1 ott 2011

IL MASOCHISMO TRA GLI ITALIANI ALL’ESTERO

La filiera della Rappresentanza - A proposito di italiani all’estero è opportuno ricordare, in particolare ai più giovani, che i nostri emigrati e le loro associazioni fin dalla seconda metà dell’Ottocento hanno dovuto lottare per un secolo prima di ottenere dallo Stato italiano l’attuale filiera di rappresentanza. Infatti solo grazie al DPR 18 del 1968 vennero costituiti i primi Comitati Consolari di Coordinamento (Co.Co.Co.), peraltro di nomina consolare, poi sostituiti dai Comitati degli Emigrati Italiani (Co.Em.It) ed infine dagli attuali Comitati degli Italiani all’Estero (Com.It.Es.) democraticamente eletti dagli iscritti all’AIRE. Nel 1989 venne poi istituito il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (Cgie) eletto da una assemblea di grandi elettori (Comites ed associazioni).

Tuttavia, nonostante queste conquiste, gli emigrati italiani avevano, da sempre, come principale obiettivo il voto all’estero ed una loro rappresentanza diretta nel Parlamento italiano. Pertanto, non solo l’associazionismo, ma anche gli stessi Comites e soprattutto il Cgie hanno continuato a perseguire con tenacia quell’obiettivo fino a raggiungerlo nel 2001 con la legge nr. 459 ottenendo di avere nel Parlamento italiano sei senatori e dodici deputati. Oggi si può così affermare che la filiera della rappresentanza istituzionale degli italiani all’estero è completata: i Comites a livello locale di circoscrizione consolare, l’InterComites a livello di singoli Stati, il Cgie a livello mondiale e la Circoscrizione Estero con i 18 eletti nel Parlamento nazionale. Senza dimenticare i vari organismi (Consulte, Consigli, Comitati, ecc.), di rappresentanza a livello regionale, costituitisi con l’avvento delle Regioni dal 1970 in poi.
I masochisti - Tutti contenti, allora, gli italiani all’estero non più cittadini di serie B? Non sia detto mai! Come preso, sia pure inconsciamente (immagino), dal virus del protagonismo-autolesionista, nel 2006, appena catapultato in Parlamento a Roma, l’onorevole operaio eletto all’estero Antonio Razzi di Lucerna, debuttò nell’agone politico nazionale chiedendo subito nientepopodimenoche l’abolizione del Cgie ritenendolo un organismo costoso e ormai inutile essendoci Lui con altri diciassette eletti all’estero nel Parlamento italiano a difendere e rappresentare gli interessi degli emigrati. Subito spalleggiato in questa sua iniziativa anche da altri eletti all’estero nel Centrodestra, ai quali, in giro per il mondo, si accodarono altri masochisti, tra cui alcuni trombati dall’elettorato, nonchè qualche sconosciuto emigrato frequentatore di internet. Tutti, probabilmente, desiderosi di farsi della pubblicità gratuita denigrando e attaccando il Cgie.

I tagli - Ciò nonostante il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero esiste ancora, pur strangolato finanziariamente per i continui tagli al suo bilancio. Tuttavia l’attacco sconsiderato a questo organismo è stranamente coinciso con una riduzione, anno dopo anno, del finanziamento dello Stato italiano alle politiche rivolte agli italiani all’estero: meno soldi per i Comites, meno soldi per il Cgie, meno soldi per la difesa e la promozione della lingua italiana, meno soldi per l’assistenza agli indigenti e meno Uffici Consolari e quindi meno servizi per gli italiani all’estero. E chissà cosa accadrà ancora dopo la recente manovra finanziaria approvata dal Parlamento italiano visto e considerato che, tra l’altro, contiene ulteriori tagli per miliardi di euro anche ai vari ministeri e, se tanto mi dà tanto, quello in quota parte di cui dovrà farsi carico il MAE lo pagheranno sicuramente ancora una volta soprattutto le politiche per gli italiani all’estero! Scommettiamo?

Nessun limite al peggio - Nel frattempo l’attuale maggioranza parlamentare di centrodestra sta cercando di far approvare una nuova legge sui Comites e Cgie a dispetto della contrarietà degli stessi Comites e Cgie e di gran parte degli eletti all’estero. Peraltro, poiché al peggio (come al meglio) non c’è limite, ecco che un collega dell’onorevole Razzi, il ministro leghista Roberto Calderoli, uno dei più autorevoli membri del governo Berlusconi, nel pieno della bufera estiva anti Casta, per dare un segnale al popolo italiano che anche la Casta intende contribuire al risanamento del Paese cosa si va ad inventare? L’abolizione del voto all’estero! Una proposta, quella del ministro Calderoli, che, peraltro, non sembra abbia suscitato grandi sollevazioni popolari tra le comunità italiane nel mondo, nè tra i loro vari rappresentanti più o meno istituzionali bensì unicamente da parte dei soliti noti, tra cui il sottoscritto. Al contrario la proposta di abolire la Circoscrizione Estero ha avuto invece qualche consenso, anche autorevole, con in primis quello dello stesso Sottosegretario agli Esteri con delega agli emigrati (sic!), senatore Alfredo Mantica. D’altra parte, di fronte all’oggettiva impotenza degli eletti all’estero che si trovano all’opposizione dell’attuale governo ed all’incapacità di quelli, sempre eletti all’estero, che sostengono il governo di rappresentare e difendere gli interessi degli emigrati, non è che gli italiani all’estero siano ancora molto convinti dell’utilità di avere dei propri eletti nel Parlamento italiano. Anzi, tutt’altro! Anche per alcune bruttissime vicende connesse al voto all’estero: quella dell’ex senatore Di Girolamo (PdL), che si era inventato una falsa residenza in Belgio per potersi candidare e farsi eleggere nella Circoscrizione Estero e poi anche condannato a cinque anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale ed al riciclaggio; quella relativa all’inchiesta pendente presso la Procura di Roma sul senatore Esteban Caselli eletto nell’America meridionale nella lista del PdL ed infine il disdicevole (per usare un eufemismo) comportamento dell’onorevole Razzi che dall’opposizione (IdV), con un ribaltone incredibile, è passato, sia pure in buona compagnia, nella maggioranza di centrodestra contribuendo con il suo voto a salvare l’attuale governo Berlusconi.

Ritorno al passato - Morale: mentre le generazioni di emigrati italiani, che ci hanno preceduto, hanno impiegato un secolo per ottenere tutta una serie di organismi elettivi di rappresentanza democratica, oggi, soprattutto grazie agli eletti all’estero del centrodestra ed a questa maggioranza di governo, si sta rischiando seriamente e velocemente di far crollare quanto è stato faticosamente costruito nel passato. Con il masochismo di alcuni e con l’indifferenza e l’ignavia di troppi tra gli attuali italiani all’estero. Purtroppo!

Dino Nardi
Zurigo, 25 settembre 2011

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