioni si poteva tentare una sopravvivenza, ma convincendo delle persone che in buona parte fanno del volontariato ad assumersi delle responsabilità economiche al posto dello Stato. Pertanto io non posso proprio capire questa soddisfazione".
Con il sottosegretario De Mistura d’accordo con i pareri espressi dai relatori, si è dunque proceduto al voto degli emendamenti.
Esclusi tutti quelli che intervenivano sulla costituzione e la funzione di Comites e Cgie, sono stati approvati quello dei relatori – su come ripartire i fondi – e quello presentato dalla Commissione.
"Sostituire il comma 1 con il seguente:
"1. Al fine di conseguire l'obiettivo di razionalizzazione della spesa pubblica destinata a garantire l'operatività degli organismi di rappresentanza degli italiani all'estero, in attesa del generale riordino della normativa che disciplina la composizione e le modalità di elezione, con riduzione dei relativi costi, le elezioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero (COMITES) e, conseguentemente, del Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE) sono rinviate rispetto alla scadenza prevista dall'articolo 8 della legge 23 ottobre 2003, n. 286, prorogata al 31 dicembre 2010 dall'articolo 10, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, e, successivamente, al 31 dicembre 2012 dall'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 28 aprile 2010, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2010, n. 98. Tali elezioni devono comunque avere luogo entro la fine dell'anno 2014. Con regolamento da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e sue successive modificazioni, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, su proposta del Ministro degli affari esteri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro delegato all'innovazione tecnologica e allo sviluppo della società dell'informazione, sono stabilite le modalità di votazione e scrutinio nei seggi costituiti presso la sede dell'ufficio consolare o, ove possibile, anche in altri locali predisposti dal comitato elettorale, tenuto conto del numero degli elettori, della loro dislocazione e della disponibilità di personale, anche mediante l'utilizzo di tecnologia informatica, nel rispetto dei principi di personalità e segretezza del voto, in modo da garantire che il relativo onere non superi il tetto di spesa indicato al comma 3 del presente articolo, che il sistema di voto con tecnologia informatica sia sicuro da attacchi deliberati o comunque non autorizzati, garantisca il funzionamento del voto da qualunque inefficienza del materiale o del programma tecnologico e consenta all'elettore di poter ottenere conferma del suo voto. Con il medesimo regolamento è stabilita la disciplina delle operazioni di scrutinio nel rispetto del principio di segretezza del voto, adeguate all'adozione del sistema di votazione mediante l'utilizzo di tecnologia informatica, nonché la modalità di partecipazione al voto con tecnologia informatica mediante la disponibilità di postazioni di accesso per gli elettori che non dispongono di un personal computer ovvero che si trovano in Paesi in cui la trasmissione cifrata dei dati è interdetta o impossibile".
Conseguentemente, dopo il comma 1 inserire i seguenti:
"1-bis. A decorrere dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 1, alla legge 23 ottobre 2003, n. 286:
a) l'articolo 14, comma 1, secondo periodo, è soppresso;
b) all'articolo 16, comma 5, le parole: ", di costituire i seggi elettorali, di nominare i presidenti dei seggi e gli scrutatori, di sovrintendere e di coadiuvare l'attività dei seggi elettorali" sono soppresse;
c) l'articolo 17 è abrogato;
d) all'articolo 18, il primo periodo del comma 1 è soppresso, e i commi 2 e 3 sono abrogati;
e) gli articoli 19 e 20 sono abrogati.
1-ter. Il regolamento di cui al comma 1 è emanato previo parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia, che si pronunciano entro trenta giorni dalla richiesta. Decorso inutilmente il termine senza che le Commissioni abbiano espresso il parere di rispettiva competenza il regolamento può essere adottato".
Si è infine proceduto alla votazione finale. Hanno votato contro il decreto Italia dei Valori, in dissenso dal Gruppo il senatore Pdl Fantetti, il gruppo UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI. Favorevole con riserva Terzo Polo:API-FLI. Astenuta la Lega Nord. Il decreto passa ora all'esame della Camera. (aise)
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