(NoveColonne ATG) Roma - Un affare da 60 miliardi di euro l’anno, di cui un terzo realizzato solo con la contraffazione dei nostri formaggi di qualità. A tanto ammonta il business dell’agropirateria internazionale nei confronti del “made in Italy”.
Tarocchi e imitazioni culinarie che ogni giorno provocano danni ingenti all’intera filiera agroalimentare, dai campi all’industria della trasformazione. Solo all’agricoltura il fenomeno dei “falsi d’autore” costa oltre 3 miliardi di euro annui. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando positivamente i sequestri da parte delle autorità tedesche di finto Parmigiano Reggiano e finto Asiago alla fiera “Anuga” di Colonia. In entrambi i casi i prodotti provenivano dagli Usa -ricorda la Cia-. Questo non ci stupisce, visto che in America il giro d’affari legato alle imitazioni dei più famosi formaggi italiani raggiunge i 4 miliardi di euro l’anno. E tra le contraffazioni più diffuse ci sono proprio il “Parmesan” e l’Asiago prodotti nel Wisconsin, oltre alla Robiola del Canada e alla Mozzarella del Texas. La situazione è di estrema gravità -osserva la Cia-. Ci troviamo di fronte a un immenso supermarket dell’”agro-scorretto”, del “bidone alimentare”, dove a pagare è solo il nostro Paese. E il danno, purtroppo, è destinato a crescere, visto che a livello mondiale ancora non esiste una vera tutela delle nostre “eccellenze” Dop, Igp e Stg. Una difesa che non significa soltanto la tutela di un patrimonio culturale e culinario, dell’immagine stessa dell’Italia, ma anche la valorizzazione di un settore economico che vale 9 miliardi di euro l’anno, di cui 2 miliardi grazie all'export sui mercati esteri. Di fronte a questa “rapina” giornaliera bisogna dire basta -ribadisce la Cia-. Ma per mettere un freno al fenomeno dell’“italian sounding” e all’agropirateria globalizzata servono misure reali ed efficaci. A partire da interventi finanziari, sia a livello nazionale che comunitario, per l'assistenza legale a chi promuove cause (in particolare ai consorzi di tutela) contro chi falsifica prodotti alimentari. E poi: l’istituzione di una "task-force" in ambito europeo per contrastare tutte le truffe e le falsificazioni alimentari; sanzioni più severe (anche con l'arresto) nell’Ue contro chiunque imiti prodotti a denominazione d'origine; un’azione più decisa da parte dell’Europa nel negoziato Wto per un’effettiva tutela per le Dop, Igt e Stg; infine l’introduzione di regole chiare e affidabili sull’etichettatura d’origine, che va estesa a tutti i prodotti garantendo trasparenza e tracciabilità ai consumatori.
Nessun commento:
Posta un commento