...l´arroganza
precede la rovina, l´orgoglio precede il crollo.
Martin Lutero
<<Al
fine di realizzare un´Europa unita, la Repubblica Federale di Germania
contribuisce allo sviluppo dell´Unione Europea>>
Art.
23 del Grundgesetz
Un cambiamento epocale ha trasfigurato la Germania in poco piú di 20 anni.
In principio c´é una data: il 9 novembre 1989, la caduta del muro di
Berlino. Da allora non é piú quel grande paese che, da Bismarck in poi, ha rappresentato il piú grande problema
dell´Europa moderna.
Il cambiamento é stato spirituale, oltre che economico. Il 9.11.1989 é
finito il secolo orribile, il piú violento nella storia dell´umanitá, nella
cittá simbolo della guerra fredda: Berlino. L´ordine geopolitico stabilito
dalla seconda guerra mondiale si é
dissolto e nel cuore del vecchio
continente é tornata, protagonista, la Germania. A 24 anni dalla caduta del
muro, il Modell Deutschland si sta rivelando il piú efficiente dal punto di
vista economico e nella difesa dello stato sociale. Alla nuova Germania é
legata l´idea stessa di una nuova Europa. Anche l´Europa é uscita radicalmente
trasformata da quell´evento. I padri europeisti nutrivano la speranza di porre
fine all´epoca <<di sangue e di ferro>> della guerra civile
europea. Questa aveva il presupposto implicito di tenere la Germania divisa.
L´unificazione ha cambiato tutto. La nuova Germania suscita nei partner scarsa
simpatia e crescente apprensione. Ma la nuova Germania prima di essere temuta,
deve essere capita. Gli europei che temono la nuova Germania fanno venire in
mente un famoso quadro del pittore simbolista Paul Klee intitolato
"Angelus Novus". Il soggetto di questo quadro é un angelo che ha il
viso che guarda all´indietro. Un angelo che guarda al passato. Klee utilizza
l´immagine dell´angelo come metafora della sua radicale critica
storico-culturale. Di fronte al crollo del muro di Berlino molti europei fanno
come l´Angelus Novus : danno le spalle al futuro, rivolgendo il loro sguardo al
cumulo di rovine del passato storico tedesco. Questi non colgono in tutta la
sua portata l´annuncio di novitá per il futuro dell´Europa e della stessa
Germania del 9.11.1989.
La Germania oggi é uno tra i paesi piú pacifici, democratici, stabili e
non nazionalisti del mondo. Non ci sará un 4° Reich. L´affermazione nella vita
pubblica della "generazione 1989" ne é la prova. Questa generazione é
l´unica, nella storia della Germania, che sia arrivata alla ribalta nel segno
di una rivoluzione pacifica e democratica. Secondo Jürgen Habermas,
l´ostinazione di questa generazione ha radici profonde. La riunificazione aveva
cambiato la prospettiva di una Germania diventata grande e concentrata sui suoi
problemi. In poco piú di 20anni é cambiato notevolmente anche il modo di
pensare dei tedeschi.
Il 1989 ha segnato anche l´avvio di quell´epocale rivolgimento storico
chiamato globalizzazione. Questa ha provocato uno sconvolgimento degli assetti
mondiali la cui conseguenza é stata la ridefinizione degli equilibri
geopolitici e geoeconomici su scala planetaria. Una delle conseguenze di tale
processo é stato il mutamento di senso e di fine del progetto di costruzione
dell´unitá europea che aveva preso le mosse nel 1950. Questo era stato pensato al tempo della
guerra fredda per assicurare pace e benessere all´Europa dell´ovest. Questo
progetto ha subito un mutamento di funzione. La globalizzazione é una sfida per
l´Europa comunitaria, ma non é certo che la risposta europea al cambiamento
globale sará efficace e...vincente. L´integrazione europea é la nostra
assicurazione sulla vita, nell´epoca della globalizzazione. L´Europa intera é
chiamata a compiere una radicale trasformazione della sua struttura politica e
del suo funzionamento economico-produttivo, grazie alla quale poter competere
su scala mondiale ed essere spiritualmente in grado di reggere
l´incontro-scontro con altre identitá religiose e culturali. Lo sviluppo economico e la crisi della
capacitá d´azione degli organi comunitari hanno spinto la nuova Germania ad
occupare un ruolo centrale in Europa, in posizione egemonica. Questo carica la Germania di
responsabilitá inedite e, di sicuro, indesiderate. Siamo in una fase di
transizione e questa ha provocato irritazione e sospetto negli altri paesi
europei. In altre parole oggi gli europei non hanno ancora deciso se avere
paura di un´egemonia tedesca o temere il disimpegno della Germania. Dall´entrata
in vigore dell´euro ai nostri giorni, sono state rivolte molte critiche alla
Germania riunificata. Alcune si sono rivelate giustificate, altre pretestuose e
infondate. A causa della crisi gli europei ritornano al patrimonio di
esperienze negative che hanno fatto con i vicini tedeschi fino al 1945. Per
molti tedeschi puó anche essere una sorpresa, ma nel resto d´Europa il Terzo
Reich non é stato dimenticato. Per questo c´é un certo scetticismo di fondo nei
confronti di questo grande Paese posto al centro del continente. Questo spiega
la diffidenza molto diffusa nei confronti della Nuova Germania. Dopo il superamento della grave crisi degli
anni ´90, attraverso una severa politica di riforme la Germania é tornata ad
essere la prima potenza economica del continente. Da allora il registro delle
obiezioni dei suoi critici é cambiato radicalmente. Prima, motivo di preoccupazione era stata la
debolezza economica della Germania e la sua riluttanza ad assumere la guida
politica dell´Europa. Successivamente si
é diffuso il timore che essa fosse preda di un minaccioso scetticismo
antieuropeista. Molti hanno temuto
che potesse rompere quel patto con
l´Europa che era stato sancito dopo il 1945. Ma nel frattempo erano mutate le
condizioni storiche che avevano
avuto una ricaduta anche nella dinamica del processo di
costruzione dell´Unione Europea e sulla
stessa politica tedesca. Prima del 1989 il processo di costruzione dell´Unione
Europea era basato sulla divisione della Germania. Ora, la Germania
riunificata, indebolisce di conseguenza la normalitá europea. Dunque il
rapporto tra Germania ed Europa é
cambiato rispetto a quando era condizionato dalla guerra fredda, non per
decisione unilaterale della Germania ma perché sono cambiate le coordinate
storico-oggettive per la Germania e per l´Europa. Molti analisti dopo il
1989-90 sostennero che la Germania stesse per compiere una virata radicale
rispetto alle precedenti prioritá, nel segno di un velleitario
neoguglielminismo. Con le tesi del nazionalsocialdemocratico Thilo Sarrazin,
essere tedesco entrava in tensione con l´essere europeo. Alcuni sostennero che la Germania stesse per
lasciarsi alle spalle l´Europa e incamminarsi verso un nuovo
"Sonderweg", una nuova <<via speciale>>. Il
raffreddamento dell´europeismo tedesco, tenne gli europei con il fiato sospeso,
perché tentata di andare globalmente da sola, piú rapidamente e meglio. Ma
abbandonare l´Europa (o l´Occidente, secondo alcuni) per la Germania
significava ripudiare il legame che da
Adenauer in poi l´aveva tenuta legata al destino europeo ed occidentale e
rinunciare ad essere l´attore principale e quello che ha i maggiori vantaggi
guidando l´intera Europa nel ruolo globale del XXI secolo.
Oggi possiamo dire che quei dubbi
sollevati dai critici erano
infondati e che eccessive erano le paure nei suoi confronti rispetto a un
possibile ritorno del suo truce passato. I dissidi nati tra i soci fondatori
dell´Europa, Italia e Francia da un lato e Germania dall´altro, sono da
affrontare e il compito di sciogliere le contraddizioni/incomprensioni spetta
alla Germania, esercitando quella funzione di leadership che storia, geografia
e potenza economica le hanno affidato. La Germania é una risorsa per l´Europa.
L´Europa ha bisogno della Germania per assicurare la sopravvivenza
dell´eurozona. La Germania non puó fallire nel suo ruolo, che non deve essere
di dominio ma di guida delle riforme. Oggi la Germania, ritrovata la sua unitá, deve farsi carico di guidare
l´Europa sul cammino verso la riunificazione politica, per metterla cosí in
grado di avere un ruolo storico-politico nella nuova realtá del mondo globale.
Solo unendosi i paesi europei possono sperare di far fronte alla sfida
costituita dalla globalizzazione. Solo cosí potranno salvaguardare i privilegi
materiali garantiti da un modello di Stato sociale che non conosce eguali nel
mondo. Ma anche per difendere le conquiste giuridiche e culturali della loro storia, rivendicandole
come parte costitutiva di un progetto cosmopolitico di portata universale da
proporre senza aspirazioni dirigistiche,
ma aperto al dialogo con le altre culture. Questo progetto conosce oggi
una crisi senza precedenti. Un suo rilancio presuppone una ripresa economica
sostenibile dal punto di vista ambientale e socialmente giusta. Questa ripresa
deve offrire alla generazione
<<perduta>> le stesse speranze che l´Europa dei Trattati di Roma
diedero alla generazione nata dopo la seconda guerra mondiale. La via di un
ulteriore indebitamento é da scartare perché graverebbe sulle generazioni a
venire. Le riforme istituzionali necessarie dovranno innalzare l´attuale scarso
tasso di democraticitá e di
rappresentativitá delle istituzioni europee. È ora di intavolare un
dibattito pubblico di respiro europeo su quello che deve essere fatto. Il
dibattito deve coinvolgere le masse dei cittadini dell´Unione e non rimanere
nei salotti delle élites politico-economiche o negli uffici ovattati di
banchieri e speculatori finanziari. A tutti deve essere chiaro che il
"Continental European model" di cui qualcuno giá parla, quindi il
governo economico europeo é soprattutto un impegno politico. È la visione di una nuova Unione politica, la
risposta diretta alla logica disgregante del mercato globale. Nella scrittura
della nuova Costituzione materiale
dell´Europa io credo che il modello tedesco di Sozialmarktwirtschaft debba essere un punto di riferimento
obbligato. L´economia sociale di mercato che ha dato buona prova di sé dal
punto di vista della giustizia sociale e dell´efficienza economica é il
"modell Deutschland". La nuova Costituzione economica si
adoperi:
-per uno sviluppo sostenibile dell´Europa basato su una crescita
economica equilibrata e sulla stabilitá dei prezzi;
- su un´economia sociale di mercato
che mira alla piena occupazione e al progresso sociale;
-su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualitá
dell´ambiente.
Tocca dunque alla Germania esercitare con lungimiranza e saggezza
l´egemonia positiva che giá ha in Europa. Non comandando ed ordinando, come ha
fatto finora la Merkel, ma organizzando il consenso degli altri. Il
"merkiavellismo", cioé l´uso del timore che Angela Merkel ha
suscitato con il suo brutale neoliberismo imposto ai Paesi del sud Europa, deve
avere una fine. Di riscontro al timore nel sud Europa, il merkiavellismo ha
suscitato l´amore in patria, dove il 42%
degli elettori (in base al risultato del suo partito alle elezioni del 22.9.us)
vede la Merkel come la protettrice delle virtú nazionali dagli europei
parassiti. Dopo il 22.9.us, alcuni commentatori politici hanno parlato di
storico risultato personale della Merkel. È diventata, forse, statista di
formato straordinario, nonostante i limiti del piú volte azzoppato governo
federale? No! È ancora molto lontana dal diventarlo. Il risultato personale é
dovuto alla congiuntura economica positiva. La stupenda performance dell´export
tedesco nel 2012 avrebbe fatto vincere qualsiasi governo in carica. Il profilo
da grande statista di livello internazionale lo potrá definire dopo aver
affrontato e superato la crisi europea. Se ci riuscisse, sí. Peró per cogliere
quei risultati ha ancora bisogno di tempo e...contenuti condivisi dai suoi
concittadini e dai cittadini europei. Lei, capace di far esplodere la sua gioia
per una vittoria della nazionale di calcio, domenica sera (il 22.9.us) é stata
incapace di alzare le braccia in segno di vittoria, davanti ai militanti del
suo partito. Ha detto solo: <<La CDU agirá responsabilmente>>.
Breve, per continuare a non dire nulla!
Oggi che l´Europa non é piú il centro del mondo puó unirsi non contro
qualcuno ma per qualcosa. Gli europei devono cercare assieme la via verso il
futuro. Questo non avverrá se la Germania fará mancare il suo impulso
propulsivo. La nuova Unione Europea ha bisogno di una Germania completamente e
convintamente europeizzata. Il Grundgestz tedesco stesso lo auspica: <<...servire
la pace nel mondo quale membro a pari diritti
di un´Europa unita>>, recita il preambolo del Grundgesetz del
1949. Questa é l´unica Costituzione europea che contenga un riferimento preciso
all´idea di un´Europa unita. Inoltre l´articolo 23, revisionato dopo la riunificazione, recita:
<<Al fine di realizzare un´Europa unita, la Repubblica Federale di
Germania contribuisce allo sviluppo dell´Unione Europea>>.
VITTORIO STANO, Hannover
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