9 set 2011
MANOVRA BIS, IL SENATO VOTA LA FIDUCIA
(NoveColonne ATG) Roma - Il Senato ha votato la fiducia sulla manovra bis con 165 voti favorevoli, 141 contrari e 3 astenuti. Hanno detto sì i senatori di Pdl Lega Nord e Coesione Nazionale-Io Sud-Forza del Sud, no da parte di Pd, Idv, Udc e Autonomie, Terzo Polo (Api-Fli) e Mpa. Quella votata a Palazzo Madama è la 49esima fiducia dall'inizio della legislatura. In aula, all'approvazione della manovra, ha assistito anche il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Il provvedimento ha subìto numerose modifiche sia durante il suo esame in commissione Bilancio sia col maxiemendamento presentato dal governo sul quale è stata posta la questione di fiducia. Con le ultime misure inserite nel testo l'entità della manovra bis, in termini di effetto sull'indebitamento netto, supera i 54,2 miliardi di euro nel 2013, anno in cui è previsto il pareggio di bilancio (ai 49, 8 miliardi iniziali si aggiungo i 4,4 miliardi arrivati oggi perlopiù con l'aumento dell'Iva dal 20 al 21%). Tra le novità dell'ultima ora, oltre all'innalzamento di un punto percentuale dell'imposta sul valore aggiunto ordinaria (scatterà subito dopo la pubblicazione della legge in Gazzetta ufficiale), ci sono una tassa del 3% per i redditi sopra i 300 mila euro e l'innalzamento dell'età pensionabile per le donne nel settore privato a partire dal 2014. Come chiarito dal governo il cosiddetto "contributo di solidarietà" si applicherà sul reddito complessivo: fondiario (esclusa la prima casa), da lavoro dipendente, da impresa, autonomo, capitale. Il contributo sarà deducibile ma scatterà già per il 2011 (gettito annuo netto di 53,8 milioni nel 2012 e 144,2 a regime dal 2013). E inoltre, si legge nel provedimento, potrà essere prorogato "anche per gli anni successivi al 2013, fino al raggiungimento del pareggio di bilancio". E' saltato, invece, il contributo di solidarietà del 5% per i redditi oltre i 90 mila euro e del 10% per quelli sopra i 150 mila, inizialmente previsto nel decreto del 13 agosto. Anticipato di due anni l'avvio del percorso di allineamento dell'età pensionabile per le donne nel settore privato con quella prevista per le dipendenti del pubblico impiego. Partirà dal 2014, infatti, il progressivo innalzamento dell'età per la pensione delle lavoratrici nel privato (il raggiungimento dei 65 anni ci sarà nel 2026).
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