21 ott 2011

Tagli nei confronti dei COMITES E del CGIE



A cura del presidente del Comites di Hannover Giuseppe Scigliano

La crisi che attanaglia l’Italia in questo momento è grave, tanto grave che per contenere le spese, lo Stato dovrà inevitabilmente effettuare tagli in ogni direzione. Di questo siamo e sono cosciente. D’altra parte non si può non prenderne atto viste anche le note sempre più allarmistiche che i quotidiani riportano giornalmente commentando i vari tagli proposti dai nostri politici e rappresentanti di governo per far quadrare il cerchio della spesa. Un cerchio, mi si consenta, che salva tuttavia gli amici, gli amici degli amici e colpisce indistintamente gli inermi.

Con tanti cantastorie non mi metto a fare proposte su come porre rimedio all’uragano che si sta abbattendo sulle strutture del Paese (molte rischiano di essere cancellate), quelle strutture che con difficoltà e superando tanta burocrazia si era riusciti a realizzare. Ad esser chiari tra noi, la manovra se non cambia all’ultimo momento, paralizzerebbe così le proprie strutture periferiche: quale beneficio? il risparmio di un pugno di spiccioli. L’effetto conseguente? la loro compromissione che ne chiederà la successiva chiusura.
Tuttavia, non essendo un economista, preferisco tralasciare le considerazioni dell’uomo della strada su questa arguta manovra economica, per soffermarmi su quanto sta avvenendo all’estero ed in particolar modo sui tagli proposti nei confronti dei COMITES e del CGIE (- 30 per cento). Il metodo bulgaro è lo stesso, ma il danno è ancor più grave dell’altro. Infatti, quello che è stato deciso è qualche cosa di molto grave che colpisce duramente gli Organismi di emigrazione, perché si smantellano strutture che hanno tenuto insieme la nostra collettività quando lo Stato non pensava ai problemi degli emigranti ed i Consolati erano il posto salottiero dove noi non entravamo e dai quali non avevamo certo quel conforto che speravamo di avere.



Mi rivolgo, quindi, in particolare ai Comites nei confronti dei quali i tagli annunciati (nell’ultima riunione del CGIE a Roma) non gli consentiranno più di poter far fronte al pagamento delle spese per il mantenimento della sede. Con essa, in modo ancor più bulgaro e con un mezzo ancora più efficace, si è voluto attuare quelle riforme che alcuni parlamentari avrebbero voluto per riformare i COMITES (con le quali prevedevano tra le altre cose anche quote di giovani e donne tra gli eletti, macro Regioni e mega mansioni per i nuovi comitati… etc.). Ora, senza risorse il problema è risolto alla base: non potremo più fare nulla, si cancellano così tutti i compiti previsti dalla legge. Altro che ampliare o modificare la struttura per proiettarla verso una visione più moderna, siamo morti, dobbiamo cantare solamente il de profundis ad una legge che tanto ci è costato per averla. Grazie, per il Vostro impegno con il quale avete difeso le nostre speranze future.
Ma il danno compiuto è ancora più vasto di quello che si potrebbe pensare. Infatti, i tagli operati mentre da un lato vorrebbero generare economie colpendo gli Enti gestori a cui si decurtano le risorse del 40% - 50, dall’altro si mantengono servizi il cui costo è ben superiore compiacendo però i sindacati della scuola pubblica (gli insegnanti di ruolo, circa 330, i cui assegni di sede ammontano a 18 milioni di euro annui rappresentano ben di più dei tagli fatti agli italiani all’estero). Nessuno ci ha chiesto suggerimenti e consigli su come e dove effettuare i tagli. È stato deciso tutto sulla nostra testa e noi, che conosciamo benissimo la realtà in cui operiamo (qui si ricorda che nell’ambito dell’integrazione il Governo tedesco ha scelto come interlocutore l’Intercomites ed i Governi Regionali i Comites), siamo costretti a subire quanto deciso in altri tavoli senza aver la minima possibilità di rendere più equa la distribuzione dei pochissimi fondi che arriveranno all’estero.
Se l’intenzione era questa “smantellare tutto il Sistema Italia” allora sarebbe stato più corretto nei nostri confronti che si fosse parlato in modo chiaro senza ipocrisie. Visto , tra l’altro, che da oltre un anno i nostri Parlamentari sapevano che avremmo dovuto affrontare queste decisioni.
Mi si consenta, infine, una battuta sui “tagli lineari” secondo i quali le decurtazioni verranno indistintamente applicate a tutti i Comites, tra cui quello di Hannover che rappresento, non consentendogli di poter sostenere non solo la copertura delle spese per mantenere la propria sede, ma tutta la conseguente attività istituzionale. Poiché la legge che regola questi organismi parla difinanziamento e non di contributi, chi di dovere dovrebbe rendersi conto che noi abbiamo assunto degli impegni (contratti della sede, del telefono, della luce, con il personale, con le assicurazioni etc.) e gestiamo materiale che appartiene allo Stato italiano ( mobili, stampanti, computer etc.) di cui ora non sappiamo cosa farne e come utilizzarlo. Quali sono le istruzioni al riguardo? Chi farà cosa? Lo decideranno i Consoli o dovremo proporne la distruzione autonomamente rischiando una denuncia per distruzione o incuria di beni dello Stato italiano?
Che in questo momento ci sia ovunque caos lo capisco, ma visto che i Vertici hanno deciso, decidano altresì i restanti passi che dobbiamo intraprendere.
Se i COMITES sono organismi inutili, si abbia il coraggio politico di decretarne la chiusura e non in modo subdolo. Con altrettanta determinazione gli stessi soggetti se ne assumano le responsabilità del caso dando indicazioni ai Consoli sul successivo da farsi per chiudere queste strutture rese inutili in barba alla legge. Non si parli più dunque di nuove leggi di modifica e nuovi compiti da mettere sulle spalle dei soliti fessi anche perché l’unica battaglia che vedo all’orizzonte è quella di lottare per avere fondi sufficienti per mantenere almeno quello che abbiamo costruito fino a questo momento.
Se è vero quanto affermato dal Senatore Alfredo Mantica: “entro la fine del 2012 si votano i nuovi Comites”, allora che ci spieghi anche con quali soldi verranno finanziate le elezioni ed anche con quali risorse i futuri Comitati potranno indire le loro Assemblee.
Chiudo con due quesiti ed una considerazione che dovrebbero porsi i nostri politici ed i Nostri Amministratori:
1) È proprio necessario tagliare le risorse all’estero?...
2) Quali potrebbero essere le perdite, anche economiche, che si ritorceranno sull’Italia a causa di questi tagli?
È sicuro il Sen. Mantica che gli italiani manderanno più i propri soldi in Patria, quelle famose rimesse che tanto contribuirono alla nostra bilancia dei pagamenti, visto che il proprio Paese si è dimenticato ancora una volta e tanto ingiustamente di loro?

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