(NoveColonne ATG) Roma - Il terremoto in Emilia Romagna ha provocato circa 2 miliardi di danni stimati alle imprese e "secondo alcune valutazioni potrebbero superare i 4 miliardi di euro" per l’intera economia della zona colpita del sisma.
Le stime arrivano da Confindustria Emilia-Romagna, che in un'audizione alla commissione Industria del Senato spiega come nei territori colpiti dal sisma sono presenti oltre 35 mila imprese con circa 130 mila occupati: "Le imprese industriali danneggiate sono circa 500-600 per almeno 12 mila addetti e circa 2 miliardi di danni stimati", sottolinea il vice presidente Confindustria per le politiche territoriali, Gaetano Maccaferri, mentre le imprese in generale (non solo quelle industriali) che hanno subìto danni sono circa 5 mila per oltre 25 mila addetti coinvolti. Secondo Maccaferri, inoltre, il ricorso agli ammortizzatori sociali riguarderà "almeno 12-15 mila lavoratori nel solo settore industriale" mentre l'area produttiva colpita "produce oltre il 10% del Pil dell'Emilia-Romagna pari a circa 15 miliardi di euro annui (1% del Pil nazionale) e contribuisce all'export per una quota altrettanto rilevante", con un gettito fiscale "stimabile in almeno 6-7 miliardi di euro". "Il rischio concreto - denuncia Maccaferri - è la perdita di un fondamentale tessuto di capacità produttive, competenze e investimenti industriali", anche perché "alcune imprese già duramente colpite dalla crisi potrebbero decidere di non riavviare l'attività dovendo sostenere costi molto elevati per la ripartenza". Per questo motivo tutti gli interventi necessari devono concretizzarsi "in tempi brevissimi" e devono puntare innanzitutto a “far ripartire subito le imprese che lo possono fare attivando un capillare sistema di verifiche attraverso professionisti e Protezione civile”.
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