(NoveColonne ATG) Roma - “Durante i lavori dell’ultima Plenaria del Cgie, mi ha molto colpito e negativamente l’intervento del parlamentare della Lega Nord Claudio D’Amico, di Milano, ma emigrato al Parlamento di Roma”. E’ quanto si legge in una nota di Eugenio Marino, responsabile del Partito democratico per gli italiani nel mondo. “Il parlamentare padano, probabilmente pensando di ricevere un’ovazione, o più semplicemente ignorando la memoria storica dell’Italia - scrive Marino - ha messo in contrapposizione gli emigrati italiani con gli immigrati in Italia.
Ha spiegato che lo Stato italiano deve ‘fare delle scelte’, perché attualmente non riesce più a pagare l’assistenza medica ai nostri connazionali in Venezuela, quindi non dovrebbe garantire l’assistenza agli immigrati che arrivano nel nostro Paese. Praticamente come se fosse automatico che evitando di assistere un immigrato con le cure mediche, i soldi risparmiati si potrebbero investire per gli italiani all’estero”. “Per questo, molto umilmente, con animo sereno e senza spirito polemico - prosegue Marino - mi piacerebbe consigliare all’on. D’Amico la lettura di un grande padano come lui, Gianni Rodari, originario della Lombardia con famiglia ‘emigrata’ in Piemonte. In particolare di quella amarissima quanto struggente ed educativa favola de ‘Il muratore della Valtellina’, della sua stessa regione, che non trovando lavoro in Patria, emigrò in Germania, e proprio a Berlino trovò un posto in un cantiere come muratore”. “Io credo, onorevole D’Amico - conclude la nota del responsabile Pd - che le sue parole nella sala delle conferenze internazionali della Farnesina, hanno avuto per gli emigrati italiani e le loro storie personali e collettive lo stesso effetto della guerra nella favola del suo conterraneo Gianni Rodari”.
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