22 mag 2011

CGIE, MANTICA: COMITES PIU’ FORTI CON RIFORMA

(NoveColonne ATG) Torino – “Siamo sospesi tra la preoccupazione che le comunità finiscano come residualità e senza una adeguata rappresentatività e il sogno di rappresentare tutti coloro che sono legati all’Italia, gli italiani del mondo. Io non voglio passare alla storia come quello che ha reso residuali le comunità: il ddl di riforma risponde al bisogno di ridare rappresentatività e sostegno ai Comites”. Lo ha detto il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica davanti all’assemblea plenaria del Cgie a Torino. “Il numero di Comites rimane lo stesso - spiega Mantica illustrando la bozza di riforma di cui il Senato tornerà a discutere il 24 e 25 maggio - trasformati in circoscrizioni elettorali. Dovrebbero diventare il luogo di rappresentatività più forte, che ogni anno dovranno dare una fotografia di tutti i problemi delle comunità”. All’interno del progetto di riforma rientra “la presenza dei presidenti degli Intercomites o dei Comites all’interno del Cgie”. “‘Il ministero degli Esteri incide per lo 0,11% sul bilancio dello Stato, in Inghilterra lo 0,22%: questa è la nostra realtà, non possiamo pensare di raddoppiare il budget. La verità è che i referendum che tutti abbiamo voluto ci costano 27 milioni, mentre io non ho tutti quei soldi da dare agli italiani nel mondo”. Ha spiegato il sottosegretario agli Esteri nella sua relazione al Cgie, parlando dei fondi a disposizione del ministero per il settore dell’emigrazione. “Da giugno 2009 a oggi gli unici consolati che sono stati chiusi sono quelli di Norimberga e Durban. Al Senato è stata proposta una moratoria di un anno e il governo la concede, fatto salvo che per i consolati in cui la procedura è già avviata, ma un processo di razionalizzazione è necessario e ci sarà ogni anno. E ditemi voi quanti hanno cambiato banca perché sono stati tolti degli sportelli e si è avviato l’home-banking” ha aggiunto Mantica al Cgie, parlando di quella che “non è uno smantellamento della rete consolare, ma una razionalizzazione necessaria” che prevede lo sviluppo progressivo del cosiddetto consolato digitale al posto delle sedi tradizionali. Mantica è convinto che “è il futuro ruolo del Cgie, così come immaginato dalla riforma, il vero problema dei rapporti tra governo e italiani nel mondo, e non tanto i Comites o la ristrutturazione della rete consolare”. Il sottosegretario con delega agli italiani nel mondo parlando a Torino delle modifiche previste dalla proposta di legge Tofani giacente in Senato immagina nel Consiglio Generale per gli italiani all’estero “un luogo aperto, un punto di incontro” dove le Regioni “possano fare un piano di sinergie, investimenti, perché ognuno non vada per la sua strada” nelle politiche per i propri corregionali all’estero.

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