Il sindacato chiede lo stralcio dell’art. 8. Il No del ministro Sacconi
(GRTV) – Manifestazioni con cortei in 100 città italiane organizzate oggi dalla Cgil per protestare contro la manovra del Governo, che il sindacato definisce iniqua. Sempre oggi hanno scioperato in 15 città anche i sindacati di base.
Sul fronte trasporti sono stati penalizzati soprattutto i voli con circa 200 cancellazioni tra arrivi e partenze negli aeroporti di Roma e Milano. Disagi anche nel trasporto ferroviario, con un’adesione, secondo i dati diffusi dalla Filt-Cgil, del 50% dei convogli. Lo sciopero di oggi della Cgil ha creato disagi per i cittadini soprattutto sul fronte trasporti anche se i servizi sono stati rallentati anche negli uffici pubblici e negli ospedali dove a causa dell’adesione massiccia alla protesta dei medici sono saltate in molti casi le visite non urgenti.
Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, presente al corteo di Roma, ha detto che il Paese è in una situazione molto difficile e per questo “la Cgil ha proposto una contromanovra che ha esattamente gli stessi saldi, perché pensiamo che bisogna intervenire rapidamente ma se si fa il passo sbagliato si entra nell’abisso, invece che fare un passo indietro”. Il sindacato chiede di togliere l’art. 8 definendolo un danno al lavoro. Questa manovra, dice ancora il segretario generale della Cgil, “scarica sul lavoro tutti i costi delle difficoltà finanziarie. Non ha un’idea sul futuro del Paese e sulla crescita necessaria. E' una manovra che il Paese non si merita”. Parlando dal palco allestito al Colosseo Susanna Camusso riferendosi alla manovra ha annunciato il ricorso alla Corte Costituzionale su tutte le norme anticostituzionali.
“Il Governo non ha nessuna intenzione di stralciare l’articolo 8 dalla manovra all’esame del Senato”, replica il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.
“A Bersani che pretende addirittura la rinuncia all’articolo 8 - avverte Sacconi - rispondiamo che non se ne parla proprio nel nome, da un lato, della sua corrispondenza a una delle più esplicite richieste della Bce e, dall’altro, di un consenso che ha visto convergere la maggioranza e il Terzo polo oltre alla sua accettazione da parte della maggioranza degli attori sociali”.
E suona un campanello di allarme il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale sostiene che bisogna rafforzare la credibilità della manovra. “Nessuno può sottovalutare il segnale allarmante rappresentato dall’impennata del differenziale tra le quotazioni dei titoli del debito pubblico italiano e quelli tedeschi. E’ un segnale - afferma il Capo dello Stato - di persistente difficoltà a recuperare fiducia come è indispensabile e urgente. Si è ancora in tempo per introdurre in Senato nella legge di conversione del decreto del 13 agosto misure capaci di rafforzarne l’efficacia e la credibilità”. Napolitano fa appello a tutte le parti politiche affinché gli sforzi rivolti a questo fine non vengano bloccati da “incomprensioni e da pregiudiziali insostenibili”.
GRTV/Redazione
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